Cravenroad7

Forum dylaniato
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# 319 - I ritornanti
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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 12:01 pm 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
Messaggi: 638
Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
E' vero, da un certo punto di vista è una p... come dici tu, però è sempre meglio di come è stato fatto per Il divoratore di ossa, dove il "misterioso" assassino era ritratto in copertina. E poi non è per niente inusuale che nelle copertine Bonelli non sia raffigurata una precisa scena della storia, ma che si scelga un immagine più efficace possibile (anche se fuorviante, come in questo caso).

Non c' entra niente, ma questa cosa mi fa venire in mente che il nuovo Albo gigante di Nathan Never ha l' altisonante titolo L' impero dei mutati, ma all' interno di imperi non c'è traccia. Sempre per il discorso di vendere qualche copia in più ...


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 12:02 pm 
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Iscritto il: lun gen 11, 2010 11:19 pm
Messaggi: 4046
Località: Milano
Non concordo col boss, meglo così che lo spoiler di copertina.

Concordo sul fatto che la storia sia noiosa.

_________________
Chi sa, fa, chi non sa, insegna, chi non sa insegnare, critica. E chi non sa neppure criticare, scrive recensioni sui forum.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 3:05 pm 
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Iscritto il: lun apr 08, 2013 2:42 pm
Messaggi: 2
Salve a tutti dylaniane e dylaniani sono nuovo del forum e vi saluto tutti. Mi son riavvicinato a Dylan dog dopo alcuni anni grazie all'iniziativa editoriale de La Repubblica, che prevede la ripubblicazione settimanale degli albi storici. Dopo la lettura delle prime quattro uscite e quindi dei primi 12 numeri storici ho deciso di ritornare a collezionare, con uno iato pauroso, i numeri dell'indagatore del l'incubo. Non posso non paragonare quei primi albi agli ultimi due, tra cui anche l'albo che qui si prende in considerazione, cioè I ritornanti. Non tratta di lontananza, ma qualcosa che si avvicina più all'abisso. Nei primi albi c'è come un'energia nervosa e coagulante che pervade tutti i racconti, la trama e' scoppiettante e ti invita, in maniera oserei dire golosa e avida, ad andare avanti, leggere la tavola sotto gli occhi per poi subito vedere cosa succede nella tavola seguente. Il ritmo degli albi storici, parlo di quelli che ovviamente sono usciti finora con La repubblica, e' incalzante, senza tregua, mozzafiato. Io lo ripeto sono un dylaniano recente e forse proprio questo, modestia a parte, mi permette di giudicare senza preconcetti e con il privilegio di star leggendo cose nuovissime (anche se per gli albi storici ovviamente datate) che mi permette (scusate se mi permetto) di giudicare un po' sotto tono le ultime due uscite. Io, a differenza dei commenti postati più sopra, non trovo la trama incalzante, non ho trovato insomma quella curiosità di andare a sfogliare la pagina seguente che invece trovo negli prima albi del fumetto. Non c'è tensione, dovuto ad un vero e proprio sbaglio, chiedo scusa se mi permetto ancora, ma la critica e' costruttiva, se si vuole tenere il lettore col fiato sospeso e cioè quello di aver fatto capire dove lo sceneggiatore voleva andare a parare (Buffon permettendo)....che succede...vuoi vedere che mi si grouchizzando? :-) comunque i primi albi e non per fare una trita e ritrita apologia delle cose passate, tipo ah ma i primi albi..., sono tutta un'altra cosa. Spero comunque che la verve, il pathos dei vecchi tempi ritorni tra di noi e che ritorni soprattutto a Craven Road n. 7 Anche se non sono un dylaniano storico, saluto tutti voi e magari nel prossimo numero, mi troverò in questo bel forum a rimangiarmi quando detto ora...perché a volte gli abissi si accorciano....
Un saluto gente.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 4:12 pm 
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Iscritto il: mer lug 25, 2001 1:00 am
Messaggi: 7114
I ritornanti nell'universo di Sclavi sono esseri ben precisi: sono zombie. Un conto è non spoilerare, un conto è riscrivere un pezzo di storia di dyd cambiando il significato a un termine.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 4:29 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
Messaggi: 6961
Località: Inverary 2.0
Dopo le leggende metro-polite (l’eleganza prima di tutto) eccoci ripiombare alle poco-leggendarie letture di routine, con il ritorno sulla serie regolare di Pummarò(San) Marzano, dopo la prova davvero buona in La voce negata, che qui non sembra lesinarci in pomodorate di sangue, ma spesso si attira addosso altro genere di ortaggi da lancio… da riempirci un cassapanca, anzi un baule. E senza meravigliarsi/-ci… :(

