Cravenroad7

Parliamo di costruzione della sceneggiatura e di una progressione che personalmente ritengo faccia acqua da qualsivoglia punto la si voglia guardare. Probabile colpa di un soggetto risibile, inutilmente ripiegato sulle proprie casualità e coincidenze. Richiede costantemente non solo il ricorso al legittimo disbelief ma anche autentici e regolari salti della fede, nei quali chiudere un occhio (di Balor) ma anche l'altro e parte dell'emisfero cerebrale destro. Casertano indubbiamente sottotono ma francamente sono solito preferire un Casertano debole ad altri tratti più o meno forti.


Io sono fuggito dopo avergli suonato il campanello. Così impara ad esternare giudizi positivi nei confronti di simili obbrobri!

No,dai, quanto polverone. Dogares è stata garbata ed accetto volentieri le sue idee. Le divergenze di opinione in fondo sono il sale del forum..Mi sento ,nonostante alcuni miei gusti fuori dal coro, un dylaniato convinto e nessuno mi farà desistere.Ognuno ha le proprie diversità, il proprio vissuto che lo porta a giudicare qualsiasi cosa in base a ciò che è. Non mi piace Storia di nessuno ma mai mi sognerei di dire che è un brutto albo.Alcuni albi possono essere dei capolavori oggettivi eppure non piacere a qualcuno.
IL 323 è piaciuto solo a me? Pazienza,perché in fondo è bello percepire intorno a sé un comune sentire. .ma comunque mi ha fatto passare una buona mezz'ora e ciò è anche quello che chiedo al mio fumetto preferito.

personalmente la storia non mi è sembrata questo grande disastro professato da qualcuno. E' sceneggiata da chi sa fare il suo lavoro e non annoia. Leggo Dylan da ormai 15 anni e questa storia non l'ascriverei al piattume degli ultimi anni. A termine della lettura sono stato soddisfatto e questo significa tanto

Voglio riconoscere un giusto merito a De Nardo.

Mentre altri sceneggiatori (vuoi per convinzione, vuoi per mancanza di stimoli) non vanno oltre un Dylan imbolsito e imbambolato, capace solo di fare qualche domanda a persone incontrate per caso e per il resto buono solo a fare da spettatore, nell'attesa che la vicenda si risolva da sola, De Nardo cerca di costruire un Dylan decisamente più attivo.

Il problema è che di solito i suoi modelli sono un po' Indiana Jones e un po' il Robert Langdon di Dan Brown. Tutta roba che con l'essenza dylandoghiana c'entra poco o nulla (vd. topic "Being Dylan Dog").

Qui, per fortuna, ha lasciato da parte sia Indiana Jones che Langdon, anche se siamo pur sempre in presenza di avventura pulp vecchio stile.
Il maggior tallone d'Achille è la prevedibilità: gli snodi narrativi si intuiscono in fretta, il cattivo si indovina a colpo d'occhio, il finale è molto scontato...

Detto ciò, stavolta De Nardo infila buone dosi di vivacità, qualche tocco d'ironia e personaggi secondari abbastanza convincenti, capaci di rimanere impressi. Tutto il contrario della Piramide capovolta: lì tutte queste doti mancavano e quel che rimaneva era una trama prevedibile oltre ogni dire, un concentrato di luoghi comuni capace solo di generare noia.

Certo, la prevedibilità c'è anche qui, ma l'insieme è davvero più ricco e vivace. Degno della sufficienza e anche qualcosa di più.
Io gli un 6.5

Casertano, purtroppo, è svogliato e impedisce alla storia di elevarsi ulteriormente.
Comunque non male.

Io non credo che in storie come questa o "il gran bastardo" ci sia dall'autore un interesse a nascondere il colpevole. Nel senso che non è il "cosa" ma piuttosto il "come". Poi, il come può soddisfare qualcuno e lasciare insoddisfatto qualcun altro.
Personalmente la storia mi è piaciucchiata ma non troppo. Non un 5 ma nemmeno un 8, per via degli errori già fatti notare nei commenti precedenti (non considero tale le pagine di apertura: è vero che ci sono centinaia di modi di far sapere che Dylan conosceva quell'illustrazione, e averla letta da bambino è uno di quei modi).

