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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: lun set 16, 2013 11:40 pm 
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Nathan Never è un personaggio evolutivo, Dylan Dog no. E l'immobilismo c'entra ben poco. Un personaggio seriale deve crescere, ma secondo logiche ben diverse da quelle di testate che fanno della continuity o dell'evoluzione del protagonista il loro tratto distintivo.

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Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 12:06 am 
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Io non capisco, onestamente, cosa terrorizza i Dylaniati della prima ora con le anticipazioni (qualunque esse siano) dei futuri di cambiamenti... è solo un mia impressione che OGGI, la testata che esce in edicola con sù scritto in copertina DYLAN DOG non c'entra una beneamata mazza con quella stessa testata degli anni '90, pubblicata dalla stessa casa editrice, con protagonista il tizio assomigliante a quello di oggi e vestito in ugual modo? Cioè, vi è una paura tremenda dello snaturamento della serie. Ma perché che ha di naturale la serie oggi?
Non fa ridere, non appassiona, non terrorizza, non ti fa pensare, non ti emoziona, non ti commuove, non diverte, non c'è anima. Questo non è Dylan Dog. Mi son sempre reso conto che continuavo a leggerlo più per inerzia che passione. Ricordo a menadito le prime 160 storie circa e ho vaghi ricordi delle altre 160 (salvo eccezioni). Ho sempre sperato in una virata che potesse far rinascere la serie e ora che è all'orizzonte mi sembra di leggere ovunque un pessimismo da paura. Come se già si sapesse quali saranno le scelte editoriali e narrative e quindi, di conseguenza, storcere il naso aprioristicamente.Mi pare un tantinello esagerata come cosa.
Siam tutti qua. Proviamo a immaginare cosa potrà essere Dylan. Sognamo futuri capolavori. O sem plici ritorni al passato. Ma non stiamo qua a fasciarci la testa prima di sbatterla. E' vero che la Barbato ha scritto alcuni dei Dylan più lontani dalle caratteristiche del personaggio, ma è sempre lei che ha tenuto a galla (insieme a Medda) la baracca con le saltuarie storie degne di essere ricordate negli ultimi 9 anni. Mentre, comunque, è opera delle censure Bonelliane, della latitanza di Sclavi e della prudenza di Marcheselli (tutti fautori dello stesso Grande Dylan Dog anni '90) che ci siam ritrovati a questo punto (mi rifiuto di dare la colpa SOLO a Gualdoni). Cioè un punto morto e con un personaggio alieno alle origini.
Ben vengano quindi tutte le novità.
Ben venga uno Sclavi che vuole cambiare. Un Marcheselli spronato a osare. Un Davide Bonelli più largo di maniche. Un Recchioni che ama il personaggio. Una Barbato che si è formata su Dyd e lo ama, sotto sotto, più di Recchioni. Una maggiore libertà creativa ai vari autori e quindi, in massa, felici ritorni dei vari Ambrosini, Enna, Ruju, Medda (e chi lo sa, magari gli stessi Chiaverotti e Sclavi).
Non ho assolutamente paura che il personaggio snaturi. La mia unica paura è che, magari, questa fiammata possa durare 2 - 3 anni per poi ritornare alla regolare mediocrità.

PS Ovviamente tutto IMO ...mica ho la certezza che dietro il sipario tutto è andato allo sfascio per i motivi suddetti e tutto si riprende per i motivi medesimi ...

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"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 11:32 am 
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Lord Blendings ha scritto:
Ho sempre sperato in una virata che potesse far rinascere la serie e ora che è all'orizzonte mi sembra di leggere ovunque un pessimismo da paura. Come se già si sapesse quali saranno le scelte editoriali e narrative e quindi, di conseguenza, storcere il naso aprioristicamente.Mi pare un tantinello esagerata come cosa.

Oh, tu non hai idea di quanto un certo tipo di lettore sia capace di crogiolarsi nella decadenza (presunta o effettiva) della sua serie "preferita". Come rinunciare a sentirsi parte di qualcosa di irripetibile e speciale accaduto tanti anni? Vedrai quando ci metterà a nascere il partito del "si stava meglio quando si stava peggio"...

E poi - non fosse altro - lamentarsi e stroncare è più facile, gratificante e soprattutto divertente quando bisogna scrivere.


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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 11:53 am 
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Triss ha scritto:
Nathan Never è un personaggio evolutivo, Dylan Dog no. E l'immobilismo c'entra ben poco. Un personaggio seriale deve crescere, ma secondo logiche ben diverse da quelle di testate che fanno della continuity o dell'evoluzione del protagonista il loro tratto distintivo.


