Bell'albo. Merita un 7 pieno. [:)]
S
P
O
I
L
E
R
La dote migliore della storia è che De Nardo riesce a conferirgli un ottimo <b>ritmo</b>: tensione e concitazione sono veramente ben congegnati stavolta.
Solo l'inizio è un po' faticoso, con quel monotono (e a ben vedere inutile) spiegone sulla scuola, ma non appena De Nardo trova la marcia giusta riesce a ingranare e fa sì che la storia non abbia mai un momento di stanca, fino alla conclusione.
Ci voleva proprio, dopo tante storie terribilmente lente e torpide (tipo <i>Saluti da Moonlight</i>... [B)]).
Dal punto di vista della trama, la vicenda di Nil riesce a coinvolgere e ad affascinare. E anche se alcuni passaggi sono un po' prevedibili (l'avevo intuito subito che Jeembo doveva essere un bastardo: si atteggiava troppo ad amicone disinteressato per esserlo veramente) altri sono un'autentica sorpresa (la scoperta che Nil è davvero un assassino... Kyle che si rivela, tutto sommato, una brava persona...).
A De Nardo vorrei fare un solo appunto. Quando una storia è pervicacemente costruita in funzione della sorpresa finale, bisognerebbe assicurarsi di almeno due cose:
1. Che la sorpresa sia davvero una sorpresa
2. Che sia credibile
A De Nardo è riuscita la prima cosa (non mi aspettavo proprio che Nil fosse colpevole, forse perchè avendo la faccia di Dylan lo identificavo automaticamente col "buono") ma non la seconda.
Le vicende di Nil e Dylan non si combinano quasi mai e i due non hanno nulla in comune, salvo la faccia. Perchè allora Chance vuole che sia proprio Dylan a "fermare" Nil? Sono la stessa persona in universi paralleli diversi? (ma in comune non hanno nulla, ripeto)
E poi chi è Chance? Una persona morta nell'incendio? Ma in tal caso, siccome alla fine l'unico morto è Nil, significherebbe che Chance non è mai esistita e non avrebbe potuto contattare Dylan (il classico "circolo vizioso" del paradosso temporale)!
Sembra che De Nardo abbia pensato che, siccome questo è un album di Dylan Dog, sia possibile metterci qualsiasi stranezza senza uno straccio di giustificazione plausibile, tanto il lettore si beve tutto.
Sbagliato: una spiegazione ci vuole. Magari un po' forzata, ma ci vuole.
E' l'unica pecca di un albo altrimenti davvero avvincente e ben realizzato.
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