Neanche a me fa piacere il cambio di disegnatore in una storia doppia, perché qui Alessandrini mi è garbato parecchio, e poi...
Keanu Coen ha scritto:
ora che ci penso è peggio di quello che credevo all'inizio, abbiamo un albo che tratta il tema degli Inferi in modo sì accademico, ma comunque rispettoso della tradizione dylaniana.
Accademismo con laurea specialistica per corrispondenza da Tirana, forse
.
Come già detto sopra, Lanzoni ha provato a fare il compitino in format, ma per me non ha infuso nulla degli "inferni" dylaniati in quanto tali, per atmosfera, mood, e movenze dei diretti coinvolti.
Ci vedi forse qualcosa del surreale di Ambrosini o del grottesco di Sclavi in materia infernale Ti sembra un setting ispirato da quelle storie "storiche" un contesto dove uno degli snodi della sceneggiatura è il non trovare posteggio al furgoncino (pp.45 e 53) e lo si lascia in doppia fila sollevando sospetti, manco fossimo al parcheggio sotterraneo di Mediaworld? - ma tanto diranno che è una citazione - come l'ingorgo mooooolto burocrato-infernale (pp. 89-93) dove si verifica il fatal car crash e una pagina dopo (94) ci si ritrova senza motivo in una stazione di smistamento evidentemente distante uno sputo di pidocchio dalle corsie dell'autostrada?
Io ci vedo - e con
Alessandrini si finisce nella tautologia- poco più di un
Martin Dog dis-enigmato (perché stordito) che scorrazza passivamente per corridoi cercando di capirci qualcosa dei presunti mysteri orditi da altri, con ogni tanto una zuffa a margine senza Java ferire, e un tentato appeal noir-action da acuta rapina feat.mandrakata con
De Nardo che se la ride per © rimasti intatti. Persino Gualdoni o Di Gregorio quando si sono confrontati con gli Inferni burocratici sono andati più a tiro
.
Senza contare che il Duefacce si allarma verginello qui (p.27)
per un possibile varco col mondo dei vivi, quando il 98% delle storie con lui coinvolto di basano su questi passaggi dimensionali da 30 anni e passa, mentre per qualche strano motivo semantico chiama il mondo dei vivi "aldilà", mentre in tutte gli altri albi si era usato "aldiqua" per i-non-ancora-morti o concetti dal valore simile.
[...] Passando ad altro, non mi va di infierire sulle falle logiche della questione "fascicoli" insita nel presunto piano di Hooker perché ci hai già pensato tu - tanto se ne usciranno col fatto che è un contaballe cronico, come sulla storiella delle precedenti 13 gite agli inferi, affachéppoi?
- ma di ripensare un attimo all'atteggiamento di Dylan. Mi sta bene che faccia lo scorbutico scazzato da gang movie in un albo simile, però quando inizialmente si trova legato al lettino sotto farmaci, su quattro tavole in croce, tre sono devolute alle sue minacce contro Kelly e Natalino Balasso... ehhhm, volevo dire Hooker:
ma che mmmmenghia si pensa di minacciare in quelle condizioni da immobilizzato? Una contro-dose di Groucho per 24h illimitate di freddure come contrappasso dantesco quando (e se) si libererà? Un rutto in faccia da Bloch mentre Jenkins torna a dirigere il traffico nei parcheggi dei centri commerciali?
Senza contare che viene ufficialmente arruolato (come sempre in questi casi) nella figura di "catalizzatore" di eventi ultra-medianici, mentre di fatto la sua unica funzione consiste nel consegnare bulbi ghiacciati e intavolare una scenetta pseudo-tarantiniana al bar, ovviamente non riuscita.
Ho già detto come l'insipida partitella a poker (per modalità ed esito) sia la più grossa chance sprecata dell'albo, e
Meridio davvero un demonucolo senza ispirazione: vogliamo scommettere che anche qui diranno sia la citazione di qualcosa? Io ho pensato all'Harkonnen pelato e panzone di
Dune ma di sicuro si tratta di altro... come è una citazione dai giochi della saga
Fallout il concept del caveau in copertina.
Infine la cosa più spassosa a livello di nonsense dell'albo, e cioè
l'ossessione di Lanzoni per i corsivi buttati nel mucchio a muzzo random, anche a costo di rinunciare al grassetto, perché forse pronunciati tra i denti e non vere e proprie esclamazioni
- tipo p.13.iii; 66.vi; 92.ii o lo scarto tra pp.82.iii e 82.iv.
Quando capiremo cosa ci stavano a fare lì, le nostre anime si saranno già
dannate per altro...