Sicuramente la storia che ho letto a maggiore velocità nell’ultimo anno, e non solo perché ho trovato la strada libera da ispirazioni, complicazioni o approfondimenti da semaforo lampeggiante, ma soprattutto perché scorre tranquillamente verso un finale già annunciato (al massimo) entro le prime 30pp :mad:
Insomma una traversata di vignette agevole sull’onda del “mettetevi comodicomodi, che ve ce porto io alla gitarella per anziani o scolaretti”. Vietate le deviazioni devianti, o i percorsi tortuosi.

In linea di massima, grazie ai disegni ed alla copertina, dovrebbe compensare le lacune dei testi ed attestarsi intorno alla sufficienza, ma ripensando alle tre macro-piaghe gravissime che lo affliggono :evil: :evil: :evil:
Spoiler!
1) si capisce subito dove vuole andare a parare. Insomma, più piazzato di così, al portiere manca solo il cemento armato sotto gli scarpini :mad:

2) Orrenda glicemia gratuita per le due ultime pagine. Ed il pancreas si contorce :? :? :? .

3) Mancanza totale di qualsiasi pathos di contorno al lisciume generale. Si confonde scorrevolezza con trasparenza... per vuoto di fondo. Come imbottigliare l'acqua del rubinetto e guardarla attraverso un vetro, al cinema :cry:


non me la sento proprio di dargli quel 6 pro-forma, e mantengo le distanze nelle forme di fatto.

Questo è quel che si dice un lavoro di “struttura” coeso ma insulso, a differenza della storia del mese scorso, frammentaria ma accattivante… con parecchie idee buttate alla rinfusa, ma tenute insieme da una cornice di fondo divertente… mentre qui l’unica idea portante è già scontata prima delle svendite (sulla carta), e soprattutto non viene sviluppata per niente in chiave inquietante :x: .
Si accomoda nel “mestiere” d’ufficio quando forse sarebbe l’ora di cambiarlo, sia l’uno che l’altro, per dignitosa apertura ad altri mestieranti imberbi in attesa di professionalizzarsi dopo tanta panchinaggine.

Quando le idee sono esaurite è ora di farsi da parte, secondo me, e non inzuppare ancora la pagnotta nel trascinarsi stanco di puro “mestiere”… che a quel mestiere toglie valore. Per gli altri. Per i loro sogni da non mortificare :| .

[Segue…bisturizzazione più concisa del solito, e non serve chiedersi perché]:

***** ***** ******

SPOILER ___________ SPOILER_________________SPOILER_______SPOILER_________

Per un sogno che se ne va, una felicità semi-utopica che rientra, dalla finestra, e senza raccomandazioni: ovvero un posto di lavoro per giovane&speranzoso neo-laureato, che di questi tempacci non è neanche tanto logico in terra di Albione, e la mammina premurosa lo sa bene :roll: .
Per fortuna non strafora nell’ovvietà italica chiedendo al figliol-prodigio cosa vuole per cena, ma ci si avvicina con la solita domanda da “testasullespalle” per soddisfare il proprio senso di rassicurazione a base di gentilnuora e nipotame a spasso per casa :* .

Era questo che desiderava realmente Jared, oltre al pollo con le patate servito da mammà? Nun ze sa, ma per ora non basta ad esser propriamente felici, come se mancasse qualcosa o fosse rimasto un ovosodo piantato in gola [citaz. Virzìniana :wink: ].

