Cravenroad7

Secondo me Piccatto è uno dei migliori disegnatori dylaniani, che poi a volte non abbia voglia è un altro discorso. Però è un grandissimo, e anche nella versione "sintetica" ha fatto grandi cose (vedi Oltre quella porta). Poi è anche questione di gusti, ma per me il peggior Piccatto (Il re delle mosche) vale più di decine di altri disegnatori (e non mi riferisco solo a Dylan).

certo, sul fatto che sia un discorso di gusti non ci piove.

I gusti sono tali, però ha certamente reso grezzo il tratto a discapito della precisione anatomica ed espressiva che aveva precedentemente. Il viso di Dylan è quasi diverso da quello iniziale e anche certi personaggi sembrano uscire a fatica dalla china.

Sono d'accordo sul fatto che il Piccatto di "Oltre quella porta" sia ottimo...l'atmosfera melodrammatica che impregna l'albo non sarebbe stata resa allo stesso modo probabilmente con il Piccatto di 15 anni prima..

Ma sul "Re delle mosche"....accidenti....gli preferirei chiunque...

Mi spiace dirlo ma per i miei gusti personali, Piccatto che era uno dei migliori disegnatori in assoluto su DD (le tavole de Il ritorno del mostro sono le mie preferite del suo repertorio), oggi è diventato il peggiore..

Mah dirò, a me non dispiace così tanto. Anzi, il suo tratto schizzato e nervoso mi piace proprio, anche se non nego che in alcuni albi (sempre di più ultimamente) esagera e dà noia pure a me, perché un conto è un tratto sintetico un altro è quello svogliato (e la differenza si nota).

Però sono sulla stessa onda di rimatt: preferirò sempre il peggior Piccatto al peggior Freghieri e Roi, e cito questi due perché erano fra quelli che apprezzavo molto e che adesso apprezzo poco. Il primo, Freghieri, quando non ha voglia è di un anonimo disarmante, del tipo che se non c'è una signora storia di supporto c'è il rischio di addormentarsi; Roi invece ormai non disegna più, quindi non si pone nemmeno il problema

AAAAARRGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
Ma scusa...capisco che nello speciale abbia dato il peggio di se...ma dire che non disegna più è assurdo. Roi resta un maestro del buio, delle atmosfere allucinanti e degli sguardi carichi di paura ed horror, cosa che Freghieri ad esempio, non possiede minimamente. Ha un tratto molto lineare e pulito, forse troppo, e per un fumetto come Dylan non credo sia il massimo.
I peggiori restano Montanari&Grassani, seguiti da Cossu, mentre amo molto Celoni e sopratutto Mari. Stano lo lascio fuori classifica perché quella è arte allo stato puro.

Per me tutto quello che dici Roi lo era, almeno su DD (perché mi pare di aver capito leggendo sul topic di Brandon che lì continua a disegnare alla grande). Quindi immagino che su Dylan abbia perso gli stimoli, perché onestamente ti sfido a trovarmi un albo disegnato da Roi negli ultimi anni che ricordi anche vagamente il Roi di un tempo. E non vale il discorso "ma si è evoluto, sperimenta" perché non è vero: Roi disegna sempre allo stesso modo, solo peggio (ribadisco: mi riferisco solo ciò che riguarda Dylan); già gli sfondi non erano il suo, adesso li ha rimossi del tutto, solo linee bianche e nere qua e là; vignette sempre più scarne e povere, poco ispirate, tutt'altro che spaventose!, le mani le ha rimosse dall'anatomia umana, ecc..

Poi non metto in dubbio che i gusti so' gusti!

a differenza di Roi Piccatto ha avuto un revival, non un reinventarsi a la Casertano ma poco ci manca.

il miglior Piccatto è quello di Grand Guignol ma il mio preferito è in Oltre quella porta.

E poi diciamolo. È una bella comodità poter tralasciare l'anatomia.

E la prospettiva.

E l'inchiostrazione.

e le espressioni dei personaggi.
e le mani.
e i piedi.

ma che gazzo state addì

in Oltre quella porta era caricatissimo.

si, di insulti da parte dei lettori.

appunto. L'ANATOMIA.

Se vuoi essere più "espressionista", devi almeno compensare con una superba capacità di raccontare. Come Mari per intenderci.
Il peggior narratore per immagini in assoluto è comunque l'imbalsamato Cossu.

Il miglior Piccatto di sempre, IMO. Anatomicamente perfetto. Anzi, di più: perfetto in tutto.

era così carico che la mano andava per i fatti suoi.