Appunto. Da una parte ci sono personaggi nati per evolversi e cambiare, e che pertanto vivono le rispettive storie all'interno di una stretta continuity (gli "evolutivi" Nathan Never, Magico Vento, anche il recente Saguaro); dall'altra parte, ci sono personaggi che al termine di ogni avventura ricominciano daccapo e sono sempre uguali a se stessi (gli "iconici" Tex e Dylan Dog). Nelle testate di questi ultimi ci sono comunque alcune storie in continuity, ma sono pochissime e rappresentano l'eccezione, non certo la regola. Si tratta di tipologie di personaggi differenti, non ce n'è una peggiore o una migliore. Rimane il fatto che alla base di tutto ci sono le storie, che possono essere buone o cattive a prescindere dalla tipologia del personaggio; e, dato che autori come Barbato, Medda o Recchioni sanno scrivere bene, da loro mi aspetto buone storie che non snaturino Dylan (fermo restando che la sperimentazione fa parte del DNA della serie, pertanto il dover rispettare certe basilari caratteristiche non è affatto limitante).

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 12:15 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Non ho mai parlato di continuity in merito a Dylan, che c'entra solo in modo marginalissimo... e quando è capitato con non pochi danni :dito:
Mi riferivo al "cambiamento" in senso lato, come capacità di evolversi, di crescere, di presentarsi ad altro, nella prospettiva/taglio delle storie, e non nel creare la saga di se stesso per il protagonista, su modello narrativo-romanzesco.

Anche nelle piccole cose: se l'OldBoy comincia ad usare il cellulare è un'eresia o no?
Per il ramo ultra-conservatore sarà una bestemmia davanti al Santo Padre.
Per altri lo snellimento di una topica ormai inverosimile.
Per me non rappresenta nulla di che, ma almeno mi evita la straripetuta tiritera quando un cliente gli chiederà come mai non ne possiede uno e lui risponderà compiaciuto... quello che tutti possiamo immaginare, visto che lo sappiamo a memoria :| .

Questo nutrirsi dei propri luoghi comuni, messi a caposaldo per nascondere altre carenze e strascurando l'importanza (dinamica) del proprio potenziale, è una della ragioni del fallimento di questi ultimi 6 o 7 anni.
Non si tratta di esser fedeli al proprio DNA, si tratta di sbandierarlo a reti unificate quando non si ha altro da dire/esprimere :mad: .

ALOHA FECONDAZIONE ETEROLOGA

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 12:34 pm 
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Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
Credo che alcuni cambiamenti siano necessari. Dopotutto è un personaggio nato nel 1986, quasi 30 anni, non più un giovanotto, diciamo. Questa sorta di cristallizzazione degli anni 80'/90' non funziona più adesso. Bisogna semplicemente calarlo in un contesto più moderno senza snaturarlo. E snaturare un personaggio non è fargli fare 4 ricerche su internet..Risulterebbe un personaggio anacronistico, oserei dire ridicolo nelle sue convinzioni e nei suoi cliché.

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Nobody talks about the pile (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 1:09 pm 
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wolkoff ha scritto:
Non ho mai parlato di continuity in merito a Dylan, che c'entra solo in modo marginalissimo... e quando è capitato con non pochi danni :dito:
Mi riferivo al "cambiamento" in senso lato, come capacità di evolversi, di crescere, di presentarsi ad altro, nella prospettiva/taglio delle storie, e non nel creare la saga di se stesso per il protagonista, su modello narrativo-romanzesco.


Mi sembra - correggimi se sbaglio - che ti riferisca a una sorta di restyling, ovvero di aggiornamento del personaggio ai giorni nostri; però, personalmente, non ne vedo l'utilità: ritengo che, così come sia (nelle caratteristiche fondanti, intendo), il personaggio sia già perfetto.

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 1:18 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Non mi riferivo in quel post neanche al restyling di certe cosette, in senso di update :tc: .
Se rivedi l'importanza che ho dato, per esempio, all'uso del cellulare, si capisce che non era a quello che mi riferivo, come fattore quagliante.
Il problema non sono le caratteristiche fondanti del personaggio da stravolgere... è il basarsi solo su quelle per pretendere di scriverne una storia, con una certa arroganza mista al lassismo del compitino rispettoso che copre l'assenza di idee.
L'ultima frase che ho scritto era la conclusione di questo passaggio, in bella evidenza.

Spero di esser stato chiaro, è il terzo post che ritorno su questa cosa... e a me, a differenza dell'ultimo Dylan mantenuto in vita solo dal polmone artificiale dei suoi cliché, non piace tanto ripetermi :D .

