Albo non troppo esaltante.
Il mio voto non va oltre il 6. Benchè mi abbia divertito leggermente di più del precedente (cui pure avevo dato 6), ci vedo più ombre che luci.
seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R
Sulla questione del nome di Bloch, ho capito che è stata una scelta di Sclavi in persona.
Però ritengo che Tiziano avesse in mente il Dylan Dog del suo ultimo/penultimo periodo. Quello dove le storie erano costruite come un
Teatro dell'Assurdo. Con intrecci e dialoghi in stile Eugene Ionesco, se quest'ultimo avesse deciso di scrivere per i fumetti anzichè per il palcoscenico.
Dove non solo Groucho fa battute, ma anche lo stesso Dylan (comunque le battute di Dyd non sono mai barzellette vere e proprie). Dove il tono e l'atmosfera sono costantemente sopra le righe.
Prendiamo per esempio il paese di
Lassù qualcuno ci chiama. Da un punto di vista 'realistico', è insensato che in quel paese non solo tutti avessero lo stesso nome (Jones), ma addirittura quando si chiamavano tra di loro capissero subito di chi si trattava, mentre non capivano quando a chiamarli era un estraneo tipo Dylan.
Quella storia ha ricevuto molte critiche, ma non per la questione dei nomi. Era ovvio che quel paesino era stato concepito da Sclavi come un Teatro dell'Assurdo, senza pretese di realismo.
Ecco, credo che Tiziano abbia concepito Wickedford e il nome di Bloch in chiave Teatro dell'Assurdo.
Di certo, se la storia fosse stata sceneggiata come
Lassù..., la rivelazione del nome avrebbe avuto sul lettore un impatto ben diverso. Tutt'al più avrebbe stimolato discorsi di questo tipo:
- Ma... Ma... Block si chiama davvero ********?!-
- Ma no! Quella era una gag!-
- Dici? A me sembrava che in quel momento parlassero un po' più sul serio...- E così via.
Anche il fatto che Dylan non avesse mai saputo il nome di Bloch, in un contesto di Teatro dell'Assurdo funzionerebbe senza troppi problemi. Non funziona invece in un contesto realistico o semi-realistico.
Medda dà alla vicenda toni adeguati di commedia, a tratti anche molto divertente, ma non sceneggia in stile Ionesco o Sclavi-ultimo-periodo.
Il suo umorismo ha caratteristiche diverse, e comunque come autore in genere si preoccupa troppo della verosimiglianza (difetto anche di alcuni albi di Lukas, che sarebbero stati più efficaci con una costante atmosfera sopra le righe).
Per quel che riguarda il resto dell'albo, la parte horror propriamente detta sembra sia stata inserita solo perchè in un albo di Dyd si "deve" pur ficcare un mostro da qualche parte. Ma è evidente che a Medda quell'aspetto interessa poco: cattivo e seguaci non hanno ombra di spessore, e l'indagine è affrettata e sbrigativa, incapace di generare suspense o un autentico climax.
Groucho è spassoso, ma estraneo al contesto. Non posso fare a meno di chiedermi quando qualcuno si deciderà a usarlo come
personaggio, non solo come parentesi comica.
Bloch è piuttosto lagnoso, ma graziaddio più attivo di quanto lo abbiamo visto in tutti gli albi gualdoniani messi insieme.
Ottimo Jenkins, che a me ricorda sempre più il Catarella di Montalbano
(stupidissimo nella maggior parte dei casi, ma intelligentissimo in altri, tipo quando usa Internet).
Comunque, siamo ancora in presenza di una storia di transizione. Si sente un po' la mancanza di una storia valida in sè e per sè.
Il nuovo Nizzoli non mi esalta. Preferivo quello vecchio, che pure era ugualmente rigido nelle scene d'azione.