Tanto vale buttarsi sulle stelle e cercare la luna, cosa che di questi tempi sfiora la mente di molti disperoidi sparsi nello spazio (vuoto) in cerca di occupazione a tempo…perso, (mica pieno).
La sequenza tuta-contro-tuta dispersa fra le stelle mi è piaciuta e rende abbastanza bene l’idea di smarrimento di fronte alle proprie fantasie inconcludenti, mulinate a vento nella surrealtà lunare, anche se la spintarella verso l’astro non è molto gradita a livello di raccomandazione siderale.
Jared si dissolve dopo essersi scottato troppo con le sue ambizioni, mentre il pallido (e vuoto) fantoccio di sé continua a fluttuare nell’anonimato di circostanza :dito: .

Non molto riuscita invece la sequenza successiva, che cambia in modo squinternato registro, e cerca di affibbiarci un tono di grottescheria divertente senza divertire nessuno. E non parlo soltanto del tratto di Rinaldi che qui si fa smaccatamente più caricaturale o fumettevole (v. faccione stravolto di Mr. Porcapaletta a p. 14.viii o sagomaccia necrofilante di Mr. Taller), ma dell’uso dei nomi parlanti da retro-cabaret, che spezza subito qualsiasi richiamo al “realistico” col trio della tumulazione (Mr. Shortley il Tappetto, Mr. Chubb il Pacioccoso, e Mr. Taller lo Spilungo), sprofondando nel lasagne-horror che non gli compete. – S. Leone, perdonali, dall’aldilà dei tuoi sogni non realizzati :x:


Se non altro è un incoraggiamento a ripassare le basi degli aggettivi in inglese, visto che poi ci rifilano anche un’uscita goffa a livello dialettico italianesco, dove si passa tranquillamente da un “Chubb, Idiota!” a dare del “Lei” nel giro di un nanoquarto di secondo (p. 16.i), oppure ci viene scaricata addosso un’INUTILE surrogaggine di lessico burocratico ( “rapporto scritto dell’accaduto, inoltrare una formale richiesta di risarcimento alla direzione generale”, p. 17.iii) che ci fa rimpiangere ben altri tipi di Inferni. :o

La notte di April intanto non sembra trovare grandi “sfoghi” se non un palestrato ottuso (e violento) che le ronfa accanto post-cilecca e qualche cornice messa male.
Ci vuole un fantasma, no? Alle prese con le tende più rigide del millennio (p. 19.iii e 21.i) – basta un po’ di amido, Rinaldi, segua i consigli di NonnaPapera – il nostro fantasma mugugna, minaccia e poi sparisce, lasciando April a bisticciare col suo Mastro Lindo manesco, mollandolo nell’infamia del “Tutto alcool e niente salsiccia” (più consona come definizione del “Tutto fumo e niente arrosto” p.22, visto che aveva bevuto e non onorato le lenzuola) :mrgreen: .

Buono il passaggio verso lo studio di Dylan, che si sorbisce gli sviluppi della storia, ma argomenta bene, formula sponde per uno scambio vivace, ed avanza dubbi interessanti… anche se Lubrano alla “domanda spontanea” avrebbe giustamente chiesto i copyright (p. 25.iii).
Certo, sboroneggia un po’ troppo sul fatto che i fantasmi non possano sbagliare identità dei perseguitati, ma evidentemente non ricorda degli spettri dei magistrati che hanno tentato di incastrare don Dell’Utri, sempre alle prese col prestanome sbagliato :? .

Poco dopo scopriamo la vera vena artistica di April a ritmo di lap-dance, in preda ai noti bavosi dal bigliettone facile, che ultimamente vanno in quei locali lì soltanto per dar voti squisitamante tecnici assieme G.Mariotto e Milly Carlucci :g: .
Ballando sotto le stelline copri-capezzoli, finiamo per perderci sfortunatamente il numero annunciato di Shamira (p.28.iv) per dover far spazio alla telefonata tra April e Dylan che brancola nel bujo a casa della tipa, ma sembra apprezzare il divano.

Un’iniezione di contemporaneo squallore ci fa piombare nella macelleria estetica del dottor. Morris, talentuoso benefattore dell’umanità vanesia a botte di parcelle da quattro zeri, o di botox party per intortare nuove signorotte insicure delle propria bruttezza… da rifare, ancora peggio possibilmente :tc: .

