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#8/G Il gatto nero
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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab mar 13, 2010 7:15 pm 
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Dylan Dog Gigante n. 8

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Copertina: Angelo Stano

Il gatto nero
Soggetto: Gianluigi Puccioni
Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Angelo Stano

L'avvocato Graham Palmer ha sempre amato gli animali, e loro lo hanno sempre ricambiato... Fino a oggi. I suoi amici lo hanno abbandonato per far spazio a un pestifero gatto nero, un bestia scontrosa e intrattabile. Da dove viene l'odiosa bestia? E' un incubo o l'ombra di un rimpianto, di una storia dimenticata tanti anni fa?

La Banda dello Zodiaco
Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Roberto Rinaldi

Sui tetti di Londra qualcosa si muove, sotto il cielo notturno una banda di criminali porta a termine le sue oscure imprese. Sono acrobati dell'aria e della vita, pronti ad affrontare il rischio estremo appesi solo alla luce delle stelle, uniti come fratelli di sangue. Ma qualcosa si è¨ rotto nella Banda dello Zodiaco e i suoi membri cominciano a morire!

Cuori randagi
Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Enea Riboldi

Era una carogna, uno sporco sfruttatore, e non ci si può stupire se una delle "sue" ragazze si è infine decisa a farlo fuori. Ma Jo Beth è veramente colpevole? Soltanto il vecchio Botolo può scagionarla, ma come si fa a portare un cane sul banco dei testimoni?

Il pozzo dei dannati
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Gonano (G. Anon)
Disegni: Angelo Stano

Esiste veramente il fantasma dei Blackmoors? Nell’antico castello, si affollano presenze sinistre e minacciose, ma forse non vengono dall'oltretomba, forse sono fatte di carne e ossa. Il mistero sembra sfuggire, cadendo nel pozzo che si apre sotto le fondamenta! Dylan Dog sente che l'infestazione è soltanto un pretesto. Il signor Hendricks lo ha invitato per ben altro motivo: per chiudere su di lui la morsa di una trappola mortale!

L'Altro
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Luigi Piccatto

Non siamo mai soli del tutto, dentro di noi c'è¨ sempre una metà inquieta pronta a liberarsi. Dylan Dog ha trovato la sua, inghiottita dai suoi incubi e affamata di sangue. Un ammiratore pazzo che vuole prendere il suo posto, o la maledizione del doppio? Comunque sia, ora deve affrontare il suo eterno antagonista, deve sfidare e sconfiggere l'Altro!

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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab mar 13, 2010 7:20 pm 
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e il sondino?


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab mar 13, 2010 7:29 pm 
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Quale sondino?

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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab mar 13, 2010 8:50 pm 
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Iscritto il: lun nov 21, 2005 1:08 pm
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la prima è splendida, una delle storie più commuoventi e sottovalutate.
la seconda è bruttina, e vedere dylan che soffre di vertigine fare quelle cose e poco credibile.
la terza carina
la quarta la trovo bellissima, anche qui da catalogare fra le sottovalutate.
la quinta a molti piace, per me è solo passabile.

mi scuso per i commenti da asilo ma ho letto le storie solo alla loro uscita e di più non posso fare...come dite? rileggerle? nah!.

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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab mar 13, 2010 9:42 pm 
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Nyarlathotep ha scritto:
Quale sondino?

quello per dire bello brutto orribile.


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab mar 13, 2010 10:07 pm 
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Ah, quello possono metterlo solo gli amministratori, credo... Comunque sulle storie così vecchie mi sa che il sondaggio non è attivo.

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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab gen 19, 2013 9:21 am 
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Iscritto il: sab ago 27, 2011 12:53 pm
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Unico gigante a 5 storie, con una lunga (e brutta), una media e 3 brevi. Nel dettaglio:

- IL GATTO NERO: Storia molto malinconica, impreziosita dai disegni eccellenti del maestro Stano in cui l'orrore è il tempo che passa (la meridiana più volte rappresentata) e soprattutto il rimpianto. Angosciante l'allucinazione di Dylan (pagg. 38-43) e inquietante la figura del gatto, un po' alter ego di Cagliostro ma più incazzato. Unico soggetto di Puccioni per la serie. La cosa passa un po' inosservata, ma in questa storia Dylan compie il suo secondo viaggio in Italia, na toccata e fuga via treno in Toscana, dopo il soggiorno veneziano de La morte rossa. Buono.

