Uno dei migliori albi in assoluto a cominciare dallo straordinario prologo con protagonista Larry Varedo, comprimario d'effetto, killer dal cuore d'oro alla Humphrey Bogart con look da duro della letteratura hard boiled.
Atmosfera noir, satanismo, psicodrammi. Storia d'amore più che di morte. Sclavi anticipa la sua personalissima descrizione degli Inferni (uguali in tutto e per tutto al nostro mondo) che troverà compiutezza con il #46. Ricorre, prima di innumerevoli volte, il tema che diverrà classico del rapporto morboso tra madre possessiva e figlio psicologicamente (in questo caso anche fisicamente) sottomesso. Sclavi rilegge Psycho di Bloch (Robert, non l'ispettore) al contrario,
.
Aleggia una malinconia di fondo come poche altre volte nella serie, con Dylan alla disperata ricerca di un segno del paranormale per sfuggire alla normalità della vita. D'altronde
la vita è sogno. Rimorsi di coscienza anche per Bloch che già dal #5 aveva manifestato la debolezza verso le richieste dylaniate. Groucho sottotono.
Non fa sesso, ma Mala ha una carica erotica da femme fatale ("lei era bella, troppo bella"). Trigo al suo meglio proprio quando disegna lei, decisamente meno a suo agio nel rendere la fisicità del corpo di Dylan in alcune situazioni (quando precipita l'ascensore). Target adulto, ci scappa anche il turpiloquio. Copertina di Villa in tenuta bianca ancora una volta fuorviante.
Siamo dalle parti del capolavoro o quasi.