Concordo con la maggioranza. Non male come storia.
Direi da 7 e mezzo.
S
P
O
I
L
E
R
Chiaverotti sceneggia la tipologia di soggetto che gli è più congeniale, ovvero uno
slasher con annesso assassino misterioso da scoprire.
In seguito questo tipo di soggetti sarebbe diventato un tormentone per lui (oggettivamente, il Chiave è uno degli sceneggiatori più
ripetitivi che esistano), ma all'epoca il tema non era ancora così abusato. Inoltre qui la materia è gestita con freschezza: dialoghi sciolti e vivaci, battute ficcanti, personaggi sufficientemente caratterizzati da restare nella memoria...
Se proprio c'è da indicare un punto debole, direi che è l'uso della mummia vera e propria.
Il mostro ha un ruolo talmente marginale da risultare di fatto superfluo (non c'era mica bisogno di una vera mummia ambulante per giustificare l'esistenza della setta!).
D'altra parte, proprio questo punto debole sotto un altro punto di vista si traduce in punto di forza.
Le storie sulle mummie maledette finiscono coll'assomigliarsi tutte, rimestano puntualmente gli stessi ingredienti da 50 anni a questa parte. Non è sfuggito alla regola nemmeno Bilotta nell'ultimo Almanacco: mummia ambulante assassina, antico amore perduto da ritrovare, eccetera eccetera...
Glissando su tutti gli aspetti più consunti (se si esclude lo scontatissimo "flashback egiziano"), Chiaverotti crea qualcosa di diverso e decisamente accattivante.
Ottimi anche i disegni di un Dall'Agnol in piena forma.