yazid21 ha scritto:
Guarda mi interessa poco polemizzare ulteriormente.
La critica è la base di una discussione forumistica, ma quando è pretestuosa e capziosa, diventa inutile e sgradevole
Alcune cose che si leggono sono fuori dalla realtà (Per Dylan Dog sono passati 30 anni da quando ha iniziato a fare l'investigatore? Groucho si chiama Karl? Dylan non invecchia perchè mesmerizzato? ma siete seri?).
Una volta questo posto era altra roba. La "mission" di alcuni utenti è palese.
Buone cose.
Mi fa piacere che nessuna delle argomentazioni capziose siano attribuibili ad un mio post.
Cose che tu trovi fuori dalla realtà sono normali considerazioni di lettori, magari meno, magari più, abilitati e affezionati di quanto lo sia tu, che nascono sviscerando degli argomenti.
Io non ho alcuna "mission", se non quella di leggere un fumetto che ( una volta...) mi piaceva e che ora mi delude continuamente.
Se questo posto era altra "roba", parlo per me, le ragioni sono varie e difformi. Non credo, in tutta onestà, che sia una fanzine, cmq...e non penso nemmeno sia diventato altra "roba" per colpa mia, come è stato neanche troppo velatamente fatto capire da alcuni. E' un'evoluzione, forse i lettori dopo tanti e troppi anni di prese per i fondelli sul rilancio della testata, sulla sua qualità, hanno da ridire. Punto. Ed il loro parere vale per uno, centomila o chissà quanti lettori silenziosi o frequentatori nascosti di questo e altri forum.
Non ho notato alcuna mancanza di educazione in critiche a cose come la struttura di questo numero come sul nome di Bloch e via argomentando.
Mi sento di difendere questo forum in tutto e per tutto, e non per partigianeria. Vi sono persone competenti e innamorate di Dylan, della Bonelli e del fumetto in generale. Farle passare per pasdaran incazzosi solo se criticano elementi di una storia, è errato e anche pericoloso.
Sul moltiplicarsi delle pagine dopo i post del RRobe: non è sempre detto che sia un bene. Purtroppo molti post sono di accuse, offese e denigrazioni reciproche, cose che non alimentano alcuna discussione e tanto meno alcuna analisi strutturale, visiva ed emozionale di un prodotto come un fumetto, che da questi tre capisaldi dovrebbe passare.
Recchioni difende il suo lavoro e lo fa con passione. Una passione, mi permetta, che a volte tracima dalla realtà. E deve anche capire che chi legge Dylan Dog, lo fa con la medesima passione. E che a volte, me compresa, commette il medesimo errore. Questo perché Dylan, per me e per molti di noi mi sento di poter affermare, non è un semplice fumetto, ma una parte di vita. Egli che conosce gli umori dei lettori per la sua esperienza, dovrebbe stemperare persone magari armate di rasoio, ma che si aspettano tanto da lui riconoscendolo come bravo, abile e capace.