Albo da 6 e mezzo.
E in buona parte grazie ai disegni di Brindisi.
Francamente, il precedente
Spazio profondo mi era piaciuto di più.
Qui la Barbato di suo ci mette il mestiere che ben sappiamo, ma l'autentica ispirazione mi pare latitante.
Forse l'hype era stato eccessivo, resta il fatto che l'opera ha poco da offrire a parte una solida professionalità. Nulla di meno, ma neanche nulla di più.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
Partiamo dai difetti.
- Il problema principale è che, se si esclude il pensionamento di Bloch e annessi-e-connessi (tipo Jenkins), il resto della storia (cioè almeno due terzi!) è una rimasticatura di cose viste e straviste.
Vabbè il citazionismo, ma quando il grosso della trama è un "
quote" all'ennesima potenza, siamo più in presenza di una forma di
autocannibalismo!!! In pratica, una dichiarazione di resa, l'ammissione di non sapere dove sbattere la testa per rinnovarsi.
Lo sospettavo da tempo e qui ne ho avuto la conferma. Per me la Barbato ha detto su Dyd tutto quel che aveva da dire. E ormai non le resta che quotare e autoquotarsi.
Si salva in corner col mestiere e il professionismo, ma le idee stanno altrove.
- L'albo è pervaso da propositi umoristici che di rado lasciano il segno.
Sono contento per i lettori che hanno riso.
Io, invece, non ho nemmeno sorriso. Per me la Londra in preda ai non-morti come se niente fosse, il 'racket delle bare' (?!?!), la famiglia di killer squinternati... non sono cose divertenti. Sono solo stranezze che mi fanno pensare: "Ma che mi viene a significare 'sta roba?!"
Probabilmente il mio sense-of-humour non è sulla stessa linea di quello della Barbato.
L'effetto è stato tipo
Trash Island. Strano? Sì. Surreale? Forse. Divertente? Assolutamente no!
I lati positivi...
Apprezzabili i dialoghi perlopiù sciolti e vivaci, ben lontani dalla pesantezza di mattoni recenti tipo
Il crollo. Ottimo l'uso di Bloch e Jenkins. Mi lascia perplesso quello della Morte, ma siccome in Dyd non è mai esistita continuity cil giudizio è opinabile,
Vedremo coi prossimi numeri. Per ora mi dico perplesso.