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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 7:14 pm 
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non hanno cambiato nulla, non avrebbero avuto il tempo. sapevano che c'erano tonnellate di storie vecchie da smaltire.

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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 9:08 pm 
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Nel frattempo Bilotta pubblica sul suo profilo tutta la prefazione integrale che ha scritto nel suo volume ristampa del Pianeta dei Morti (compresa la storia del numero 69):
https://www.facebook.com/28880341452148 ... 797890613/
La trovo una cosa molto bella, in modo che chiunque possa leggerla, senza per forza acquistare il volume.


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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 9:17 pm 
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FutureDylan ha scritto:
Nel frattempo Bilotta pubblica sul suo profilo tutta la prefazione integrale che ha scritto nel suo volume ristampa del Pianeta dei Morti (compresa la storia del numero 69):
https://www.facebook.com/28880341452148 ... 797890613/
La trovo una cosa molto bella, in modo che chiunque possa leggerla, senza per forza acquistare il volume.


Grazie della segnalazione, Future, e grande Bilotta. Stavo proprio pensando che un dietro le quinte di questa portata, cioè la ragion d'essere di un nuovo universo narrativo, dovrebbe essere messo all'inizio di ogni albo. Troppo importante e "fondante" per essere un "bonus" per chi compra il cartonato.

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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 10:13 pm 
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Keanu Coen ha scritto:
FutureDylan ha scritto:
Nel frattempo Bilotta pubblica sul suo profilo tutta la prefazione integrale che ha scritto nel suo volume ristampa del Pianeta dei Morti (compresa la storia del numero 69):
https://www.facebook.com/28880341452148 ... 797890613/
La trovo una cosa molto bella, in modo che chiunque possa leggerla, senza per forza acquistare il volume.


Grazie della segnalazione, Future, e grande Bilotta. Stavo proprio pensando che un dietro le quinte di questa portata, cioè la ragion d'essere di un nuovo universo narrativo, dovrebbe essere messo all'inizio di ogni albo. Troppo importante e "fondante" per essere un "bonus" per chi compra il cartonato.


Figurati Keanu Coen, è un piacere. Comunque mi piace molto quello che scrive Bilotta nella prefazione (e quindi in questo post). Ci trovo tra queste righe una grande sensibilità autentica. Toccante il suo discorso sul tempo e sul Dylan maledetto a cui hanno cancellato la "Fine dell'episodio", che non può più contare sul giorno della marmotta per resettare il suo status quo e salvarsi dalla vecchiaia e dalla morte. In effetti nella continuity classica Dylan Dog e tutti i suoi comprimari possono essere visti, in questo senso e con questa ottica, mesmerizzati.


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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 10:21 pm 
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Comunque per chi non potesse connettersi a Facebook riporto qui sotto l'intero post di Bilotta (contenuto integrale della prefazione al volume ristampa il Pianeta dei Morti).