L’excursus emergency-iaco in Africa, nera di dolore e sempre in emergenza, è uno dei pezzi migliori di Rinaldi in questo albo, ma almeno per me ha avuto l’effetto deleterio di farmi mangiare la foglia, con tutta la pianta intera, dalle radici alla fioritura (del) finale.
Difficile non capire ormai dove volesse andare a parare la storia, con tutta la problematica delle aspirazioni castrate in aria e del cinismo terraterra di ripiego. C’è d dire che speravo di sbagliarmi, ma evidentemente anche i miei desideri finiscono per crollare di fronte alla scontatezza in saldo dei soliti autori di livellate aspirazioni :( :( :( .

Non ho capito granché a cosa serve la parte croce-rossina da rissa tra p. 37-43, se non a consumare qualche pagina di ricucitura tra la vita stalkerata di April e Dylan che ci si infila, controvoglia, per consolare le insicurezze della squinzia di turno, che dopo tanta tosteria esibita sin qui, si riscopre teneramente sola e bisognosa di attenzioni. :3

Ma con Dylan è tutto su un registro diverso, bisogna precisarlo, siamai ! Bisogna sconfessare per inciso di non essere una ragazza facile e di non portarsi a letto il primo che passa (p. 43.vi), ed ammetto che davanti quel davanzale scolpito o dietro quella scultura di marmo in natica su cui Rinaldi insiste per tutto l’albo, io le darei sempre ragione… se non fosse che a p.22 la stessa April ammette di essersi rimorchiata il bald-o Brian (stavolta lo faccio io il gioco di parole british…) a puro casaccio, senza secondi sfizi visto che il primo non era andato neanche in porto.
Che Marzano abbia voluto giocare con l’incongruenza di certe sparate al femminile? Non saprei, forse, più semplicemente, c’è cascato pure lui nelle dichiarazioni di April, dimenticandosi quanto detto/fatto prima. L’ipnosi da 90-60-90 ha funzionato anche sull’autore in questo caso :P .

Divertente il siparietto tra neo-moglie&marito just married per girare l’agghiacciante filmino di rito, in pieno isterismo cafonal, come azzeccata la produzione splatter del “Day of the Wedding Dead” che ricorda come il matrimonio non sia soltanto la tomba del sesso, ma anche una via per aprire il proprio cervello (p.48.iv) verso nuove colate d'ingegno :D .

Parecchio insipido, al contrario, il duetto Dylan-Fantasma in vena di rivelazioni (pp. 50-52), ma davanti ad un collettore di medianità così c’è poco da fare, tanto vale vuotare il sacco alla facilona e woooshare via lasciando le domande a metà. Poi la saggezza impone di fare un saltino da Olinka, che evidentemente quando è vestita perde molto interesse nella loquela da sceneggiatura, ed infatti si vede rifilata April a casa sua senza battere ciglio :| .

E’ ora dunque che comincino le indagini vere e proprie, e prima di rivolgersi ai genitori di April, l’Old Boy si rivolge al suo padre putativo, pronto a sfoderargli il solito dossier con tanto di paternale in omaggio, più gli ordinari omaggi alla pensione e alle statistiche dal ’56.
Nell’insieme non male come break, perché a parte questi tormentoni da officiare sull’altare, ci rimbalza anche un Jenkins di passaggio e la coppietta di sopra alle prese col ricevimento di nozze.

Cinque pagine a rilento ed incartate su dialoghi melò (pp. 59-63) ci danno un’idea neanche tanto vaga del mini-dramma familiare in atto tra April, la sua infanzia instradata al tutù, ed i suoi genitori rimossi in disparte… un caso-umano non molto diverso da tutti gli aspiranti artisti che bazzicano per gli studi talent-visivi in cerca di una soddisfazione da dare a mammina/paponzo in HD… e con parecchi televoti, si spera :dito: .
Molti genitori oggi sarebbero anche contenti per una carriera in burlesque per la propria figlia, o da DreamMan in perizoma per il loro pargolo. Basta che ci sia visibilità a tutto spiano. Al resto pensano gli sponsor… di intimo, nel caso :oops: .

