julius94 ha scritto:
Non vi impuntate sul paragone con la Vertigo
Ok.
julius94 ha scritto:
Intendevo che se si lascia completa libertà agli autori (quelli capaci, chiaramente) è probabile che si otterrà qualcosa di buono, per lo meno qualitativamente.
Mah... Forse qui bisognerebbe capire cosa si intende per paletti. Tanto per fare un esempio, l'assenza dello splatter (che poi in realtà c'è ancora) in Dylan Dog è, o è diventata, un paletto? Magari anche sì, ci sono storie come Scritto con il sangue che senza splatter non esisterebbero neppure. Però secondo me la forza di Dylan Dog non è mai stata quella. Alla fine quello che valeva davvero nelle storie era la densità della narrazione, la grande capacità di Sclavi o chi per lui di inanellare trame molto articolate, piene di sottotrame e dialoghi brillanti. Non credo ci sia un paletto che limiti anche questo approccio, o magari sì; magari davvero la Bonelli attuale non vuole storie troppo "dense" e si rivolge a un pubblico più superficiale di quello di una volta, e questo - se esistesse - sarebbe davvero un "paletto" pericoloso e deleterio per le storie.
Io non sono d'accordo sulla necessità della nascita di una Vertigo Bonelliana, perché francamente mi è sempre parso che al compromesso tra fumetto popolare e impronta autoriale la Bonelli ci fosse già arrivata parecchi decenni fa. Anche senza andare a scomodare Sclavi Dylan Dog, mi vengono in mente serie come Napoleone, Dix, Magico Vento. Magari meno surreali di Dyd (e anche qui ci sarebbe da dire, vedi Napoleone), ma mi sembra che - all'incirca - gli autori su queste testate abbiano potuto fare praticamente tutto quello che volevano (anche Brendon, ora che ci penso: trashissima ma libera), persino imporre il segno di autori "difficili" come Bacilieri. Sì, ok, poi un controllo editoriale c'è sempre (la proposta gravidanza di Julia su cui è stato posto il veto), ma non è che la Vertigo o la Image - se quello è il modello - non usino "paletti" o censure quando lo ritengono opportuno. Naturalmente la risposta del pubblico è un argomento a parte: sì, Mercurio Loi è originalissima e surreale quanto un Napoleone, ma chi se la compra? Secondo me non arriva al 12.
Se poi per paletti si intende qualcosa che riguarda le testate storiche (vedi Tex e Zagor), vale a dire un certo bizzarro modo di riprendere i fumetti degli anni '50 persino nei dettagli grafici (vedi Zagor che ha ancora copertine con titoli retrò da far paura), sì, è vero che la Bonelli continua a proporre questi modelli, però: A- Sono SOLO quelle testate, il che non impedisce a un autore di creare un altro personaggio più moderno; B- Zitti zitti, tra lo scandalo dei puristi, ogni tanto anche queste testate conoscono la loro brava infrazione alle regole, vedi Tex di Breccia, fra l'altro su testi - bellissimi - proprio di Faraci.
Dopodiché: magari non sono proprio informatissimo su tutte le ultime tendenze del fumetto popolare mondiale (anche se in realtà compro, e regolarmente, parecchia roba), ma è poi vero che si è evoluto e noi italiani siamo rimasti al palo? Tralasciando i giapponesi che sono - letteralmente - un mondo a parte, a me non sembra che (specialmente a livello europeo) "gli altri" siano presi poi tanto meglio. Grandi di una volta, tipo Wolinski (che ok, era un satirico, ma capace di dialoghi densissimi ed efficacissimi) non ci sono più; escono un sacco di BD mediocri; poi vengono fuori ottimi fumetti di fantascienza (tipo quelli della serie "Fantastica" della Mondadori) che però per approccio e grafica non sono poi tanto lontani dai nostri Grandi romanzi Bonelli... A me pare che il fumetto "popolare" sia in crisi un po' dappertutto, paradossalmente proprio nel momento in cui il fumetto è ormai definitivamente accettato come forma d'arte dotata di dignità, e le ragioni di questa crisi sono talmente complesse che nemmeno ci provo ad analizzarle. Esempi del contrario non ne conosco, o magari ci sono ma non mi vengono in mente.