Chi non ha mai puntato una pistola contro il migliore amico?
Il mio alle scuole medie si chiamava Fabrizio Rocci. Durante una lezione, di punto in bianco mi ha chiesto: hai mai letto Dylan Dog?
Presto viene a trovarci una consapevolezza che teniamo segreta per pudore o per timore, o perché siamo convinti che il mondo degli adulti e quello dei piccoli non abbiano nulla a che spartire e di giorno s’incontrino solo per caso. Le prime domande sui grandi temi della vita sono questa consapevolezza e dimentichiamo in fretta che arrivi in modo così precoce, come quando mio nipote a quattro anni si chiedeva dove fosse prima di nascere. Alle scuole medie ero già immerso in una privatissima weltanschauung, che credevo solo mia proprio perché non si condivide. Dylan Dog è stato il fumetto perfetto perché si prestava a una lettura di semplice evasione e allo stesso tempo a una più profonda ed esistenziale. Era quel luogo di incontro dove parlare di certi temi innominabili e dove avere il coraggio di lasciarsi andare a certe paure.
Comunque non avevo mai sentito nominare Dylan Dog prima che me lo chiedesse il mio migliore amico. Con Fabrizio Rocci condividevamo la passione per i libri, i fumetti, provavamo a scrivere e disegnare delle storie sui quaderni di scuola, avevamo così tanti interessi che ricordo che la mattina, da bambino, entrare in classe era ogni giorno una sorpresa. Mi aveva insegnato a disegnare magliette nere sui seni nudi delle donne di Dylan, avevamo paura che i genitori ci proibissero di leggerlo, la nostra esperienza non era molto differente da quella di Ricky di Caccia alle streghe. I genitori di Fabrizio soprattutto non glielo avrebbero mai permesso. E gli Inquisitori non hanno tardato a farsi sentire. Una mattina il mio compagno di banco non c’era più, aveva scelto di andarsi a sedere da qualche altra parte, mi aspettava solo per fare uso di tutte le brutte parole che conoscevamo, per accusarmi di averlo distratto e di avergli fatto perdere tempo. La professoressa di matematica si era lamentata con i genitori di quello che facevamo in classe e loro lo avevano sottoposto alla Cura Ludovico. Bisogna dire che il Rocci sapeva mantenere le promesse, era il primo anno delle medie e da allora non mi ha mai più parlato.
Chi non ha mai puntato una pistola contro il padre? Quelli di noi che lo hanno fatto, si sono in parte salvati.
Nel frattempo Dylan Dog inventava il dubbio. Le architetture che Tiziano Sclavi congegnava per le proprie storie costringevano il lettore a un impegno attivo, a nuovi sforzi interpretativi e soprattutto a lasciare ogni certezza alla prima pagina della storia. Ogni episodio ricostruiva il cammino dell’essere umano in una realtà senza punti fermi, una vita in bilico tra sogno e veglia, quindi un costante senso di angoscia di cui era vittima inerme Dylan stesso insieme al lettore. Sapeva porre domande, senza dare risposte, faceva proprio il modo di ragionare dei grandi pensatori a cui sono ostili gli animi volgari in cerca di rassicurazioni, spiegazioni o addirittura indicazioni. In una lettera che gli ho inviato, scrivevo “Caro Dylan, nella naturale assenza di risposte, nell’umano conseguente sconforto, lei ha dato forma a se stesso continuando a ripetersi quelle domande sapendo che questo non avrebbe avuto esito, indipendentemente da questo, portando avanti un’indagine senza approdo”.
I lettori considerati più superficiali ripetono il luogo comune che Dylan Dog è i primi 100 numeri. Io che voglio essere più specifico dico che i numeri sono 69, più 7 storie speciali, 7 racconti brevi, 2 storie per almanacco e 2 racconti brevi di Groucho. Infatti alla fine del sessantanovesimo numero Dylan muore.
Si potrebbe immaginare che Il Pianeta dei Morti sia il racconto di quell’indagatore dell’incubo lasciato con il numero 69 e ritrovato con qualche anno in più. Potrebbe essere d’effetto per quelli che lo leggevano allora che sono invecchiati insieme a lui, come me, potrebbe disorientare chi lo incontra adesso e si ritrova a sentire che Dylan Dog ha un passato. Perché il passato e il tempo sono un lusso che a un personaggio dei fumetti è concesso di rado.
Il Pianeta dei Morti ha inizio cronologicamente dal primo racconto di questo volume. Dylan Dog e Groucho hanno quindici anni in più e sembra mancargli lo smalto di un tempo, qualcosa è andata male negli ultimi tempi. La considero l’ultima storia dell’indagatore dell’incubo che conoscevamo perché quello che entra a stravolgere la pagina è un’epidemia peggiore di quella che si racconta, è la realtà. Non riuscire a pagare le bollette si trasforma in povertà, la morte esiste davvero, l’incubo da indagare è quello di un dolore reale e quindi terribilmente banale. Ma, soprattutto, come dicevo, il tempo. Questo è l’elemento principale di storie in cui si insegue la vita eterna, per sbilenca che sia, purché sia. Questo è ciò con cui si deve confrontare un personaggio dei fumetti che si trova maledetto perché gli hanno cancellato la “Fine dell’episodio”. Non si può chiudere e ricominciare da capo, passando alla storia successiva. L’eterno ritorno non esiste.
Di eterno resta solo il dubbio, le solite domande sulla provenienza e la destinazione del viaggio, gli anni della scuola, i Fabrizio Rocci, gli insegnanti svogliati e insensibili, i pomeriggi senza scopo, i genitori sempre troppo stanchi, il mondo del lavoro spersonalizzante e alienante, gli amori avvelenati da uomini e donne che sono il prodotto inquinato di tutto questo. È da molto tempo che Dylan Dog si trova ad avere a che fare con il lato spaventoso dell’esistenza, è comprensibile che abbia un aspetto più malandato e stanco e forse anche che l’umore non sia più quello di una volta. In fondo il suo sconforto potrebbe essere il nostro.
Chi non ha mai puntato una pistola contro se stesso?

http://bit.ly/IlPianetaDeiMorti1

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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 1:57 am 
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Vignetta di Giorgio Santucci tratta da una futura storia scritta da Gabriella Contu.
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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 11:05 am 
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FutureDylan ha scritto:
Comunque per chi non potesse connettersi a Facebook riporto qui sotto l'intero post di Bilotta (contenuto integrale della prefazione al volume ristampa il Pianeta dei Morti).