- LA BANDA DELLO ZODIACO: L'anello debole di questo Gigante. Flop di Manfredi, alla sua peggiore prova Dylaniata. Troppo action, troppo inverosimile, battute di Groucho pessime (a parte il sogno di Dylan che entra in un caffè). Non si salva quasi nulla (forse giusto il naso tagliato al tatuatore). L'incipit solleva dubbi dal punto di vista temporale: l'azione avviene di notte? sembrerebbe così dalla battuta di Bloch a pag. 66 ("bene, così chiudo il caso e torno a dormire"), ma a parte le perplessità sull'inspiegata passeggiata notturna di Dylan e Groucho, come si fa a stendere il bitume (nero come la pece) al buio?? Non si capisce poi tutta questa fiducia di Lyla per Dylan dopo averci parlato giusto 5 minuti come una possibile testimone qualunque. A pag. 95 Manfredi è colto poi da nostalgia per Magico Vento (Alan è uguale!). Di Rinaldi mai stato grande estimatore. Insufficiente.

- CUORI RANDAGI: Il "botolone" aveva già fatto una comparsata nella prima storia, qui assurge addirittura al ruolo di protagonista. Un po' troppo strappalacrime per i miei gusti. Accettabile, comunque.

- IL POZZO DEI DANNATI: Il soggetto in sè non sarebbe irresistibile, ma Gonano fa un ottimo lavoro con il personaggio di Dylan, restituendocelo in forma smagliante rispetto a quello un po' troppo compassato che andava prendendo forma in quegli anni (per trasformarsi poi nello spesso insopportabile damerino attuale): ironico, incazzato, polemico e provolone (ci scappa anche la "doppietta" con partner diverse, come non succedeva dai tempi d'oro). E sì, stavolta anche un po' ciarlatano. La sceneggiatura, più che per i colpi di scena, vive soprattutto grazie alle suggestioni di Blackmoors Castle e ai suoi veri o presunti fantasmi; suggestioni che senza l'encomiabile lavoro di Stano non avrebbero avuto lo stesso effetto. Molto, molto buona, una piacevole riscoperta.

- L'ALTRO: Ruju, dopo Il vicino di Casa, fa centro ancora una volta con una breve, tra le migliori di sempre. Fino alle ultime pagine quasi ti viene il dubbio che il nostro Dylan sia cambiato e il finale è azzecatissimo nel lasciare quel vago accenno di dubbio. Il monologo interiore dell'"altro" è divertentissimo (e sulle menate di Bloch e la sua pensione avrebbe pure ragione :D ). Ottimo!

Completata la rilettura dell'annata 1999, ecco la mia personale classifica:

1) Il battito del tempo
2) Il sonno della ragione
3) Il gigante
4) Morte a domicilio
5) Il lago nel cielo
6) La strada verso il nulla
7) Abissi di follia
8) Il bacio della vipera
9) Ho ucciso Jack lo squartatore
10) Goliath
11) La nuova stirpe
12) Percezioni extrasensoriali
13) Nato per uccidere
14) Complesso di colpa
15) La banda dello zodiaco
16) Sperduti nel nulla
17) L'alieno
18) L'idolo della folla

Brevi:

1) L'altro
2) Il pozzo dei dannati
3) Il gatto nero
4) Sotto il vestito troppo
5) Cuori randagi

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https://lastoriadidylandog.blogspot.com


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: ven dic 13, 2013 9:34 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Un gigante un po' ignorato, questo, a quanto sembra. Forse a torto, forse a ragione. Per me è discreto. Belle ed estremamente suggestive le due di Stano. Onestamente bruttarella e patetica "Cuori randagi", se ne faceva a meno. Insipidina e poco sviluppata la storia lunga di Manfredi: lo spunto dello zodiaco poteva essere inquadrato in tutt'altro tipo di storia. Bella comunque l'idea di mettere Dylan a confronto con le sue vertigini. Groucho evidentemente sottotono. "L'altro" è un piccolo capolavoro: Ruju nelle storie brevi ci azzecca quasi sempre.

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab ago 30, 2014 9:27 am 
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Messaggi: 610
Località: San Dona' di Piave
Io mi sono annoiato a morte, Gatto nero a parte, che comunque non salva il mio complessivo giudizio insufficiente.
Il primo Gigante veramente brutto, a mio dire.
La crisi era ormai già ben presente.

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Non c'è arte senza cultura.
Non c'è cultura senza birra fresca.


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: mer set 10, 2014 6:12 pm 
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Iscritto il: lun giu 25, 2012 3:23 pm
Messaggi: 924
Località: Galluzzo
Gigante riuscito a metà: "Il gatto nero" e "L'altro" sono ottime storie, e "Il pozzo dei dannati" è molto buona, mentre "La banda dello zodiaco" e "Cuori randagi" le ho trovate noiose. Comunque mi sembra che questo gigante sia un po' sottovalutato dai lettori, soprattutto considerando i due piccoli gioielli in esso contenuti, ovvero "Il gatto nero" e "L'altro".

