Cravenroad7

L'ennesima perla di bieco buonismo di rimatt!

Lo conosco questo gioco… si chiama Trova L'Intruso!

Assolutamente d'accordo con l'ottimo Rimatt. Paola è una sceneggiatrice di razza, nobilita tutto (vedasi lo speciale Gualdoniano). Ma ultimamente latita nei soggetti e non sempre riesce a metterci una pezza con le sue evidenti qualità. Qui non ce l'ha fatta, la casa crollava dalle fondamenta. Però non è caduta del tutto grazie a lei. Non so se mi spiego.

[...]



Ma neppure "loro", e non ci vuole tanto a capirlo!
Fosse semplice poi...o d'immediata riuscita...
Perdonatemi, ma quest'ossessione tuttanostrana per lo spirito originario sta diventando un mantra tormentonico peggio delle visioni di Brosio a Medjugorje .
Procuriamoci un buon esorcista, dunque, o una qualche medium sopra la media - v. nick di sopra - per reperirlo questo fantomatico spiritoguida delle radici...che tanto ci possiede l'animo .

Mai apparolamento fu più sciagurato da parte del Rrobe e degli altri tipi in redazione.
Si può quantificare questo spirito? Ha un aspetto solido fatto di ingredienti riproducibili e di una ricetta sicura? Si può resuscitare dalla terramorta? Si può trascrivere per tramandarlo?

Mi sembra di ricordare il meta-testo del numero scorso, che proprio criticava implicitamente questo bisogno lancinante di retrologie riproducibili (e rassicuranti) per ricostruire il "perfetto" Dylan denavorta in ogni epoca, in ogni dove, secondo i nostri ricordi e l'immagine che ci siamo fatti di lui, personale o collettiva che fosse.
Ho già detto lungamente in quella sede che, secondo me, di riflesso... forse siamo noi stessi gli spettri che infestano il cargo spaziale e che tengono Dylan prigioniero dei propri totem .

Ariperdonami Lord, sai quanto apprezzi le tue disamine, i tuoi ferri del mestiere, ed il tuo amore sincero verso la testata .
Infatti - contrariamente a quanti accusano di taglio&cucito nelle citazioni - riquoto solo una tua frase e non l'intero post, perché sul resto condivido quasi tutto e non mi sembra il caso d'aggiunger nulla.
Ma su questa storia dello "spirito originario" credo stiate prendendo una grossa tramvata, e mi spiace sferruzzare col bisturi, ma credo sia ora di tagliare il cordone ombelicale di certe prospettive, di rinascita a ritroso, lì dove tutto si originò nei lontani '80-'90 .



La forza di quelle storie era nel loro essere irripetibili .
E chi ha provato ad imitarle ha pagato uno scotto mica male.
La forza di quelle storie era nel periodo di grazia di quegli autori.
Che quando si sono rimessi al lavoro su Dylan - v. ultimi Sclavi e Chiaverotti - sembravano lontani parenti dei loro alter ego/precursori "posseduti" da quello spirito.
Anche volendo non potrebbero più riscriverlo a quel modo. E non vogliono.
Come io, Altair, ed altri, ripetiamo da mesi, quel tipo Dylan non apparterrà più alle nostre nuove letture.
Dovete farvene una ragione o apprezzarlo per altro .

Il ritorno dichiarato al vecchio è un altro escamotage mediatico per rilanciare alla testata, ma alla fine non si può attuare, anche perché molti cambiamenti incombono.
E non è detto che sia negativi, anzi...
Solo che sarà meglio liberarsi dai fantasmi di quello "spirito" per goderli appieno e più serenamente.
Qui si rilancia sul coraggio della testata, come ai bei vecchi tempi, e non sulla costruzione delle storie che dovrebbero ereditare quei paradigmi.
Soltanto la volontà di azzerare il Gualdo-pensiero sembra di per sé spacciabile per un ritorno alla origini, come impostazione e sterzata di richiamo. Ma sarà solo la (potenziale?) qualità delle storie a segnare il passo del nuovo corso. Non di certo la riconcettualizzazione dei fasti andati o il lasciapassare verso i suoi eredi da parte di Mastro Tiz.
Per i quali prova una specie di infatuazione, è evidente, ma che intimamente sa allontaneranno il nuovo Dylan adottivo dalla sua paternità trascurata .

MAI PIU' ALOHA, CR7
(mai rimpianto, tra l'altro)