Chi non ha mai puntato una pistola contro il migliore amico?
Il mio alle scuole medie si chiamava Fabrizio Rocci. Durante una lezione, di punto in bianco mi ha chiesto: hai mai letto Dylan Dog?
Presto viene a trovarci una consapevolezza che teniamo segreta per pudore o per timore, o perché siamo convinti che il mondo degli adulti e quello dei piccoli non abbiano nulla a che spartire e di giorno s’incontrino solo per caso. Le prime domande sui grandi temi della vita sono questa consapevolezza e dimentichiamo in fretta che arrivi in modo così precoce, come quando mio nipote a quattro anni si chiedeva dove fosse prima di nascere. Alle scuole medie ero già immerso in una privatissima weltanschauung, che credevo solo mia proprio perché non si condivide. Dylan Dog è stato il fumetto perfetto perché si prestava a una lettura di semplice evasione e allo stesso tempo a una più profonda ed esistenziale. Era quel luogo di incontro dove parlare di certi temi innominabili e dove avere il coraggio di lasciarsi andare a certe paure.
Comunque non avevo mai sentito nominare Dylan Dog prima che me lo chiedesse il mio migliore amico. Con Fabrizio Rocci condividevamo la passione per i libri, i fumetti, provavamo a scrivere e disegnare delle storie sui quaderni di scuola, avevamo così tanti interessi che ricordo che la mattina, da bambino, entrare in classe era ogni giorno una sorpresa. Mi aveva insegnato a disegnare magliette nere sui seni nudi delle donne di Dylan, avevamo paura che i genitori ci proibissero di leggerlo, la nostra esperienza non era molto differente da quella di Ricky di Caccia alle streghe. I genitori di Fabrizio soprattutto non glielo avrebbero mai permesso. E gli Inquisitori non hanno tardato a farsi sentire. Una mattina il mio compagno di banco non c’era più, aveva scelto di andarsi a sedere da qualche altra parte, mi aspettava solo per fare uso di tutte le brutte parole che conoscevamo, per accusarmi di averlo distratto e di avergli fatto perdere tempo. La professoressa di matematica si era lamentata con i genitori di quello che facevamo in classe e loro lo avevano sottoposto alla Cura Ludovico. Bisogna dire che il Rocci sapeva mantenere le promesse, era il primo anno delle medie e da allora non mi ha mai più parlato.
Chi non ha mai puntato una pistola contro il padre? Quelli di noi che lo hanno fatto, si sono in parte salvati.
Nel frattempo Dylan Dog inventava il dubbio. Le architetture che Tiziano Sclavi congegnava per le proprie storie costringevano il lettore a un impegno attivo, a nuovi sforzi interpretativi e soprattutto a lasciare ogni certezza alla prima pagina della storia. Ogni episodio ricostruiva il cammino dell’essere umano in una realtà senza punti fermi, una vita in bilico tra sogno e veglia, quindi un costante senso di angoscia di cui era vittima inerme Dylan stesso insieme al lettore. Sapeva porre domande, senza dare risposte, faceva proprio il modo di ragionare dei grandi pensatori a cui sono ostili gli animi volgari in cerca di rassicurazioni, spiegazioni o addirittura indicazioni. In una lettera che gli ho inviato, scrivevo “Caro Dylan, nella naturale assenza di risposte, nell’umano conseguente sconforto, lei ha dato forma a se stesso continuando a ripetersi quelle domande sapendo che questo non avrebbe avuto esito, indipendentemente da questo, portando avanti un’indagine senza approdo”.
I lettori considerati più superficiali ripetono il luogo comune che Dylan Dog è i primi 100 numeri. Io che voglio essere più specifico dico che i numeri sono 69, più 7 storie speciali, 7 racconti brevi, 2 storie per almanacco e 2 racconti brevi di Groucho. Infatti alla fine del sessantanovesimo numero Dylan muore.
Si potrebbe immaginare che Il Pianeta dei Morti sia il racconto di quell’indagatore dell’incubo lasciato con il numero 69 e ritrovato con qualche anno in più. Potrebbe essere d’effetto per quelli che lo leggevano allora che sono invecchiati insieme a lui, come me, potrebbe disorientare chi lo incontra adesso e si ritrova a sentire che Dylan Dog ha un passato. Perché il passato e il tempo sono un lusso che a un personaggio dei fumetti è concesso di rado.
Il Pianeta dei Morti ha inizio cronologicamente dal primo racconto di questo volume. Dylan Dog e Groucho hanno quindici anni in più e sembra mancargli lo smalto di un tempo, qualcosa è andata male negli ultimi tempi. La considero l’ultima storia dell’indagatore dell’incubo che conoscevamo perché quello che entra a stravolgere la pagina è un’epidemia peggiore di quella che si racconta, è la realtà. Non riuscire a pagare le bollette si trasforma in povertà, la morte esiste davvero, l’incubo da indagare è quello di un dolore reale e quindi terribilmente banale. Ma, soprattutto, come dicevo, il tempo. Questo è l’elemento principale di storie in cui si insegue la vita eterna, per sbilenca che sia, purché sia. Questo è ciò con cui si deve confrontare un personaggio dei fumetti che si trova maledetto perché gli hanno cancellato la “Fine dell’episodio”. Non si può chiudere e ricominciare da capo, passando alla storia successiva. L’eterno ritorno non esiste.
Di eterno resta solo il dubbio, le solite domande sulla provenienza e la destinazione del viaggio, gli anni della scuola, i Fabrizio Rocci, gli insegnanti svogliati e insensibili, i pomeriggi senza scopo, i genitori sempre troppo stanchi, il mondo del lavoro spersonalizzante e alienante, gli amori avvelenati da uomini e donne che sono il prodotto inquinato di tutto questo. È da molto tempo che Dylan Dog si trova ad avere a che fare con il lato spaventoso dell’esistenza, è comprensibile che abbia un aspetto più malandato e stanco e forse anche che l’umore non sia più quello di una volta. In fondo il suo sconforto potrebbe essere il nostro.
Chi non ha mai puntato una pistola contro se stesso?

