Bel dilemma, mi ha ricordato la famosa questione sullevata da Umberto Eco circa l'aver letto tutto i libri che aveva in casa
Naturalmente il bibliofilo, anche chi colleziona libri contemporanei, è esposto all'insidia dell'imbecille che ti entra in casa, vede tutti quegli scaffali, e pronuncia: "Quanti libri! Li ha letti tutti?" L'esperienza quotidiana ci dice che questa domanda viene fatta anche da persone dal quoziente intellettivo più che soddisfacente. Di fronte a questo oltraggio esistono, a mia scienza, tre risposte standard.
La prima blocca il visitatore e interrompe ogni rapporto, ed è: "Non ne ho letto nessuno, altrimenti perché li terrei qui?" Essa però gratifica l'importuno solleticando il suo senso di superiorità e non vedo perché si debba rendergli questo favore.
La seconda risposta piomba l'importuno in uno stato d'inferiorità, e suona: "Di più, signore, molti di più!"
La terza è una variazione della seconda e la uso quando voglio che il visitatore cada in preda a doloroso stupore. "No," gli dico, "quelli che ho già letto li tengo all'università, questi sono quelli che debbo leggere entro la settimana prossima."
Visto che la mia biblioteca conta cinquantamila volumi, l'infelice cerca soltanto di anticipare il momento del commiato, adducendo improvvisi impegni. Quello che l'infelice non sa è che la biblioteca non è solo il luogo della tua memoria, dove conservi quel che hai letto, ma il luogo della memoria universale, dove un giorno, nel momento fatale, potrai trovare quelli altri hanno letto prima di te. E' un repositorio dove al limite tutto si confonde e genera una vertigine, un cocktail della memoria dotta.