Crescendo di persecuzione in arrivo, ma arruffato di circostanza: il fantasma approfitta dell’ospitalità e scrocca un posto letto anche da Olinka, visto che non lascia tregua ad April neppure lì.
La nostra sculettatrice preferita è sull’orlo di una crisi di nervi, ed il conforto di Dylan non sembra dargli grandi speranze… nonostante qui riscopra la sua passione per i camerini femminili, poco dopo il parapiglia del numero scorso, e nuovamente rimbeccato (p. 68.vi) :x:

L’acconciatura di April non ajuta a sviare dalla solita caterva di auto-spoileraggi a passo di danza, ma per svegliarsi dal sogno in cui è piombata tra una piroetta e l’altra, e farla volteggiare verso l’incubo rivelatorio, ci vogliono un branco di zombi arrapati (pp. 73-74) che passano dall’indice di gradimento all’intera mano toccacciona per palpare a pieno palmo la propria diva da applausi.
Una metafora piuttosto sgangherata della ressa di poliponi ‘mbriachi che si scatena subito dopo, invidiosi delle mani di Dylan addosso ad April, e vogliosi di unirsi al tuca-tuca all’insegna del buonumore budspenseriano (pp. 75-76).
Non per niente finisce in rissa, non tanto divertente in sé, quanto nella reazione sconsolata di Bloch :roll: .

Una April sempre più stremata, deve adesso affrontare i fantasmi del proprio futuro potenziale (leggasi: rimpianti) direttamente faccia-a-faccia, sul letto d’ospedale, mollando ogni possibile resistenza al primo colpo, ed avviandosi versa la finestra per concludere ogni cosa. Non c’è perdono per chi merita di morire senza i propri sogni :cry: .

La sentenza sembra spietata, almeno a giudicare dalla distanza che separa il testolino di Dylan dal lancio acrobatico di April (p. 80.vi) e dallo stacco – molto riuscito come depistaggio, anche simbolico, per effetto ante-flashback – con la salma catafalcata soltanto una vignetta dopo.
Poi ci tocca il Terzo scambio presunto “simpatico” tra il duo di inservienti più inutili della storia. :mad:

Momento di immersione nell’animo umano e dei suoi territori di morte e desolazione: Dylan raggiunge il cimitero dei sogni in modo poco “inquietante”, basta inseguire un fantasma in tutina giù per una scala, e balbetta smozziconi di stupore per attivare lo spiegone dall’alto di Mr Taller (Non… non capisco; Sono confuso… io… ; Ma lei… lei è, p. 84) che abbozza anche la differenza semiologica tra un emblema ed un paradigma (p. 85.ii) e correda di diffusa casistica l’orrore dei sogni soppressi, della resa alla realtà, delle vie più comode, della rassegnazione bruciante, o dei talenti troppo modesti rispetto alle proprie ambizioni.

Normale che si dovesse andare a parare qui nel finale, ma quello che succede in ottica-dylaniesca è davvero sconfortante come carenza di ambizioni nelle scelte dello sceneggiatore, in questa sequenza: limita il Nostro alla semplice funzione di ascoltatore-bimbo stupito, come se stessimo ancora all’87 quanto ad esperienze occulte (p.89.i), che prende commiato senza fare una piega, e non lascia intuire l’angoscia tentata dal vedere laggiù in faccia i propri sogni sepolti, mentre il senso di smarrimento nel labirinto di loculi è intavolato come poco più di un’escursione a mosca cieca, e la bonomia della faccia di Dylan la dice lunghe sul livello di inquietudine (p. 95. iii-iv) :| .

