Cravenroad7

Albo salvato dai disegni, lettura davvero faticosa in alcuni punti, ok giocare su due piani di realtà, ma a volte non si capisce dove la storia voglia andare a parare, forse un pò troppa confusione. Il soggetto non mi attirava particolarmente, dal mio punto di vista l'ho trovato poco interessante e reso in modo abbastanza poco coinvolgente. . . questa forse è la pecca più grande della storia, non si riesce ad essere presi del tutto, vuoi x lo svolgimento a volte un pò pasticciato, vuoi x il soggetto un pò abusato. Anche il finale non risolleva il tutto verso un giudizio completamente positivo. Bell'albo da vedere comunque!

In alcuni punti ho dovuto riguardarmi la copertina per essere sicuro di non stare leggendo Brendon, per il resto diciamo che si è visto di peggio dallo scrittore in questione, quello che manca è senza dubbio il coinvolgimento e l'empatia con la protagonista della storia, l'idea però è carina. Bei disegni e cover finalmente degna di Stano.

Ottimi i disegni di Di Vincenzo, curati ed espressivi e con un Dylan perfetto. A parte questo...



Di qui in avanti, qualche SPOILER.

Sbadigli a parte (durante l'avvincente spiegone finale ho rischiato di slogarmi la mascella), il modo in cui la storia è narrata fa sorgere un problemino narratologico. Ok, si è capito che il Dylan cacciatore è il prodotto della mente di Berenice: è lei che, dal suo punto di vista di persona malata, vede l'Indagatore dell'incubo come un figuro poco rassicurante con impermeabile e cappellaccio (capi di vestiario indispensabili); insomma, questa realtà "alternativa" deriva dalla sua erronea percezione di quanto le sta intorno. E allora com'è che il Dylan fantasy ci viene mostrato anche in assenza di Berenice, come se fosse un personaggio realmente esistente anziché il parto di una mente disturbata? Sembra si tratti di una persona in carne e ossa, che vive anche indipendentemente dalla presenza della ragazza; in realtà è proprio Berenice, osservando la realtà dal proprio punto di vista (che il lettore occasionalmente condivide), a trasformare Dylan nel cacciatore di mostri.

Quindi, da un punto di vista puramente narratologico le sequenze con il Dylan/Van Helsing e SENZA Berenice non stanno in piedi: se lei non c'è e non ha quindi modo di trasformare la realtà con la sua visione distorta, da dove proviene l'ambientazione fantasy-horror? Perché dei personaggi creati dalla mente e dallo sguardo di Berenice continuano a vivere anche quando Berenice non c'è?

Magari si tratta di una finezza, di un dettaglio che non disturba la lettura (come dimostrato dal fatto che nessuno, finora, se n'è detto infastidito)... Ma Sclavi, a questi dettagli, ci faceva caso eccome; anzi, ci giocava alla grande, dando vita a gustosissime sequenze metanarrative: ricordo un passaggio di un suo vecchio Mister No (Ombre rosse) in cui Esse-esse si lamentava con Mister No perché, nel raccontargli una vicenda di cui era stato protagonista, il pilota aveva descritto per filo e per segno dialoghi ed episodi a cui non aveva assistito personalmente (e che quindi si era inventato, ricostruendoli a modo suo). Ne era uscita una spassosissima vicenda rocambolesca e surreale, un western comico ambientato nel Brasile degli anni Cinquanta che, probabilmente, era stato in parte ricreato dal narratore, ovvero un divertito Mister No... Ma questo era Sclavi: certe finezze narrative, sul Dylan Dog odierno, possiamo anche scordarcele.

allora :
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio ci lascia una buona trama su un soggetto abusato.....non male!! la storia scorre , il Dylan parallelo è veramente ben caratterizzato peccato che il colpo di scena è mooooolto telefonato ( non sul CHI, ma sul cosa!!). al momento sarei curioso di vedere una storia del Dylan parallelo!!!...ehmmmmm Groucho????
VOTO:6.5
Disegni: Maurizio Di Vincenzo SUPERBO!!!!!!!!!!!!! tutto bellissimo e soprattutto tutto senza cali di qualita'!!! ottimo..... nota per l'ultima vignetta di pag. 24 : un vampiro di Cremona!! ^_^
VOTO :7.5
Copertina: Angelo Stano fa il suo lavoro degnissimo e si rende invitante!!!
VOTO: 7

buon DYLAN!!
G.l.

Rimatt, leggi il mio commento nella pagina precedente.
Secondo me

Poco tempo fa, leggendo "La notte dei mostri", mi è venuto proprio da riflettere sul fatto che oggi il lavoro fatto da Sclavi su Mister No sarebbe impensabile. Nessun curatore di nessuna testata concederebbe mai tanta libertà ad un autore. E il discorso è applicabile per molti versi anche a molte storie di Castelli.