ALOHA PAGANINI

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Io no capito, io no capito

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 2:17 pm 
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Località: cremona
la paura dei cambiamenti è naturale.....conosco dylan da 21 anni , è normale che i super strilloni di novita' e le mille mila congettur-anticipazioni mi mettano una sana inquietudine...nel topic sullo speciale ho scritto che le pubblicita' mi sembrano un po' troppo arrogati,quasi una americanata.......forse sono io che invecchio (ma qui lo dico e qui lo nego, cosi' mia moglie non lo usera' contro di me)ma tutto questo hype è esagerato!!!!!!!
......sono combattutto tra l'essere felice insomma Recchioni,Sclavi, Barbato e chi piu' ne ha piu' ne metta di pezzi da 90 cosi' , e allo stesso tempo mi sembra tutto troppo "pompato", troppo urlato al pubblico, quasi per convincerlo che tutto cambiera' in meglio assolutamente..ma un urlo per convincere in primis gli autori stessi......
siamo abituati alle "gattopardate all'italiana",restando nei fumetti Bonelli mi vien subito da pensare a Nathan Never e il suo post "guerra dei mondi".......dal mio punto di vista un enorme buco nell' acqua...uno status quo praticamente inalterato..............

_________________
ma se dal 2023 diventassi io il nuovo curatore di dyd?

IO SONO RKC E SONO FATTO DELLA STESSA MATERIA DI CUI SONO FATTI GLI INCUBI.......
IT BEGINS......08/09/2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Sacello


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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 2:45 pm 
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wolkoff ha scritto:
Spero di esser stato chiaro, è il terzo post che ritorno su questa cosa... e a me, a differenza dell'ultimo Dylan mantenuto in vita solo dal polmone artificiale dei suoi cliché, non piace tanto ripetermi :D .


Hai ripetuto tre volte ma, porta pazienza, non ho ancora capito quel che volevi dire. :cry:

Va be', ne approfitto per illustrare meglio il mio punto di vista sull'argomento. Quando io parlo di "caratteristiche fondanti" non mi riferisco certo al maggiolone, al cellulare, al clarinetto o a tutti quegli elementi accessori che circondano il mondo di Dylan, bensì alla filosofia - chiamiamola così - del personaggio. Semplificando molto, potrei dire che Dylan è un indagatore squattrinato e perditempo che si muove nella Londra dei giorni nostri e che nelle sue avventure indaga sugli orrori e sulle brutture della contemporaneità. L'horror, nei suoi risultati più alti, è un genere che prende spunto dal reale, "leggendo" la quotidianità e partendo da lì per raccontare storie che spaventano proprio perché parlano di noi e perché in esse ci possiamo riconoscere. Il Dylan di Sclavi è stato il filtro attraverso il quale l'autore raccontava la realtà, naturalmente mediata delle sue personali idee e dalle sue convinzioni. Ha colto nel segno proprio perché sapeva raccontare con lucidità ed efficacia un'epoca, un particolare periodo storico.

E quando tiro in ballo l'inutilità di un'evoluzione intendo dire che Dylan deve rimanere così, ovvero deve partire dal reale e deve rimanere strettamente ancorato alla contemporaneità. Di tutti gli elementi accessori di cui sopra mi importa assai poco: Dylan non sarebbe meno Dylan se usasse il cellulare o il computer, né le sue storie perderebbero d'efficacia. Non sono queste le evoluzioni che mi preoccupano, per il semplice fatto che queste non sono evoluzioni e nulla scalfirebbero dello spirito del personaggio.

Per me l'approccio di Dylan con il mondo esterno dovrebbe essere simile a quello di Michel Vaillant con il mondo delle corse: Vaillant aveva trent'anni negli anni Sessanta, quando guidava assieme a Jim Clark, e aveva trent'anni negli anni Novanta, quando gareggiava con Michael Schumacher. L'autore, Jean Graton, l'ha sempre calato nella realtà e l'ha sempre fatto confrontare con i piloti che erano in auge al momento dell'uscita di ogni nuovo albo. Mutatis mutandis, lo stesso andrebbe fatto con Dylan: non ha senso relegarlo negli anni Ottanta, perché nel frattempo molte cose sono cambiate e ora ci sono altre storie da raccontare.

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Ciao,
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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 3:29 pm 
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@rkc

Il tono pirotecnico di certe uscite fa parte dell'operazione di rilancio, in senso marketing
Serve a calamitare attenzione e a scuotere un po' di sopore acquisito, nel lettore medio o a corto di informazioni.
E' un clamore artefatto che non c'entra molto col profilo delle storie in programmazione.
Non dovrebbe intimorire più di tanto per questo... :roll:

@rimatt

Non torno per la quarta volta su quanto scritto perché finiamo nello stucchevolarci le narici.

Piuttosto, per quello che riguarda quanto hai scritto dopo, sono il linea di massimo d'accordo... anche se non ho letto M. Vaillant ed il mondo delle corse non è quello dell'horror.
Nel senso: molte cose legate all'incubo non hanno tempo, sono al di là di una qualsiasi periodizzazione storica, e rimangono impregnate nell'animo umano dalla notte dei tempi, ataviche fino al midollo.
Le puoi rimodulare, ma la radice è quella lì.
Molte storie di Dylan con pochi accorgimenti possono essere ambientate dall'epoca Vittoriana ad oggi e non cambierabbe nulla.
Lo spirito dei tempi è in chi scrive, non necessariamente in chi si rappresenta :3 .