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"Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: ven gen 02, 2015 2:02 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
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Località: Macondo
IL GATTO NERO
Senza entusiasmi, una storia più che buona che in parte racchiude in sé tutti i caratteri tipici di Dylan Dog fumetto, a partire dal duo Sclavi-Stano. Anche se i disegni non sempre mi sono piaciuti, soprattutto nella rappresentazione degli animali.
Merita comunque di essere letta. 8

LA BANDA DELLO ZODIACO
Storia vagamente carina ma completamente fuori personaggio. Solo a me Alan sembra un po' Magico Vento? Rinaldi dona un tocco old style, ma non basta a garantire la sufficienza. 5

CUORI RANDAGI
Storiella un po' asettica. Anche qui, molto Dylan Dog, ma poca sostanza. Botolo comincia a saltar fuori troppo spesso, anche se qui, a differenza de Il gatto nero, ha un ruolo ben definito. 6.5, Riboldi, qui non al meglio, a me non dispiace affatto.

IL POZZO DEI DANNATI
Brodaglia allungata, inutilmente verbosa e smaccatamente forzata. La storia non fila e non entusiasma, l'espediente del racconto retrospettivo di Dylan non funziona e accresce la distanza tra lettore e vicende. Ancora gatti neri? E che è, il gigante animalista? Per fortuna ci pensa Bloch a dirci che non si capisce niente. Neanche Stano riabilita questa storia. 4.5 (anche se vedo che in genrale piace).

L'ALTRO
Grande Ruju sulle storie brevi. Non tradisce neanche questa volta e tira fuori una narrazione secca e decisa, quasi telegrafica ma estremamente adatta al tipo di storia. Piccatto è perfetto nel disegnare "Dylan cattivo". Sì, è vero, è poco Dylandoghiana, ma resta comunque una lettura molto piacevole. 8

Nel complesso, 6.5 :)

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: ven gen 02, 2015 9:32 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Condivido l'Altair-pensiero.
Le due di Stano sono molto belle, e :r: sul breve difficilmente sgarra.

Il Gatto Nero, per amarezza e delicatudine lirica mi ricorda in un certo senso Margherite, anche se Dylan fa solo da spettatore qui.
Manfredi invece confeziona la sua peggiore cavolata per congedarsi da Dylan. Spero che ci ripensi e torni per chiudere in (migliore)bellezza

DI CHE SEGNO SEI?
ALOHA DISCENDENTE DA ALOHA (ma senza vertigini)

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: mer lug 01, 2020 7:30 pm 
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Iscritto il: mer mag 13, 2020 12:29 pm
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L'ottavo Gigante è un curioso e azzardato esperimento editoriale, che affianca quattro storie medio-brevi di Dylan Dog a una lunga di Nick Raider. :mrgreen:

Come detto già da tutti, "La banda dello zodiaco" è un addio (quello di Manfredi alla serie) decisamente fiacco: un giallo del tutto privo di elementi soprannaturali, una storia ordinaria e incolore, priva di guizzi, e non aiutata dai disegni di Rinaldi, competenti ma per nulla evocativi (e in alcuni punti chiaramente affrettati). Anche stavolta, come spesso nelle storie dell'autore, è Bloch (che ogni tanto assomiglia a Michel Piccoli) a chiedere l'aiuto di Dylan, e anche stavolta (come in "La governante") il nostro salva la ragazza all'ultimo minuto. Oltre all'errore di collocazione temporale segnalato da Altair, solleva dei dubbi anche la stessa presenza di uno squat a Soho -cioè, in sé ci può anche stare: il problema è che Groucho aveva appena finito di lamentarsi della gentrificazione della zona... :roll:

Il resto va meglio, ma comunque la fiammella dell'ispirazione arde a intermittenza. Per quanto riguarda le storie "medie" (sarebbe anche curioso sapere se siano nate così, oppure se siano state espanse, o viceversa accorciate, rispetto alla loro lunghezza originaria), mi tocca bocciare anche stavolta Gonano, che nelle sue poche prove dylaniane non mi ha mai convinto. Almeno questa volta non mette in mezzo ninfomanie e violenze sessuali (c'è "solo" un caso di violenza coniugale, peraltro confinante con l'autosuggestione), ma neanche a questo giro gli riesce di trovare il tono giusto, tra suggestioni gotiche e battibecchi che si vorrebbero brillanti e spiritosi, ma che ammosciano ogni tentativo di costruire un po' di tensione vera (il gotico è uno dei generi più refrattari all'ironia). Senza contare che è impossibile immaginare quali contorsioni logiche e lessicali siano necessarie perché Dylan rimanga bellamente all'oscuro del rapporto tra i suoi due clienti (tanto per dirne una: una persona paranoica come Claire, convinta che il marito stia cercando di ucciderla E che sia al corrente della sua intenzione di rivolgersi a Dylan, non sarebbe certo rimasta indifferente di fronte alla coincidenza di Dylan in partenza proprio per il Galles, ossia il luogo da cui lei proviene; e, per dirne un'altra, è strano che Hendricks non indossi mai la fede, o che per tutto il castello non ci sia neppure una foto della moglie).

