<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Stella Maris</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br />Eccomi qui! Spinto soprattutto dai vostri commenti entusiasti, ho speso 'sti benedetti 5 euro e 20 per l'Almanacco, ho letto subito la storia e... sono rimasto deluso!
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Scusa, Teo, se parlando bene di questo albo ti abbiamo creato aspettative rivelatesi frustrate... [:p]
A parte gli scherzi, se ragionassimo in termini di "capolavoro", credo arriveremmo a un paio di storie di Dylan (forse) negli ultimi anni. Non so se è un capolavoro, mi pare però che si tratti di un'opera molto originale, sceneggiata con grande personalità. Ci hai fatto caso? Ci sono pochissimi fumetti di pensiero, segno che lo sceneggiatore si sente in grado di esprimere i sentimenti dei personaggi esclusivamente attraverso le azioni e le situazioni. Non è cosa da poco. Quante volte troviamo nelle storie di Dylan mega-baloon in cui il personaggio "spiega" verbosamente al lettore tutte quelle circostanze che lo sceneggiatore non è in grado di far "passare" in altro modo?
Ho apprezzato molto anche i risvolti mediatici della vicenda raccontata. Molto spesso le storie di Dylan sembrano fuori dalla realtà, prive di contesto sociale. Qui invece (sarà che Accatino, come dice il suo curriculum sul sito Bonelli, è giornalista) ci sono l'eco della stampa, l'invadenza della televisione, i talk show violenti, i programmi di approfondimento morbosi, i paparazzi, le fughe di notizie, l'opinione pubblica giustizialista, le lettere di scuse ai parenti delle vittime suggerite dagli avvocati, l'abitudine tutta anglosassone delle taglie, le parole di circostanza delle autorità, perfino un accenno discreto (non approfondito) al caso delle due bambine rapite e uccise in Inghilterra qualche anno fa (pag. 74, vignette 3 e 4, con addosso le magliette di Beckham). Al funerale del ragazzino ucciso, nei primi banchi della chiesa, ci sono la Regina e il principe Carlo. Tutto è raccontato in maniera straordinariamente realistica. Non ricordo altri albi con un approccio simile.
Porto con me sempre la coppa / se mai dovesse essere mia la goccia / che lenisca la sete di un viandante - / se mai qualcuno mi volesse dire: / "Dona all'ultimo, e donerai a me". (Emily Dickinson)
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Guarda, sono d'accordo anch'io. Ciò, però, ne fa IMO una storia indubbiamente bella, ma non indimenticabile. Se dovessi dargli un voto, sarebbe un sette e mezzo, forse un otto. Per dire che la storia mi è piaciuta, ma non l'ho adorata come mi è successo con altre (negli ultimi tempi, per fare qualche esempio, "La saggezza dei morti" e quasi tutte quelle della Barbato).
Ciao
Teo
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