<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">dylandog86 Posted - 08/21/2006 : 01:16:06
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Sì, perchè fino alla fine la storia si mantiene tutto sommato più che buona... la suspense, l'attesa, e l'angoscia della figura oscura sempre accanto alla ragazza è molto suggestiva... peccato che si rovina tutto nel finale.
Altrimenti avrebbe potuto prendere 8.5, non 7.
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Io capisco tutto, capisco che nei forum gira l'IMO (che io non uso perchè è chiaro che quello che scrivo lo penso io e non il Papa o mio nonno o Triss o Dylandog86 ma rispetto comunque il pensiero degli altri lettori). Qui però mi sembra che si stia un pò esagerando, mi si parla di finale idiota ne "Il sorriso dell'oscura signora"... finale idiota??? E con un finale idiota daresti un 7 perchè la storia è più che buona? Più che buona "Il sorriso dell'oscura signora?...Non ne usciremmo più!!![:)]"
Qualcuno diceva di non avere il coraggio di scrivere un commento su quest'opera; neanch'io perchè mi sento piccolo piccolo in confronto, talmente la considero maestosa... ma ci proverò...stasera mi sento ispirato:
Assolutamente straordinaria, magistrale, a dir poco emozionante sceneggiatura di Tiziano Sclavi: se qualcuno al tempo aveva osato malignamente criticare i suoi ultimi lavori, questa è la risposta di quel che si può definire a pieno titolo "uno dei più grandi sceneggiatori viventi" capace di farci stringere il cuore in una morsa di fronte all'ultima vignetta ma anche di farci scendere una lacrima - perchè no? - solo con la forza della scrittura e delle immagini di Mari.
Opera memorabile, dicevo anche perchè chiudendo l'albo si può davvero sospirare serenamente per una volta e sorridere beffardamente alla Morte (già, in questo caso noi a lei) pensando questa volta di averla fregata, battuta, sconfitta.
Questo "Sorriso dell'oscura signora" è probabilmente il più vasto concentrato di emozioni mai apparso su Dylan: un'iniziale presa in giro molto originale ed intelligente circa il mondo dei mass-media, delle sedute spiritiche&affini e sulla morte stessa, sulla speranza che si trasforma piano piano nell'incubo della malattia terminale, nella mera coscienza di un serial-killer che fa riflessioni profonde sull'"etica" del suo "lavoro" sino ad arrivare al triplice colpo di scena finale, uno più grandioso dell'altro.
Sclavi come sempre ci attende al varco finale nel quale, come suo solito, riesce a farci smuovere, illudere, piangere, sognare, riflettere, inquietare. Alla fine sono certo di non aver letto solo un fumetto perchè Sclavi non è solo un "autore di fumetti" e sarebbe assurdo oggi definirlo così...
La scelta di Mari per i disegni è ineccepibile, impagabile: sta a questa storia come Dante alla Divina Commedia.
Due momenti da antologia nell'albo: verso l'inizio, nel cinema, il killer che riflette sulla morte delle comparse nel film e la fine, le ultime parole della Vita: "La gente ha paura di me ma io non UCCIDO nessuno; mi piace SCHERZARE: cos'è la vita senza un pò di umorismo?"
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Forse Dylan Dog senza Sclavi?
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