Mi stavate aspettando eh?
Numero discreto: la lettura è scorrevole ma alla fine non ti lascia granché, eccetto la consapevolezza di aver trascorso una mezz'oretta di tranquillità e relax.
PROBABILI SPOILERS
Partiamo dai lati negativi (IMO) del volume in questione:
- Mancanza di pathos: la protagonista Berenice, scappata dall'istituto di Harlech, si crede un mostro. Lo è davvero o no? Alcune sequenze la ritraggono come tale, evidenziando il suo carattere aggressivo e violento; altre, invece, "fanno leva" sulla sua malattia mentale, rappresentando la protagonista come una creatura fragile e, in fin dei conti, indifesa. Il lettore dovrebbe, a seconda dei casi sopra citati, provare paura, repulsione e allo stesso momento apprensione e solidarietà nei confronti della sfortunata Berenice. Dovrebbe, perché di fatto io non ho provato nulla di tutto ciò.
- Alcune sequenze sono molto confusionarie.
- La totale assenza di Groucho.
- Il finale: nell'Horror Post viene detto che la storia ci riserva un gran colpo di scena... e, per carità, il colpo di scena ci potrebbe anche essere, ma quando viene svelato resti così
, ma non perché la soluzione ti abbia sconvolto, bensì perché ti chiedi "...e questo? Chi minchia è?".
Insomma un colpo di scena molto poco colpo di scena (scusate il gioco di parole). La spiegazione dell'assassino inoltre mi ha ricordato altri volumi come
I delitti della mantide e
Il bacio della vipera.
I lati positivi:
- Innanzitutto i disegni del buon Di Vincenzo: eccellenti!
- Il soggetto è abbastanza originale.
- Buona la sequenza di pag. 82 in cui vengono rappresentate contemporaneamente le due realtà parallele.
- Buone le ultime tre pagine.
- Come già detto, la lettura risulta scorrevole.
- Il tema della "doppia realtà". La realtà è sempre un concetto oggettivo? La protagonista vive una propria realtà, Dylan ne vive un'altra completamente diversa. Noi siamo ovviamente portati a seguire il punto di vista del nostro beniamino, anche per il fatto che Berenice viene descritta e presentata come un "testimone inaffidabile" (per dirla con il linguaggio cinematografico) a causa della sua malattia mentale. Ho trovato quasi coraggiosa la scelta di esprimere, attraverso lo sviluppo di due realtà parallele vissute rispettivamente da due personaggi diversi, la relatività e la soggettività del concetto di verità.
Infine lo considero un buon albo.
Soggetto: 7
Sceneggiatura: 6
Disegni: 8
Copertina: 8
P.s. Non so se sono l'unica, ma Grimo mi ha ricordato il personaggio di Pandora in
Anima nera.