Quando la contemporaneità post-realistica bussa con troppa insistenza alla porte dell'horror dylaniesco, si rischia di sfondare nel goffo/patetico/cronachistico dell'ultimora strillonata, modello "cogli-il-fenomeno-attuale"... come per una storia - scritta male, inteso :wink: - sulle identità fittizie sui socialnetwork, una sul femminicidio occulto, una sui giochi erotici finiti male, etc.
E' un fumetto, non la versione a fumetti forzata dei salotti di Vespa o della D'Urso, come spunti.
Del Debbio è un altro discorso... quella è surrealtà, e sono sicuro che Sclavi lo troverebbe buono per uno dei suoi incubi 8-)

Anche per me le "caratteristiche fondanti" non sono certo gli elementi accessori di cui parli, ma molti autori, con la scusa dei paletti, ne hanno fatto dei paraventi per non evolversi, come stile e contenuti, riprendendo ed insistendo sui soliti leit-motifs per farne i loro ( unici e light ) pilastri costituenti, invece di privilegiare spessore&qualità di una storia.

E' questa l'involuzione corrente di cui vorrei sbarazzarmi :?


ALOHA DEVOLVENZA

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 5:58 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Pur non possedendo lo scibile per controbattere a tutto quello che è stato postato...

Ma davvero ritenete che l'orrore di Dylan sia un orrore quotidiano e non, all'opposto, classico e senza tempo ?
Per come l'ho sempre vista io, Dylan è un personaggio fuori dal tempo in cui vive ( il che non vuol dire che non debba nemmeno saper accende un cellulare...) e ciò era palese nelle storie anni 80 come in quelle di oggi.
L'orrore vero e "storico" lo insegna "It" di King, non ha datazione cronologica, ma verte sull'animo umano, sulle paure ancestrali del buio, del mostro, della morte.
Snaturare DyD non significa farlo parlare due minuti al cellulare, ma adattare il suo horror a quello attuale senza un filtro che lo riconduca nel binario classico al quale deve, necessariamente, incanalarsi.
O che Dracula di Stoker non è snaturato, nei tempi moderni, magari con il principe del male che balla in discoteca ?
E' staurare Dylan farlo partecipare ad una caccia ai vampiri stile Buffy, a farlo scontrare con vampiri tipo Blade, oppure con mostri teenagers dai capelli impomatati di gel. Ma il vero problema di Dylan, oggi, è la carenza di carattere, di forza ed originalità delle storie. La loro inconsistenza narrativa che relega i personaggi secondari, salvo rare uscite, a macchiette. E' proporre vicende che non prendono, prive di riflessioni e spessore, che paiono scritte a mero compitino. Non l'idea che Dylan entri in chat, ma che da questa chat escano personaggi come quelli de "L'Assassinio perfetto".

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" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 6:13 pm 
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Dylan è nato come personaggio ben calato nel proprio tempo, e non è certo un caso che - per esempio - certe tematiche tipicamente sclaviane (e quindi dylaniane) quali l'attenzione per il diverso e l'emarginato, il mantra "i mostri siamo noi" e tutte le caratteristiche (anche) patetiche del personaggio siano state sviluppate proprio negli anni Ottanta, il decennio tutta apparenza e niente sostanza dell'"edonismo reaganiano". Scelte narrative che avevano una precisa valenza politica e che nascevano proprio in contrasto alla realtà dell'epoca. Poi non voglio certo dire che Dylan debba essere sempre "sulla notizia", per così dire, ma per essere efficace sono convinto che debba comunque rivolgersi alla contemporaneità, e che proprio guardando alla contemporaneità gli autori debbano cercare gli spunti per le proprie storie. Poi va da sé che anche storie "neutre" sono ben accette, quando scritte con sapienza, passione e mestiere. :)

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 7:08 pm 
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Le tematiche cui fai riferimento, sono antiche quanto la letteratura ed il mondo. Frankenstein ad esempio.
Poi che possano esistere epoche in cui, per ragioni varie e diverse fra loro ma complementari, certi argomenti abbiano più peso, è certamente vero. Ma la classicità e la grandezza di Dylan Dog non possiedono una collocazione temporale attuale o precisa. Appartengono all'aurea classica così come le storie dei FQ di Lee/Kirby oppure dei poemi omerici.

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 Oggetto del messaggio: Re: #325 Una nuova vita
MessaggioInviato: mar set 17, 2013 7:13 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Vero, ma non credere che sia per caso se certi argomenti - e certi generi letterari - emergono in determinati periodi storici e non in altri. ;-)

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