Letto lo speciale 26 in una splendida mattina di un Settembre inoltrato. Vuoi per il mio lavoro, per il mio stile di vita, per la mia immane voglia di rimanere fra le lenzuola appena mi è possibile, non mi capita spesso di godermi questo genere di atmosfere mattutine, quindi il mio giudizio potrebbe essere influenzato dalla brezza soave, dalla temperatura mite e dal tepore sottile che acquisce i sensi e regala una sorta di eccitamento sottocutaneo. Cmq...
FINALMENTE uno speciale bello, divertente, intenso che scorre via per la monumentale lunghezza del medesimo ( 162 pagg. ! ) senza rompere, assonnare, ripetersi. Se paragonato all'immondo speciale dell'anno passato è un gioiellino che il buon Gualdoni sforna con un'anima profonda e divertita. Sa di che scrive, il Gualdoni nostro. Lo sa, da come coglie le mille sfaccettature di un Dylan finalmente se stesso ( non tanto per come agisce, fa il suo ok, di mestiere ) quanto per il modo in cui interagisce con i compagni di sventura, per il modo in cui ci immerge nei suoi incubi personali, nel modo in cui ci viene mostrata cluastrofobia e vertigini.
Storia ispirata ad un moloch intoccabile ( La Divina Commedia, nientemeno...! ) eppure non prolissa, animata da scene angosciose, l'inizio nella selva, splatterose ( ok edulcorate ma almeno due mostroni psicopatici che si affettano allegramente mutilandosi con mannaia e motosega alla Latherface, mi mancavano da un po...bravo Gualdo ! ) cupe ( salvataggio della biondina, insipida ma d'effetto...) e sempre più dantesche, in rilettura comico/divertita ma anche attuale e infernale.
Bene il Woody Allen/Virgil, e il racconto della sua non vita tanto sarebbe piaciuto a Sclavi e alle sue atmosfere surreali ma al tempo stesso commuoventi e ordinarie.
Belle le scene della diavolesse erotica che insegue ( anche se si capisce al volo che è l'amore di Dylan...) del deserto della disperazione e sopratutto del cimitero di barbatesca memoria, con anime trapassate che ritornano, con Bree ( liquidata troppo presto però...) e con Lillie ( vabbè...la ama che volete farci...? ). Scena di dolce omaggio a ciò che DyD è stato fino ad ora ! I dialoghi sono ora piccoli gioielli ( Mi eclisso, Se fossi davvero morto mi sarebbe rimasto IN TESTA.. ) ora banalotti ( quasi tutte le osservazioni della biondina di turno ) ma sempre funzionali, mai prolissi nemmeno nello spiegone finale, cmq necessario, conditi di ironia e disincanto. Bene, davvero.
Ottima l'idea dello Stige mare ( con tirata d'orecchie addirittura al sommo poeta, hai detto ciufoli....) e del comandante che tanto rammenta Titanic. Ottima la strega sapiente e anche di spessore, resa ancor più vedente dalla ciecità.
Il finale si apre con un omaggio stupendo ad un quadro meraviglioso, amato anche da Hitler ( ammazz...) cioè L'Isola dei Morti di Arnold Böcklin che qui potete ammirare:
e che si aggiunge al buon lavoro di Piccatto. Cioè, ok vira sempre sul grezzo, però stavolta mi pare sia stato meno frettoloso di quanto apparisse prima e devo dire che certe espressioni di terrore di Dylan era bene azzeccate. Bravo.
Finale incredibilmente frettoloso ( nonostante la mole di pagine ) sopratutto nello scontro fra la diavolessa ed il demone ( ok meno potente di lei ma almeno speravo in un bel duello splatteroso all'ultimo sangue...! Sigh ) e cmq inquietante: chi è la tipa che Dylan salva riportandola ai vivi ? Ha fatto bene o male ?
Unica nota stonata, la copertina di Stano, davvero insulsa per una cosa tanto buona, per me !
Quindi dico buona, quasi ottima, mancava davvero pochissimo, nei dialoghi e nel finale, per farne uno speciale da ricordo.
Però davvero ben orchestrato il tutto.