"La sposa del diavolo" mi è piaciuta davvero tanto. Mastantuono, che ho apprezzato in Magico Vento e in un Texone, scrive una storia horror. C'è l'entità malefica, l'eroe e la fanciulla da salvare (qui una ragazzina di 12 anni). Nella storia si respira l'aria di terrore dei cittadini di Chignal St. James, tutti ansiosi di non essere i prossimi a morire. I disegni di Mastantuono contribuiscono alla riuscita dell'episodio. Complimenti anche a Nicola Pasquetto per la colorazione.
SPOILER
La sceneggiatura parte subito bene con una morte "normale": una ragazza di buona famiglia che si droga e va in overdose. Fatto normale, come pure il cinismo vigliacco dei suoi due "amici". Le due morti accidentali sono descritte e disegnate con dettagli minuziosi. Il personaggio migliore è sicuramente la nonna. Non la solita vecchina, o acida e megera o rimbambita; un'anziana come tante, preoccupata della salute della nipotina minore e convinta della buona fede di quella maggiore. Il dialogo tra di lei e Dylan rompe ogni clichè della serie. E a farlo è un disegnatore che qui si improvvisa, a ragione, sceneggiatore. Dylan indaga e sconfigge il demone con l'aiuto di Kelly. Lei, risorta come una diva del cinema anni '30, ha una bellezza e fragilità che colpiscono. Davvero una bella storia.
L'ultima storia riporta alla luce Mana Cerace. A farlo poteva essere solo il suo padre naturale: Claudio Chiaverotti. Con "Il buoi dell'anima" Chiaverotti fa risorgere il fantasma assasino di Philip Crane che, ovviamente, si porta a dietro una scia di delitti. Mana Cerace, dopo due albi della serie regolare, era stato riportato maldestramente in scena nel "Grouchino" della Barbato (forse il meno divertente degli
. Qui torna con tutta la sua follia e vendetta. Non conoscevo Patrizio Evangelisti e devo dire che il suo tratto, benché forse non adatto ai canoni naturali di Dylan Dog, ben si sposa con questa truculenta storia. I suoi disegni danno un senso di 3D grazie a una colorazione innovativa.
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Con Chiaverotti torna lo splatter. Si parla di Philip Crane e dal buio esce il solito coltello. Come in "Lo spettro del buio" Mana Cerace non uccide a caso. Ne "Il Buio" era la bella Kelly a uccidere chi la aveva umiliato. Nel secondo capitolo Mana sgomina, con l'aiuto di Dylan, una banda di terroristi. Anche qui i suoi crimini hanno un fine: vendetta contro chi gli ha rubato il diario, castigo contro un miliardario regista di snuff movie e "liberazione" contro un anziano alcolizzato. Anche Bloch e Groucho si inseriscono bene nella storia. Come al solito, l'ultima pagina regala un finale aperto alla Chiaverotti. Questa volta però, l'autore non ci regala una ciofeca inspiegabile stile "Frankenstein!". L'omicidio del ragazzo da parte della nipote di Crane ha un suo perché: lo spirito sadico del mostro del Buio è sempre in agguato.