Non tutte le storie di Dylan Dog devono essere per forza dei gialli, per fortuna. Se in un albo che parla di un antico e mortale occhio celtico compare un misterioso miliardario con una evidentissima benda sull'occhio a mo' di pirata penso non ci fosse la volontà da parte di De Nardo di tenerci nascosto dove fosse l'organo in questione

Fra l'altro 3 delle migliori storie (per me!) di De Nardo seguono questo particolare schema che ribalta i canoni principali del classico giallo: oltre a questa, Il gran bastardo e La dea madre.

@ dogares: anche a me è piaciuto sia il 307 (albo che adoro) e questo (albo che apprezzo). Anche a livello di "genere" preferisco la prima perchè non sopporto ne il fantasy dylandogghiano, ne quando su Dylan compaiono organizzazioni prezzolate, sgherri vari alla Dan Brown o mostri mutaforma. Ma, ripeto, qua De Nardo ha mescolato il tutto in un certo modo che mi ha fatto divertire per mezzora

Ho voluto rileggerlo, per curiosità....Confermo che mi è piaciuto...Forse Cyber Dylan non ha torto quando dice che si sviluppa in maniera troppo veloce...Alcune cose sono svelate troppo presto e un leggero rallentamento avrebbe contribuito a far guadagnare suspance alla storia, ma comunque va bene così...Una cosa che anche a me non piace è il modo in cui Bloch inizia subito a credere all'esistenza del mostro...Anche la scena di Dylan che ci prova con Honey l'ho trovata divertente, così come ho trovato diverternte le gag l'amico di Bloch (che, non so voi, però a me ricorda Walter Matthau )....Non mi pento di aver votato buono, tutto sommato

Vabbè, anche in "quando la città dorme" è tutt'altro che scettico. In questo caso che doveva fare? Tre testimoni concordano sulla descrizione, che coincide con il filmato del mostro e con la foto del cadavere. Sarebbe stato piu assurdo vederlo scettico.

Ottima storia, sceneggiata in maniera capace, con tre diversi inizie e Dylan che entra in scena a pagina 20.
Mi ha fatto riprendere in mano alcuni libri di leggende celtiche... Rufus è un personaggio azzeccato che spero di vedere ancora.
Casertano all'altezza di sempre.

Lettura estiva, un albo da leggere sulla sdraio senza troppe pretese.
Copertina molto suggestiva, l'inquadratura fa passare in secondo piano il raccapriccio per il ridicolo gormita che si affaccia dal tetto.
Un'ottima sceneggiatura sorregge un soggetto ai limiti della decenza, se la storia viene proposta ad un pubblico over 10.
Comunque, voto 6 per motivi che non so elencare. La narrazione in prima persona non mi piace, trovo la cotta di dylan imbarazzante, per non parlare della benda sul'occhio del tizio.
Casertano merita un discorso a parte: perché? Perché? Perché questi volti orrendi, asimmetrici, gonfi, siliconati? Perché dylan è raffigurato in modo così orrendo, dove sta scritto che deve sembrare Ciccio Ingrassia?
Nonostante ciò rufus è esilarante, Bloch è gradevolmente privo del suo scetticismo, dylan indaga e si impegna, la sufficienza la strappa!

finalmente ho scoperto che il singolare di "gormiti" è "gormita"!

Purtroppo "quando la città dorme" non ce l'ho ancora.... In questo caso ha effettivamente delle prove consistenti, come la foto dell'essere e le testimonianze, ma secondo me ci sarebbe stato bene un leggero alone di scetticismo iniziale...

Letto solo ora e votato buono.

Un fantasy divertente con un De Nardo che non si prende troppo seriamente ed un Dylan Dog un po' diverso dal solito.
Meno "rigido" e più emotivo. Simpaticissimo il buon Rufus.

Ci sono incongruenze, eh come no! ma non inficiano la lettura della storia.

Voto 7 per storia, soggetto e sceneggiatura

Non male. Non è di quegli albi che dopo un po' dici che palle. Mi ha preso fino alla fine.

ha preso anche me...per i fondelli però.