Rispondo a queste ultime domande della giornata...poi domani sarò via quindi non potrò essere qui con voi.
allora:
- il mio disegno devo ancora "incasellarlo" in un genere preciso...diciamo che finora, tutti i fumetti che ho fatto, o tutte le tavole di prova che ho disegnato, di generi di storie diverse, le ho sempre affrontate trovando lo stile di disegno più adatto al genere...quindi la questione è più che altro, "che storie mi piace disegnare"?...per ora mi sono divertito molto con l'ambientazione storica cinese del 1200. Ma sto cercando in realtà nuovi generi di racconto..(appunto il discorso della danza contemporanea a cui accennavo nell'altro topic)...in questo ultimo periodo l'unica cosa che mi da soddisfazione è il mio "braccio di culo"..(
www.bracciodiculo.blogspot.com)...per un paio d'anni sono stato molto "rigido" nella costruzione anatomica e nelle architetture, rigido nel senso che stavo li a farmi tremila pippe mentali a concentrarmi su ogni singolo dettaglio...sto cercando di snellire invece il mio disegno...a tal proposito sto amando molto "Les Passe-Murailles"..un fumetto degli umanoidi che secondo me è disegnato da dio (sicuramente il titolo l'ho scritto sbagliato, ma a quest'ora non mi va di verificarne la correttezza..):)
- per quale sceneggiatore..a parte Sclavi: ....la Barbato?....
- per quanto riguarda i miei modelli...la mia debolezza sta nel fatto che non ho l'occhio clinico..cioè...non riesco ad avere dei modelli, perchè non mi piace studiare un segno già "interpretato", da un altro autore, grande che sia... Mi piace moltissimo guardare i film, le foto e la realtà...sono questi i miei modelli, è per questo che il percorso che sto facendo è molto lento e difficile...se devo dire 3 nomi, però, di persone che stimo più di ogni altra ti direi:
Moebius, Bilal, Lorenzo Mattoti. Questi 3 secondo me sono gli unici veri geni del fumetto (viventi)...mi spiace non avere la "forza" di analizzarli nel dettaglio come vorrei...e tra l'altro il loro percorso è talmente personale che sarebbe impossibile emularlo..tantomeno pensare di clonarli...il senso della cosa sarebbe però cercare di capire quali sono state le loro scelte, per arrivare ai loro risultati.
- il lavoro del mio staff si compone di tinte piatte e ombreggiatura. I tratti d'autore riguardano la resa atmosferica, la scelta dei colori che daranno l'emozione finale, e tutta la lavorazione riguardante eventuali texture, luci/bagliori ecc..Il "quid" è dato da tutto l'apporto che non è "limitato" da metodologie progressive di sviluppo della tavola, ma che risulta essere una ricerca finale di un risultato che vada oltre la "stesura impiegatizia" del colore.
- tonalità e luminosità sono la stessa cosa.(ghghgh te lo dico perchè faccio molti workshop e ormai mi sono abituato a "insegnare"...
) le mie teorie sul colore in realtà sono molto semplici, e si basano sulle teorie fisiche della luce, e le 3 proprietà del colore:
tono, tinta e croma. tutto si basa sul concetto di "il colore non esite", cioè il colore è una radiazione di luce che colpisce un oggetto il quale, a seconda della propria composizione molecolare, assorbe o riflette determinate lunghezze d'onda. Una volta assimilato a pieno questo concetto puoi controllare il colore a tuo piacimento, senza aver paura di sperimentare, l'importante è sviluppare sempre delle volumetrie corrette. Tutto è sempre giustificato dalla "fonte di luce". Sono molto "scientifico" nel colore, le regole da applicare sono 3 o 4...il metodo "matematico" è semplice..e veloce.
notte!