Le mie 100 storie preferite di Dylan Dog : posizione
n°97Requiem per un mostro, mensile n°183, dicembre 2001
Testi di Paola Barbato
Disegni di Giampiero Casertano
Quale vuoto lascia una leggenda che muore? Una domanda tragicamente inutile se chi se la pone lo fa soltanto in termini economici. E così il Loch Ness, stretto tra gli interessi di una multinazionale coinvolta nello sfruttamento commerciale di Nessie, le strane macchinazioni dei sindaci della zona e la stupida violenza di chi vorrebbe uccidere la fantomatica creatura del lago, rischia di spegnere la sua millenaria esistenza in una lunga e malinconica agonia. O, perlomeno, questo è ciò che accadrebbe se non si aggirasse in zona un certo Dylan Dog. La tradizionale trasferta nel simpaticissimo villaggio di provincia ed un'indagine frenetica con tanti personaggi, tanto folklore, tanto pane sclaviano. Dylan spiritato e grintoso e malinconico, in una parola: Casertano. Ricorre la "scelta" barbatiana. Una chiave di lettura possibile è quella della ricercata convivenza di incanto e disincanto ovviamente attraverso una sfilza di equivoci. Si pone come allegorica chiusura della mini-continuity nessiana. Io faccio invece il paragone con
Il lago nel cielo n°151 scialbissima storia di Sclavi. Anche lଠc'era di mezzo la sensibilità femminile (il soggetto era della moglie) ma la differenza è che la Barbato non solo investe Dylan di convulsioni credibili ma pure evita di riflettere qualunque mielosità in riferimento al "mostro/più mostri/falsi mostri/veri mostri". La scena finale non è retorica, è liricamente infantile. Gli spiegoni sono persino succosi per effetto culmine e per l'acutezza di simile manica di "antagonisti" beffardi.