http://bit.ly/IlPianetaDeiMorti1

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davvero interessante, grazie per aver riportato qui :wink:

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Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti.
Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.


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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 1:17 pm 
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Grandissimo Bilotta, giuro che solo a leggere queste righe mi vien voglia di comprare il volume anche se ho già le storie contenute (che tra l'altro sono a mio gusto le più deboli della saga del Pianeta dei morti).

Bilotta, perché non sei il curatore di Dylan? Perché? :cry:

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 2:34 pm 
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Ilnomeutenteinserito ha scritto:
davvero interessante, grazie per aver riportato qui :wink:


Figurati, è un piacere :wink:


rimatt ha scritto:
Grandissimo Bilotta, giuro che solo a leggere queste righe mi vien voglia di comprare il volume anche se ho già le storie contenute (che tra l'altro sono a mio gusto le più deboli della saga del Pianeta dei morti).

Bilotta, perché non sei il curatore di Dylan? Perché? :cry:


Ciao Rimatt, io l'ho comprato e ne vale davvero la pena. Sia per la bellissima introduzione di Bilotta (ce n'è anche una di Recchioni ma che non dice molto), sia per i disegni in formato gigante e a colori di Martinello, che per la copertina di Mastrazzo che vista dal vivo è... :P :P :P
Ho già il vecchio volume Bao (Cronache dal Pianeta dei Morti), ma questo formato è proprio diverso. Poi mi fa piacere pensare che comprandolo sostengo in parte il lavoro di Bilotta (e la sua ascesa a curatore :mrgreen: :mrgreen: ).
Quando sono andato al Bonelli Store, c'erano tutti i numeri originali di DyD dal 70 in su. Erano esauriti o mancavano soltanto il Color Fest 2, 10, il volume Bao del Pianeta e gli Speciali 29 e 30 (proprio per le storie di Bilotta). Questo spero faccia capire alla Bonelli chi dovrebbe essere il nuovo curatore...


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MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 3:02 pm 
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Ho comprato anch'io il nuovo volume del Pianeta dei morti e sinceramente lo consiglio a chi non si è mai approcciato come me alla saga o a chi ha numeri mancanti. Bella la copertina ed il formato ma ha zero contenuti extra solo un paio di tavole di bozzetti. Meglio i volumi cartonati di Dragonero che oltre i molti extra e bozzetti ha anche una storia inedita.