Allora perdonami Wolkoff, non mi si venga a dire che si vuole riportare il Dylan Dog com'era originariamente, perché se la cosa è impossibile (e praticamente condivido del perché ormai lo sia) non mi si può spacciare il rinnovo della testata anche (se non soprattutto) per questo aspetto.
Parallelismo: secondo te prendo meglio una retrocessione in B con Zamparini che sbandiera il Palermo tra le pretedenti a un posto in una coppa europea (cosa che regolarmente fa) oppure una retrocessione ben sapendo che la società ti prepara a un campionato mediocre e di lotta?
Lo smacco c'è comunque, ma ti assicuro che è meno traumatico nel secondo caso. Ti prepari al peggio, insomma.
ecco... trasla la stessa logica in Dylan... se mi annunciano novità, va benissimo. Se mi annunciano ritorni di tematiche scomode e raccontate in modo crudo e nudo, va ancora meglio. Ma se mi parlano di ritrovare il vecchio Dylan... beh... pretendo che lo facciano. In tutti i suoi aspetti, come ho scritto nel post precedente.
E ribadisco, prima che qualcuno salti in aria, che non sto dicendo che la cosa non sia riuscita. Anche perché non ho letto quasi nulla del nuovo corso e la sfera di cristallo mi si è rotta. Dico solo che in base alle suddette aspettative, se perdurano personali delusioni, ho il pieno diritto di lamentarmi, con rispetto, senza che venga trattato da povero ignorante, superficiale, sfaccendato, maldisposto e ridondante.
Tutto qui.

Mi pare che sta discussione sia basata su pilastri inesistenti... Scusate, eh, ma è stato RRobe stesso a dire (e in più d'una occasione, aggiungo io): noi non vi ridaremo il Dylan Dog di Tiziano Sclavi, questo levatevelo dalla testa; noi cercheremo semplicemente di proporvi buone storie. Che ci sia l'intenzione di recuperare certi punti di forza del Dylan passato è indubbio; che si riesca effettivamente a rimetterli in gioco è da vedere. Non mi sembra che siano state fatte promesse di alcun tipo. Si voleva tornare a leggere quel fumetto imprevedibile ed inquietante, è stato detto più volte. Volere non è per forza potere, né tantomeno promettere o garantire risultati.

ALOHA ANTONIO CONTE

No... sulle buone storie ok. L'ha detto. Ma spesso ha pure ribadito che avrebbero riportato lo spirito della serie degli anni 90. Sia nelle interviste che qui nel forum. Mai dire che questo sarebbe stato un Dylan 2.0, quanto un Dylan 1.0... alias Dylan Dog com'era e non la macchietta degli ultimi 10 anni... macchietta per cui Recchioni ha zero colpe, sia ben chiaro.
È stato un coccetto più volte ribadito. Quindi o son rincoglionito io che leggevo fischi per fiaschi o distratto tu che non ricordi questi aspetti nelle discussioni dell'estate 2013

Ma io in ogni caso VOGLIO ribadire che non sto gridando al fallimento, perché non ho letto ancora nulla.
Perché fra un po' sembra che sono lì lì per abbandonare Dylan a causa di fallimenti gestionali.
Assolutamente falso.
Ho piena fiducia.
non sono un detrattore cronico di Recchioni e nè di altri autori solo per partito preso (adoro Orfani e forse sono tra i pochi che ha adorato "i nuovi barbari")
E apprezzo pienamente sia i cambiamenti all'orizzonte che le anticipazioni autoriali.

Ok, lo spirito della serie negli anni '90, cioè il coraggio e l'intraprendenza degli autori e l'inquietudine e le bontà delle storie, ma non gli anni '90, non precisamente il Dylan Dog che era. Questo non è mai stato detto. L'intenzione è quella di traslare tutto il fumetto in un contesto nuovo.

E va be'... sarà.... inutile insistere...

Che poi ci mancherebbe pure che tornano gli anni 90... a quanto pare si ha una visione differente del fumetto Dylan Dog: chi lo vede come un contenitore dell'osare e della intraprendenza al di fuori delle caratteristiche intrinseche e regolari della serie e chi, invece, lo vedeva quasi come un tizio, con un suo modus seriale comportamentale, calato nel mondo contemporaneo e che come la vita, di in mese in mese si ritrovava nelle più disparate situazioni (contornate sempre dalla tematica horror-ironica). Insomma... chi seguiva il coraggio della serie e chi seguiva la serie per il personaggio. Io faccio parte della seconda categoria. Ma mica demordo, sia chiaro... io mi aspetto di ritrovare a breve quell'amico che da una quindicina d'anni non vedo più.
Anche perché se bisogna osare... attualizzare... rinnovare in toto... e non ritrovare il PERSONAGGIO originale... tanto valeva creare una nuova serie.

Sarà che io sono interista...
E da sempre pronto al peggio

ALOHA ALLA FASE 2
(SOLO SE CACCIANO MAZZARRI, PERO')

Questa no.

Era un discorso in effetti un po' ampio e riferito all'intera fase di rilancio, più che al numero specifico però anche qui i pochi accenni sono decisamente stimolanti!

Chee alboo èè, che giorno èè... Già. Finalmente ho letto anch'io questo numero nuovo. E con le dovute eventuali riserve (e panchine lunghe) affermo solennemente (prestando giuramento davanti alla corte suprema) che m'è piaciuto. Il via alle considerazioni.

