alemans123 ha scritto:
Incredibile che uno che non scriva per lavoro ma solo per passione si permetta di giudicare in tal senso le opere di uno che comunque le opere per lavoro le scrive.
Capisco poter dire che una determinata opera (o opere) dell'artista piace o non piace o affermare cosa c'è che non va (come abbiamo discusso io e te Drake sull'albo della Baraldi) ma permettersi di dire che "E poi, non me ne vogliate, ma ripeto che in 25 anni di carriera essere ricordato (e vi assicuro che fuori di qui non se ne parla così tanto) per due o tre belle storie fa un po' storcere il naso." mi pare un pò esagerato e credo che di fronte a frasi del genere un autore si DEBBA sentire libero di mandare a quel paese la persona che fa queste considerazioni. Io lo capisco. Si sta pur sempre parlando di un autore che se è in giro da 20 anni delle qualità le ha. Non ho letto questa ultima storia ma se devo dire la mia Stria e Gli occhi e il Buio sono due ottime storie, Anarchia e Nel fumo due buone storie e Il sapore dell'acqua è sicuramente quella meno riuscita (a me è piaciuto molto poco, perlomeno).
Per quanto riguarda la scrittura è evidente che l'ispirazione non è assolutamente un semplice modo per rimorchiare. Le storie scritte con il cuore, con l'ispirazione con quel qualcosa in più si riconoscono da quelle scritte con il solo mestiere o per rispetto di date scadenze. Se ci fosse solo mestiere basterebbe impararlo il mestiere, no? Altrimenti non si spiega perchè storie come Memorie e Il Lungo Addio siano più belle di "Killer" o "Gli uccisori" nonostante siano dello stesso autore (lasciatemi il fatto che ne il lungo addio ci sia il soggetto di Marcheselli). Poi,ripeto, forse ci vuole un pò più di umiltà nell' avvicinarsi a un autore che cmq è 20 anni che scrive.
Inizio col dire che Simeoni può mandarmi a fanculo, se ci tiene. Non mi offendo.
Continuo col dire che l'ispirazione, la divina musa che ti tocca e improvvisamente partorisci il capolavoro, questa è una visione romantica, che nulla a che vedere con il cuore. L'ispirazione da molti è vista come una scintilla che ti permette di scrivere la storia della vita, mentre in realtà ti dà il la, l'idea, ma poi il resto è altro, molto altro.
E ripeto che per rimorchiare funziona, perché alla gente non importa delle tue documentazioni, del tuo studio, del tuo sbatterci la testa e scrivere/cancellare pagine su pagine. Alla gente piace l'idea che tutto nasca come un'illuminazione e con tot notti insonni a scrivere posseduto da chissà quale entità metafisica. Anche a me piace come immagine, ma non è così che funziona.
Continuo a ribadire che Simeoni, in 25 anni, pur collaborando ad inizio carriera con Bonvi, è ricordato - come sceneggiatore - per quelle due graphic novels, di cui una ambientata praticamente a casa sua e che potrebbe tranquillamente essere la sua Mater Morbi (aka storia intima, che ha molto di lui, delle sue origini, della sua vita e dei suoi ricordi d'infanzia).
Negli ultimi dieci anni di sue produzioni abbiamo storielle di dylan dog (e non lo dico di certo solo io, sebbene le abbia lette per farmi un'idea personale e motivata), tre nathan never, due storie trovate, ad esempio, da don cristo, brutte brutte (ma un parere non fa una prova, ci mancherebbe), oltre le due GN citate prima.
Non è accanimento verso Simeoni, il mio, nonostante se lo meriterebbe per diverse sue uscite, quanto un voler capire perché ancora si parla di delusione o di fiducia riposta in un autore che, almeno su dyd, è stato molto poco interessante.
Di sicuro, in dyd, la scintilla dell'ispirazione di cui tu hai visione romantica, non è scoccata. Non c'è alcuna idea alla base, solo mera sceneggiatura.
La differenza tra il lungo addio e killer è semplice, la prima ha un'idea alle spalle, la seconda è divertissement di serie b. Entrambe storie fatte bene, ci mancherebbe, ma la prima ha un motivo d'esistere, la seconda no. La prima racconta di emozioni e sentimenti vivi e reali, la seconda no, né metaforicamente né realisticamente. (specifico questo perché vorrei evitare che mi si dicesse che anche storie molto soprannaturali e improbabili possono raggiungere i livelli del lungo addio, non solo racconti che parlano di vita vera)
L'umiltà < Sincerità. Sempre.
Probabilmente con un autore anche meno capace ma meno supponente sarei stato più "umile" (vedi cavaletto), o forse no. In ogni caso preferirei, una volta diventato scrittore, post come il mio, se il mio lavoro è privo di "ispirazione" e "anima", che un "Merda" qualunque o un "Bellissimo" detto da chi veramente mangia di tutto e legge solo per passare il tempo (non sto parlando di te, quanto di utenti medi di fb).
Per concludere, io sono molto critico, ma non perché cerchi la perfezione tecnica e stilistica, quanto perché cerco qualcosa che abbia motivo di esistere e significhi qualcosa in primis per l'autore (e che non significhi soldi, magari).
Se sono critico con gli altri figurati quanto lo sono con ciò che scrivo io.