Insomma, tutta una serie di “vorrei, ma non ci riesco” che finiscono per affossare quella che doveva essere la fase più suggestiva ed inquietante della storia, in una semplice scampagnata con tanto di guida turistica aggratise, anche se non altro ci risparmia la spiegazione per il perdono del sogno di April… che si dimostra di buona misericordia nei confronti della sua carnefice, forse per permetterle altri… di sogni o carneficine :?:

Io vorrei, se ci riesco, non commentare le ultime due pagine per senso di pudore nei confronti dei peli delle mie ascelle che ancora si rizzano al solo pensiero :evil: :tc: :evil: .
Una ricerca della polpettina di consolazione assolutamente gratuita che finisce per avvelenare l’animo, del lettore.
Non solo scopriamo che Jared non è crepato nel tunnel tra la statale e la luna – dando il colpo di grazia ai suoi sogni – , ma in più dobbiamo anche sorbirci la reunion roseffiori futuribile, e come ciliegina i retroscena sulla madre di Jared che alla fine ha accettato April formato sorpresa-nella-torta.
L’unico che si salva è il piccolo Kevin che giustamente ha capito cosa fare nel futuro, visto il trend monopolizzante della De Filippi.
Un pajo di pagine conclusive che Sclavi (o forse anche il Chiave 8-) ) avrebbero catalogato come VERO ORRORE, un incubo familiare da tagliarsi le arterie – si muore prima... – per la raccapriccianza edulcorata e perbenestante di fondo, ma che qui passa come panacea ai sogni in vena di tormenti e nostalgie.

Ci voleva soltanto che dopo il “Ballerino” di Kevin, in risposta Dylan esclamasse “Giuda”… tanto la spirito della testata è stato tradito in un avvitamento da casque’ (non dico cosa :x: )


***** ******


SOGGETTO: 5 –

Come riprendere pari-pari un’idea già vista, anche su Dylan (v. Saluti da Moonlight), non svilupparla per niente né verso nessuna altra direzione, e prolungarle il fiato corto/poco ampio respiro per 94pp :dito: .
Riciclare fa bene all’ambiente, ma l’ambiente che si ricicla troppo spesso non produce nulla.

E dire che in linea di fondo non era neanche malaccio, come spunto base, solo che qui si decide di adagiarlo nel comodo trantran di dylaniesco stampo, per rendersi inutile appendice.
Con qualche ritocco un po’ più coraggioso avrebbe lasciato delle tracce interessanti, specialmente nel finale potenziale da “siamo tutti in gioco/sogno”, ma come sempre si punta a semplificare, con una coda pericolosissima per i diabetici :? .
Oltre che stridente, come ho già detto, rispetto all’ORRORE come concepito dai maestri della testata .

SCENEGGIATURA: 5 +

Di scivolare scivola, con molta disinvoltura, ma spesso perché non è in grado di catturare l’attenzione su un qualche dettaglio interessante, né nell’intreccio, né nei personaggi :| .

Illude con un inizio quasi surreale tra HR e spazio, e poi pretende pure di essere spiritosa coll’ignobile duo di macchiette meno indelebile dalla memoria negli ultimi 20 anni di DD :cry: .

Lo svolgersi della storia – episodi random di singoli casi, e singolo caso da indagare=April – è quanto di più ordinario si possa chiedere, mancando di scossoni o bizzarrie che interrompano la linearità…dell’encefalogramma, piatto :|
Mi sono piaciuti soltanto i casi del Dottor Botox e del Regista di Matrimoni/Funerali, perché oscillano bene tra il toccante ed il grottesco…come di mio gradimento il meccanismo dei pre-flashback dal volo dalla finestra in poi :wink: .

Per il resto tutta la storia di April scorre in modo troppo didascalico, senza pathos né contraccolpi ad alta tensione, con un inutile [lo dice anche lei !!!] Brian di contorno, ed un’angoscia che la demolisce in modo poco evidente/convincente a livello psicologico.
Anche la scena “madre” del balletto tra i cadaveri poteva intavolare alte suggestioni e non concludersi soltanto con una dozzinale zuffa :tc: .

Dialoghi nella (tiepida) norma, facili facili come pre-/oscritto dal dottore, Dylan credibile ma moscissimo, Bloch burbero quanto basta, e spiegone totalmente privo di atmosfera, oltre che superfluo visto l’andazzo globale :( .

