Lord Blendings ha scritto:
Ma certo che l'originalità è proprio il punto forte dell'attuale redazione dylandoghiana...
Maqquale originalità! Questi nerd poeracci cercano proprio il riferimento e se ne compiacciono, in perfetta armonia onanista. Come siamo ridotti male...
A proposito di compiacenze stellestrisce: (ringraziando
Nima per i link
, facendo comprendere chi viene qui a sbandierare beotate per il suo spadatrattismo integralista di maniera)
V.M. ha scritto:
Rent Boy ha scritto:
wolkoff ha scritto:
(...)
Non credo ai miei occhi quando leggo delle affermazioni così disinformate e qualunquiste sul fumetto made in USA. Probabilmente, ritengo non sia neanche ben chiara la differenza tra DC comics e Marvel, per dirne una. Ma soprattutto non riesco a capire quale siano le fonti che parlino di fumetti in crisi negli states. (...)
Di fumetti americani non ci capisco nulla, ma spero tu abbia dove ripararti, perché vedo un blast bello grosso in arrivo.
Maqquale blast beat o riff di Stratocaster... non mi sembra molto il caso di discorrere con chi reagisce tipo Sheldon di
Big Bang Theory se gli toccano i suoi pupazzetti impigiamati.
Ripeto solo che il trend mmmerigano non c'entra una sorca morta con la Bonelli, e mal gliene incoglierà se provano ad esportare certi stilemi quaggiù sul cartaceo. Senza Marvel, DC, PSI, FI che tenga.
E per la cronaca torno a ribadire che i comics
IN PROPORZIONE non vendono una mazza per tiratura in patria, se paragonati a delle uscite di "successo" nostrane da edicola - non oso fare il paragone con un manga medio in Giappone perché sarebbe impietoso
.
Cos'è la proporzione?
Basta vedere il bacino d'utenza: negli States ci sono circa 330mln di abitanti, se ci aggiungi i 30 del Canada, arrivi ad un totale di 360mln, che sono grossomodo il sestuplo di quanto in Italia. Da noi un fumetto di successo conclamato venderebbe intorno alle 100.000 copie. In proporzione al di là dell'Oceano dovrebbe vender 600.000 copie.
In realtà laggiù nel migliore dei casi un best-seller supereroista - che in tutto non arriveranno a 6 o 7 - si aggira intorno alle 100.000 al mese, e non parliamo di periodicità stabile a livello di pubblicazioni, perché chiuso un ciclo ci si mette in attesa... non è che escono per anni di seguito come Dylan o Nathan, tanto per dire. Tutte le altre testate di media si accomodano (e di parecchio) sotto le 50.000 copie mensili. Ergo, sempre in proporzione, non sono nulla di che... al pari di una nostra uscita con tirature di libreria o anche meno, specialmente se si tiene presente il bacino d'utenza. Spifferi.
Se soltanto uno vendesse intorno alle 600.000 copie, il mese dopo noleggerebbero uno shuttle per distribuirli in orbita con champagne e caviale
.
Io ci ho vissuto per un semestre negli States e assicuro che, a differenza di Francia e Giappone,
non esiste affatto una cultura dei fumetti diffusa - nerd a parte, o leggera revampata d'interesse passando dal cinema - neanche in ambito liceale/universitario, che non ci sono edicole, e che le fumetterie sono rarissime dove rifornirsi, sempre in proporzione agli abitanti.
Contano sulla quantità del venduto, proprio perché il singolo soggetto interessato, da buon multi-fan geek, quando fa la capatina mensile si rifornisce come se non ci fosse un domani con dozzine di spillatini sottiletta... e campa felice per altri 30 giorni.
Ettantobasti perché il discorso per me non merita ulteriore attenzione, e m'interessa sapere da quando esistono i multiversi stellestrisce quanto me ne cale di conoscer da adesso chi sarà il prossimo ospite notturno di Marzullo
.