Una cosa che mi pare che in pochi abbiano fatto notare (a meno che io abbia distrattamente o malignamente saltato tutti i passaggi in cui se ne parlava e nel qual caso mi scuso - sempre davanti alla corte suprema - e cambio il mio incipit con "Come molti di voi avranno senz'altro blabla") è che la sensazione che si avverte al termine della lettura è diversa dal solito. Cioè mi pare che ci sia molto di più il feeling da Serie TV. Da episodio (e finalmente il "Fine dell'episodio" nell'ultima pagina sembra avere un senso ai miei occhi). Perché la vicenda che racconta questo numero 338 non tira le somme, non chiude il cerchio. C'è un climax, c'è un finale d'effetto, ma i personaggi alla fine non si siedono ad un tavolo per discutere dell'accaduto. O lo fanno molto en passant. E questo è il primo segnale del nuovo respiro (ampio e profondo, no-fumatori) della serie. Positivo o negativo, a voi la scelta. Ma ci serve, a mio modo di vedere, almeno il prossimo albo per valutare.

Come dicevo, a me la storia è piaciuta. Più o meno coi limiti che mi attendevo, ma se devo fare confronti con i commenti scoraggianti che ho letto nelle ultime pagine, direi che sono rimasto piacevolmente sorpreso. E - babam, colpo di scena - l'ho apprezzata senz'altro di più di Spazio Profondo. Volete i motivi? Ossignore, che pubblico difficile: ma non preferivate le storie senza risoluzioni alla Detective Conan, Conan Doyle, stress e annessi (non) concessi (basta, torna Catalessi)? E va bene, va bene, eccovi i motivi.

Nummer Eins) Confezione di qualità. Sembra una scemenza ma non lo è. Alla fine per me incide molto. Sceneggiatura e disegni sono top-notch, non c'è che dire, persino da cinema. Mi pare quasi innegabile che si tratti di intrattenimento di buon livello e mi sembra sciocco negarlo (o ignorare il suddetto fatto) in nome di elementi ritenuti per principio più importanti. Poi voi mi direte anche di sicuro: ma la confezione era buona anche nel numero scorso! Sì, e io oso rispondervi: questo anche senza colori fa meglio. La sceneggiatura è più sfiziosa/briosa/succosa (con tanto di latte della lola di Atom heart mother) pur essendo il contesto quello abituale. Dei disegni di Brindisi non stiamo manco a parlare. Dove meglio, dove peggio, ma sempre due spanne sopra al novanta percento (abbondante) dei disegnatori italiani sulla piazza.

Nummer Zwei) Taglio della storia azzeccato. Eh sì, io faccio parte di quell'orrido gruppo di persone che non pensava affatto che la pensione di Bloch fosse qualcosa di sacro da trattare con pinze o maneggiare con cautela con indosso tute isolanti anti-ebola. Ci voleva, punkt. Semmai, al contrario, dato che è stato un tormentone comico della serie per quasi trent'anni, era giusto non prendersi troppo sul serio, anche perché cosa ci sarà mai di così tragico e terribile?, e la Barbie ci è (incredibilmente) riuscita. La presentazione del soprintendente è troppo affrettata? Affatto, anzi(o), è infilata genialmente e con naturalezza in bocca agli ignari lettori (e non aggiungo altro... ). La storia, ebbene sì, diverte come non succedeva da un po' con tanta ironia, sfruttando anche idee abusate nella serie con brillantezza degna di Pril, Finish e altri ottimi detersivi per lavastoviglie. Tra l'altro la dribblata del cliché è encomiabile, a mio modesto parere. Temevo la scopiazzata e invesse vara 'n po'... Per chiudere: Bloch non è sufficientemente protagonista? Vi chiedo io: doveva esserlo per forza? Zero sorprese? Siccome in copertina c'è Bloch vogliamo Bloch su ogni singola pagina della storia (non per niente abbiamo voluto le pagine in più) e siamo delusi perché non lo abbiamo visto in mutande e bretelle?

Tagliando corto, mi sono piaciuti i personaggi secondari (alcuni siparietti sono davvero gustosi e/o realistici), mi sono piaciute le citazioni e mi è piaciuto il finale perché io contro Detective Conan non ho nulla e perché questa SPOILER vabbè, lo sapete di che parlo, la Mor-- FINE SPOILER poco seria mi piace tanto e mi sembra anche riflettere un po' (scusate tanto) metafumettisticamente (ancora, scusate, non riesco a trattenermi) sul fatto di essere stata usata sì tante volte da perdere in credibilità. Tanto che quello che succede nella storia è una totale assurdità e va benissimo così.

Se proprio devo evidenziare un difetto, quello è Dylan. Che poi è quello della Barbato. Ma lo conosciamo da quindici anni, non mi sembra il caso di lamentarsene particolarmente in questa sede. Non lo amo alla follia, non sempre fa cose che mi aspetterei, ma va bene così: le versioni del personaggio sono ormai troppe per dire che una non merita (più) di essere considerata valida.

Finalmente anch'io ho letto l'albo... direi che trascina il lettore nel susseguirsidelle pagine, aspettandosi che da un momento all'altro, l'ironia si trasformi in tragedia... per fortuna ciò non avviene.
Era ora di una svolta... e ce ne ragalno al prezzo di una sola almento tre: oltre alla pensione di Bloch, vediamo finalmnete un'approfondimento del rapporto con Jenkins, e infine: il volto del Soprintendente, non più con la faccia da pipistrello vampiro o sostituito da una donna inflitrata come ai tempi in cui uccisero Jack lo Squartatore.
Vedremo questo Carpenter...