<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
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Anche se non hai letto i commenti sostanzialmente hai rilevato gran parte del contenuto di queste 8 pagine di topic.
1) Sulle citazioni non sono d'accordo: se venissero segnalate non ci sarebbe gusto per l'autore a inserirle e per il lettore a scovarle.
(...)
2) Tutti perdiamo con noi stessi. Le magnifiche sorti e progressive nella carriera di un autore come nella vita di ogni uomo non esistono.
Anche se non credo che Sclavi qui perda con se stesso...piuttosto gioca d'azzardo.
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1)Non ne sono convinto. Non ho mai parlato di segnalare le citazioni prima della lettura. L' ideale sarebbe farlo dopo, un po' come spesso succede nei "Contenuti Speciali" di John Doe. Non credo toglierebbe il "gusto" di inserire/scovare. E fugherebbe ogni dubbio sulle intenzioni dell' autore.
Un esempio.
Quanti avranno detto: "geniale il surreale nella sequenza di Groucho e Bloch che parlano di Dylan a Dylan come se Dylan non esistesse"? Immagino molti.
La sequenza è presa da un film di Bunuel: "Il fantasma della libertà". Ora, perchè non dirlo?
Qui (e credo sia obiettivo) non stiamo andando a parafrasare De Andrè o Kubrik... dove è più ovvio giustificarsi con la popolarità del citato...
Qui è decisamente più facile pensar male dell' autore.
Un accenno in nota sarebbe più corretto e stimolante.
Non credo di essere il primo a dire che il confine tra citazione e plagio è molto arbitrario e sottile. Meglio togliere ogni dubbio, no?
2) Senza scomodare Leopardi (persino lui aveva segnalato che "le magnifiche sorti e progressive" era una citazione!!![:D]) e gli intnenti ironici verso una certa cultura filosofica del suo tempo (perchè di quello parlava!), credo che il confronto con se stessi (prima che con altri) sia la chiave migliore e più coerente di critica e analisi dell' opera di un qualsiasi autore.
E sono anche convinto che non sempre si perda il confronto. Al contrario potrei citarti infiniti autori che si sono migliorati nel tempo, indipendentemente dal maggiore o minore successo.
Sclavi in questo caso perde con se stesso perchè il suo "azzardo" è un esercizio di stile, sicuramente affascinante e perfetto, ma contenutisticamente e lessicalmente inferiore a numerosi suoi precedenti.
O almeno seconda la mia lettura.
A.
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