Mah!

Mi meraviglia che qualcuno abbia trovato il soggetto 'originale'

In realtà l'idea portante di questa storia si è già vista sulle pagine di Dyd non so quante volte.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Parlo della ragazza che si rivolge a Dylan convinta di essere un mostro e pregando il nostro eroe di fermarla in qualche modo.

Le storie passate più illustri con quest'idea di base sono Il sogno della tigre (capolavoro) e la doppia di Ananga! (non capolavoro, ma pur sempre parto di uno Sclavi in buona forma).

E, proprio come nelle storie suddette, si scopre nel finale che la ragazza era innocente e il colpevole era tutt'altra persona.

Sarà colpa mia e della mia memoria troppo ferrea , ma a me l'inizio di quest'albo ha immediatamente richiamato alla mente gli incipit della Tigre e di Ananga. Di conseguenza, ho immediatamente concluso che il colpevole doveva essere per forza un'altra persona. Che poi non ci fossero personaggi secondari di rilievo, non importava. Ormai SO per esperienza che Di Gregorio e Gualdoni quando sceneggiano sono incapaci di abbozzare personaggi secondari che non siano semplici figurine, senza spessore nè vera personalità.

Così la storia, già avara di suspense, per me è diventata ancora più piatta e noiosa.
Speravo che la versione di Dylan come bounty-hunter potesse condurre a qualcosa di inaspettato, ma purtroppo si è rivelato un banale riempitivo.

Non c'è molto da dire sulla storia in sè: al di là della prevedibilità, è troppo lineare. Come un gomitolo srotolato. Di Gregorio non tratteggia personaggi secondari di rilievo (a differenza di quanto fecero Mignacco e Sclavi nelle vecchie storie sopra citate), nè eventi secondari interessanti. E' come un treno diretto che va da A a B, senza fermate intermedie. Il viaggio può essere più o meno rilassante (anche troppo...) ma non prevede nessuna sorpresa.

I dialoghi, poi...
Confrontare questa storia con le passate, è un pianto! Basta vedere come Mignacco utilizzò splendidamente Groucho e Bloch nella Tigre. Qui Groucho è non pervenuto, mentre Bloch (e Scotland Yard in generale) è superfluo.
Evidentemente, neanche si prendono la briga di controllare le impronte digitali sull'asta che ha ucciso la farmacista. Altrimenti avrebbero concluso dopo due minuti che la ragazza non c'entrava nulla.

Scotland Yard che NON controlla le impronte digitali. Ditemi voi se è umanamente possibile...

Mi dispiace, ma la sufficienza proprio non riesco a darla, nonostante i bei disegni e una copertina discreta.

Voto : 5 sparato.

ma sul serio...



questa è la scheda wiki. Se avete correzioni, aggiunte o statistiche da mettere segnalatele qui
http://www.cravenroad7.it/wikidyd/index ... _fuggitiva

Comunque a me la storia ha colpito, anche perchè una discreta dose di empatia con la protagonista ce l' ho avuta eccome.
Anche a me capita, in certe giornate di vedere gli altri in una veste "mostruosa". E' proprio vero che ciò che chiamiamo realtà è ciò che costruiamo con la nostra mente.

Mi sa proprio di sì; una cosa simile può essere fatta, ma andava impostata in modo molto diverso, per non essere una calata di braghe.

Un punticino a Degregorio: destabilizzante il giusto la vignetta in cui il cane lanciato contro la protagonista viene decapitato di netto: molto poco buonista (echi dell'incipit di "Scritto con il sangue"), ed in un fumetto horror fa sempre piacere avere un sussulto di inquietudine e di mancata sicurezza.

secondo me il dylan capottaro

SPOILER

Io ho interpretato il finale come un ulteriore parto della mente di Berenice.

Dite che la realtà alternativa esiste realmente? Mah, può essere, ma non ho trovato nulla, nella narrazione, che lo faccia davvero pensare. Nella scena iniziale, per dire, le due realtà coesistono e si sovrappongono, e a me vien da pensare che a sovrapporsi siano piuttosto le due visioni - la corretta e la distorta - della realtà. Ma magari avete ragione voi, eh.

mi potete citare qualche romanzo o film dove il colpevole non era tra i personaggi? Evidentemente ho delle lacune

il finale è .

Il colpevole in realtà una piccola comparsa la fa.


Cmq, boh...è un colpo di scena un po' forzato e per nulla preparato e tra l'altro molto simile a quello di Anima Nera in cui però creava tutto un altro effetto.