dai, dai.. non una brutta storia...
sono affezionato al personaggio di Dylan Dog da un po' di anni, ma non sono un fan che se lo legge da dieci o vent'anni.
oggi, leggendo "Il gioco del destino" grazie alla GrandeRistampa mi si è aperto un mondo.
E voi direte: "eh, grazie al c.... è da anni che ne parliamo"
La cosa che si è persa in Dylan Dog, secondo me, da quel poco delle storie inedite che ho letto, non è lo splatter (che per quanto io adori lo splatter ci sono storie passate che lo presentava, ma male e fuori contesto), ma il lato fiabesco, onirico, fantastico del progetto.
Si può parlare benissimo dei "mostri che siamo noi" e tutto il resto, ma prima questi messaggi erano diluiti in pagine di fantasia.
Ora lo si fa dire in una vignetta, come spiegone moralista finale.
Si è arrivati, come dire, ad una "Nolanizzazione" di DD.
Io non sopporto il Batman di Nolan, perché, essenzialmente, per me non è Batman. Lasciando stare un discorso piuttosto lungo e complesso che è pure OT, basta un piccolo esempio del perché non mi piace Nolan. Perché Batman è tale perché vive a Gotham City. E se tu togli Gotham City, quell'ambiente malsano, quell'atmosfera cupa e malata e la trasforma in una normale città americana, bella realistica, Batman stona e ci starebbe meglio un Bruce Willis qualunque.
E pure con Dylan Dog si è arrivati al poliziesco, al realismo, alla Londra vera a scapito di quella magica.
Non siamo più capaci a sognare e fantasticare, siamo ancorati alla realtà. Ed è, a mio parere, lo spirito di questi anni (e qui il discorso è generale e non legato ai fumetti).
A me questo numero, comunque, non è dispiaciuto e mi sono piuttosto divertito, anche se a pagina 20 avevo già capito dove si voleva andare a parare. Ma questo secondo me si collega al discorso che ho fatto prima.