Nelle sue due storie, Sclavi decide di mirare al cuore (anche degli animalisti), e fa centro: magari in "Cuori rubati" la butta un po' troppo sul patetico (però c'è Riboldi, ahinoi al suo ultimo lavoro dylaniano), ma "Il gatto nero" è una meraviglia malinconica di quelle da stropicciarsi gli occhi -sia per il lavoro di Stano (migliore qui che in "Il pozzo dei dannati", per quanto mi riguarda), sia perché quelle lacrimucce bisognerà pure toglierle, in qualche modo... Come nota(va) giustamente Wolkoff, i temi del rimpianto e dell'amore perduto/sfuggito riportano inevitabilmente a "Margherite" -anche se qui Sclavi si (e ci) concede perfino un briciolo di speranza sul finale, cosa per la quale (essendomi immedesimato fin troppo nell'avvocato Palmer, e non solo in quanto amante dei gatti) mi sento di ringraziarlo.

Applausi conclusivi per Ruju, che continua ad aggiornare il suo score quasi perfetto su questa collana con "L'altro", che a ben vedere fa in sedici pagine quello che l'osannato Accatino di "La vita rubata" farà in novantaquattro, e forse perfino meglio -nella misura in cui la brevità lo aiuta sia a mantenere la tensione, sia ad aggirare quasi tutte le questioni legate alla plausibilità della vicenda (nel caso di Accatino, ad esempio, più passa il tempo e più diventa difficile capire come mai nessuno si accorga che Dylan -stazzonato, manesco, borioso, strafottente- è decisamente... come dire, NON Dylan).

Nel complesso, però, credo sia il più debole tra i primi otto Giganti: e magari le due cose non sono collegate (o forse c'entra anche la nascita del Maxi, che poteva essere usato come rifugio/parcheggio per le storie di lunghezza canonica ma ritenute per un motivo o per l'altro non adatte alla serie regolare), ma il cambiamento della formula, che sarebbe avvenuto l'anno seguente con il passaggio a un'unica storia di formato extralarge, appare comunque una buona idea (anche se poi l'opportunità non sarebbe stata sempre sfruttata al meglio -ma questo è un altro discorso). Tuttavia, così facendo, è venuto a mancare l'unico sbocco rimasto per le storie brevi (che nei primi anni trovavano ospitalità anche nelle pagine dell'Almanacco): un errore, a mio avviso, considerando la loro qualità media, non di rado -anzi, dal quarto volume in poi direi quasi sempre- superiore a quella delle storie lunghe.

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Non giudicare gli uomini sulla base delle loro opinioni, ma da ciò che le opinioni possono fare di loro. (Georg Christoph Lichtenberg)


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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab ago 22, 2020 4:22 pm 
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Iscritto il: sab giu 19, 2010 5:51 pm
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il gatto nero
sul soggetto molto sentito di puccioni, graziosa ministoria di sclavi, con più pagine del solito, malinconica, ottimamente disegnata
dylan un pò acchiappa-animali, alle prese con un sosia di cagliostro, un pò stranamore (quello di castagna, non di kubrick)
il titolo è di poe ma ricorda "la solitudine dei numeri primi" quasi dieci anni prima dell'uscita del best seller, con un finale ottimista
colonna sonora consigliata: "firenze" del grande ivan graziani
copertina bruttina, era meglio sulla prima storia
CLASSICO

voto 9


Ultima modifica di Kramer76 il mer nov 18, 2020 5:06 pm, modificato 6 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #8/G Il gatto nero
MessaggioInviato: sab ago 22, 2020 4:33 pm 
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la banda dello zodiaco
ultima storia di manfredi su dylan dog, non sembra nemmeno lui (zero approfondimenti storici stavolta), sembra un fondo di magazzino
sembra una di quelle strane storie di sclavi e coppola, dylan tutto sommato si muove da dylan o da ispettore coliandro
però il contesto è poco dylaniano, un'improbabile storia di ladri acrobatici e di gangster con qualche incubo inserito qua e là alla bell'e meglio
comunque un errore pubblicarla su un gigante all'interno del quale è l'unica storia lunga, i disegni di rinaldi non aiutano

voto 5


Ultima modifica di Kramer76 il sab ago 22, 2020 4:57 pm, modificato 1 volta in totale.

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