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Potrei vivere nel guscio di una noce, e sentirmi re dello spazio infinito.


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MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 3:04 pm 
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rimatt ha scritto:
Grandissimo Bilotta, giuro che solo a leggere queste righe mi vien voglia di comprare il volume anche se ho già le storie contenute (che tra l'altro sono a mio gusto le più deboli della saga del Pianeta dei morti).

Bilotta, perché non sei il curatore di Dylan? Perché? :cry:



Cavolo allora migliora ancora di più.Non leggevo una storia di Dylan con tanta curiosità da anni e sono in ansia per leggere le seguenti. Davvero ben scritta.

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MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 3:53 pm 
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A mio parere gli Speciali sono proprio di un altro livello, volano altissimo.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 3:57 pm 
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Giuda ballerino95 ha scritto:
Ho comprato anch'io il nuovo volume del Pianeta dei morti e sinceramente lo consiglio a chi non si è mai approcciato come me alla saga o a chi ha numeri mancanti. Bella la copertina ed il formato ma ha zero contenuti extra solo un paio di tavole di bozzetti. Meglio i volumi cartonati di Dragonero che oltre i molti extra e bozzetti ha anche una storia inedita.


Ciao Giuda ballerino95,
sono d'accordo che questo volume ha pochi extra. La prima ristampa Bao "Cronache dal Pianeta dei Morti" ne aveva molti di più e costava di meno.
https://baopublishing.it/prodotti/dylan ... dei-morti/
Ma non era un formato "gigante" come questo.
Come anticipato da Rimatt, secondo me la seconda storia (Il tramonto dei Vivi Morenti) è la più debole di tutta la saga (forse un po' troppo "politica").
Dalla prossima storia "La casa delle Memorie" si impenna il ritmo, fino all'ultimo orgasmico numero "La Grande Consolazione".
Il mio numero preferito è "In Nome del Figlio" (che mi ha molto emozionato e fatto anche un po' piangere :( )


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 Oggetto del messaggio: Re: Commenti alle anteprime!
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 4:52 pm 
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rimatt ha scritto:
A mio parere gli Speciali sono proprio di un altro livello, volano altissimo.

al di la della trama, sono proprio scritti meglio.

facciamo una petizione per bilotta curatore o al posto di draghi. decidiamo presto però che il tempo stringe.

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MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 5:32 pm 
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rimatt ha scritto:
Grandissimo Bilotta, giuro che solo a leggere queste righe mi vien voglia di comprare il volume anche se ho già le storie contenute (che tra l'altro sono a mio gusto le più deboli della saga del Pianeta dei morti).

Bilotta, perché non sei il curatore di Dylan? Perché? :cry:

già...

FutureDylan ha scritto:
Ilnomeutenteinserito ha scritto:
davvero interessante, grazie per aver riportato qui :wink:


Figurati, è un piacere :wink:


rimatt ha scritto:
Grandissimo Bilotta, giuro che solo a leggere queste righe mi vien voglia di comprare il volume anche se ho già le storie contenute (che tra l'altro sono a mio gusto le più deboli della saga del Pianeta dei morti).

Bilotta, perché non sei il curatore di Dylan? Perché? :cry:


Ciao Rimatt, io l'ho comprato e ne vale davvero la pena. Sia per la bellissima introduzione di Bilotta (ce n'è anche una di Recchioni ma che non dice molto), sia per i disegni in formato gigante e a colori di Martinello, che per la copertina di Mastrazzo che vista dal vivo è... :P :P :P
Ho già il vecchio volume Bao (Cronache dal Pianeta dei Morti), ma questo formato è proprio diverso. Poi mi fa piacere pensare che comprandolo sostengo in parte il lavoro di Bilotta (e la sua ascesa a curatore :mrgreen: :mrgreen: ).
Quando sono andato al Bonelli Store, c'erano tutti i numeri originali di DyD dal 70 in su. Erano esauriti o mancavano soltanto il Color Fest 2, 10, il volume Bao del Pianeta e gli Speciali 29 e 30 (proprio per le storie di Bilotta). Questo spero faccia capire alla Bonelli chi dovrebbe essere il nuovo curatore...

e a questo punto sciolgo le mie ultime riserve che mi erano rimaste e me lo piglio, visto che mi manca la storia del gigante...

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