Cravenroad7

Questa manticora???

Può esser uno spunto per qualche nuova storia, no? Ne parlavano Aristotele, Avicenna, i bestiari medievali, Rabelais, Borges...

Fatelo sapere ai Baralzones, anche se come citazione non vale molto, a livello cinematografico...

Non so te ma io con "Baralzones" m'immagino una zona, tipo un quartiere, dove sono tutti Baraldi.
Tocca trasferirsi !

Sono l'equivalente dei Cesaroni in ambito dylaniato.
Lady Baraldi+Lanzoni Principe Consorte, coniugati in combo.

Per i cugggggini ci stiamo attrezzando, qualcuno magari dal lurkaggio è passato a scrivere qua.

È buffo che fosse per te mi uccideresti con dei martelli però se c'è da spiegarmi qualcosa lo fai.
Grazie.

Forse perché estinguersi con sapienza è più doloroso che con insipienza ?

Allora s'è risolto tutto?? L'amicizia ha vinto??

L'amicizia è una cosa giocosamente seria.
Le zanzare sono seriamente una rogna, da millenni.

La moto era viva, vedi occhio al posto della luce davanti.
Il vero dylan però sarebbe stato impacciato non plastico comenell'albo.

Dove abito io è pieno, dannate paludi. Mi raccomando quando esci mettiti l'autan. Anzi no, non uscire che c'è allerta arancione per il caldo.

Buonasera,
spezzo io nuovamente una lancia su questo albo, esponendo le seguenti considerazioni:
1.L'autore ci ha fatto vivere un grande gioco spensierato, dando prova di una fantasia notevole e anche di voler dare una forma, una razionalizzazione, a tale fantasia. Tra i due aspetti (sfrenata fantasia e razionalizzazione della stessa) preferisco senza dubbio il primo, perché non ritengo interessante creare una topografia degli Inferi.
2.In rete ho fruito un video che criticava in modo netto quest'albo; questo è perfettamente legittimo. Ho invece trovato bizzarro che lo stesso streamer, abbia definito "autorevole" l'albo Golconda. Io ritengo che anche Golconda nascesse come un gioco, anche se di tipo differente rispetto a questa "Fuga da Golconda".
3.Infine, una considerazione mia. Quando avevo 16 anni nascondevo gli albi di Dylan Dog dagli adulti, perché ritenevo che non fossero in grado di capirli e non vedevo l'ora di ritagliarmi un angolo per rileggere quelli più inquietanti, comportandomi come con la letteratura gotica d'autore e con la collana per ragazzi Super Junior. Insomma, queste letture, DYD in testa, per me avevano un fortissimo impatto emotivo, che purtroppo adesso non possono più darmi, se non per effetto nostalgia. Insomma: vorrei rileggere questo albo a 15 anni e vedere le mie reazioni.

Baron Karza

Il 90% degli individui che leggesse a 15 anni questo albo al posto del #41, penserebbe che DD è un fumetto da cestinare per sempre. L'unica fuga sarebbe quelle dei lettori a conti fatti, e baroni contraffatti

Questo albo non vale nemmeno un'unghia incarnita della "vera" Golconda; non ne rispetta la goliardia, il nonsense, le provocazioni, il caos arrembante, la demonologia tuttasclaviana. Again: ficcare random qualche uomo in bombetta o un occhio gigante non fa testo, se i testi si basano su un piano di evasione filmesco, imper-scopiazzato e senza mordente, protratto su mezzo albo... quando l'altra metà è costituita da gironzolaggi riempitivi in una sezione golcondiana degli inferi totalmente esangue, smorta, palliativa, vacua di idee, con risoluzione semplicisticamente infantile... come risultante di un pallido tentativo di imitare certi stilemi che non appartengono di certo ad un tizio che ha cominciato a sceneggiare negli ultimi mesi per hobby coniugale.

Buongiorno,
sono consapevole della differenza tra i numeri 41 e 117 da un lato (Golconda e La quinta stagione) e quest'albo (Fuga da Golconda); a tutti gli effetti La quinta stagione è uno dei miei albi preferiti. Non è comunque sbagliato attingere dallo stesso immaginario per costruire vicende nuove, con una diversa impostazione. L'albo 117, ad esempio, non voleva costruire una topografia Infernale ma riusciva a immergere il lettore in un'atmosfera onirica e surreale, tuttavia ciò non impedisce che un altro autore si approcci al tema come ritiene più opportuno, sarebbe stato peggio imitare goffamente quell'atmosfera surreale unica e irripetibile. Il discorso dell'attingere all'immaginario dei classici della testata è, a mio avviso, corretto, in quanto nella gestione precedente il personaggio era stato stravolto e occorre a mio avviso tornare ai fondamenti. Concludo precisando che comunque ho valutato l'albo solo Accettabile, ma secondo me non è sbagliato tornare ai fondamenti, per poi, in seguito, tentare di costruire nuovi classici, una nuova mitopoiesi che nasca però dall'ordinario di cui Fuga da Golconda potrebbe essere un esempio.
Baron Karza

Sarei anche d'accordo, ma qui nessuno è all'altezza di ergersi a nuovo classico, tantomeno riprendere la traccia dei precedenti, per poi svilupparne una re-interpretazione personale di qualità, che rimanga nel tempo.
Come già detto, non è semplice naneggiare sulle spalle dei giganti, se non se ne hanno i mezzi .

Abbiamo perlopiù solo una generazione di nerdomani tardoni ultra40enni, invaghiti dei loro ricordi adolescenziali - v. Lanzoni che confessa di rimuginare tipo mantra il motivetto (appena accennato, in origine) delle "miniere di sale" di Golconda per decenni, finché non ci scrive una storia sopra quando passa da fan alla stanza dei bottoni, come per contrappasso catartico... che non ha nulla di creativo alla fine, perché la storiella è di fatto un coacervo di citazioni che non c'entrano nulla con la maestria grottesca della "vera" Golconda, e non sa neanche reggersi da sola sui propri spunti, sbiadendo nell'anonimato da carenza d'ispirazione per prestarsi allo scipito riempitivo tantoper (v. ultime 30pp).

Per fare un confronto molto ravvicinato, Enna sul #454bis ha copiato di brutto una traccia cinematografica, ai limiti del plagio, ma si è dimostrato degno emulo di un cult iper-classico, creando un albo a tratti personale e molto convincente .
Mentre Vanzella, sull'OB di Giugno, ha sfornato una bellissima storia riprendendo quella mezza dozzina di scrittori e filosofi, convertendola in una cosa molto avvincente in chiave dylaniata, il meglio proposto dal 2024 finora.

Non hanno evocato né toccato (con borioso gasamento sconclusionato di posticcia sciagurataggine last minute) gli Inferni del Conte né i lucertoloni di Golconda perché forse sanno che lì non avrebbero avuto nulla da aggiungere degno di nota, e allora saggiamente hanno virato verso altro, con ottimi risultati

(Ci sarebbe anche da dire che se vai a citare/ritirare fuori un'albo molto amato è quasi inevitabile beccarsi le ire della gente, quindi non so quanto conviene)