DISEGNI: 7 +

Rinaldi è in buona forma, e fa anche qualche passo in avanti rispetto alla recente Voce Negata :) .
Sta trovando un tratto tutto suo, più legnoso e fosco, molto adatto a questo genere di storie, ed un po’ diverso dai continui filamenti del Violinista/ Compagno di Scuola, o dalle sfumature staniane di Sonata Macabra.
Qui gioca a fare Stano soltanto a p. 15, ma per il resto si difende bene senza strafare.

Non sembra amare molto il tratteggio negli interni, e le uniche vignette vistosamente tirate via/non riuscite sono quelle della scazzottata tra Dylan e Brian (pp. 38-39).
Davvero macabra la trasferta buja in Africa e sanguinosamente spassoso il matrimonio della sposa cadavere. Anche nel teatro degli zombi se la cava benone, ma lui c’è abituato alle melodie da incubo in sala.
Nella camera ardente di Jared (p. 85.i ) torna perfino al suo vecchio stile molto dettagliato e di fino :o .

Un plauso per le natiche di marmo sempre in vista di April :P :* :P , per il suo sorriso espressivo&commovente prima di gettarsi dalla finestra (p.80.v)… qualcosa di meno per la sua insopportabile frangettona antiurto, per Bloch zio di Jenkins (p.57) o per la quinta vignetta di pag. 26… che sarà stata sicuramente disegnata con la mano sbagliata da suo cugggino idraulico nonchè orbo :dito: .

COPERTINA : 7 ½

Stano torna a sfornare qualcosa di preziosamente succulento, e quando ci sono di mezzo i cadaveri è difficile che sgarri :P .
Anche se qui non sono propriamente zombi, ma un altro genere di “ritornanti” e l’effetto depistante, almeno per me, non guasta affatto.

Avrei preferito un po’ di goticismo in più per il corridojo dei loculi, che qui sembra più un deposito da archivio (v. scaffali e tetto) ma la scelta era stata già fatta da Rinaldi a monte, anzi.. a tetto.

**** *******

Adesso vi lascio perché mi ritrovo inseguito fino alla collottola da un tizio tutto infarinato che brandisce una pala da forno, e da un altro vestito da Indiana Jones con un pitone in mano da aizzarmi contro.

Non si tratta dei miei coinquilini in ritardo con l’affitto, ma più semplicemente delle mie attività sognate da bambino e cadute (per ora) in standby aspirante: i.e. il pizzajolo e l’esploratore da documentario.
Adesso per documentarmi faccio l’esploratore di pizzerie, ma questo è tutto un altro discorso :cry: .

A che piano siamo qui, e dov'è la finestra :?:

ALOHA (MY) SWEET DREAMS

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
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la rissa non serve a niente, anche perchè è totalmente pretestuoso il fatto che lui le stia portando le chiavi.
cioè, è a casa sua, non sarebbe logico aspettarla visto che finisce di lavorare?


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
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Era andato a portarle gli slip che lei aveva dimenticato a casa....
Suona meglio ?

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 9:48 pm 
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Una cosa che m'ero dimenticato di dire: ci vorrebbe un po' più di fantasia nei nomi dei comprimari. Praticamente, qui abbiamo un uomo alto che si chiama Taller (in inglese, tall=alto), uno basso che si chiama Shortley (shorty=tappetto), uno grasso che si chiama Chubb (chubby=grassoccio). Ora, non dico che a ogni storia si debbano inventare nomi come Helen Vermilyea o Ceferino Chang (ho appena letto Chandler :D ), ma si può fare molto meglio di così.

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 9:55 pm 
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Già segnalato...tre post fa :roll: :

Cita:
dell’uso dei nomi parlanti da retro-cabaret, che spezza subito qualsiasi richiamo al “realistico” col trio della tumulazione (Mr. Shortley il Tappetto, Mr. Chubb il Pacioccoso, e Mr. Taller lo Spilungo), sprofondando nel lasagne-horror che non gli compete. – S. Leone, perdonali, dall’aldilà dei tuoi sogni non realizzati :x:


Unica attenuante il fatto che almeno Mr Taller sia un cameo in vena di citazionismi, ma...come molti altri omaggi ficcati a forza per occhieggiare nonsisaki o per sentirsi del "mestiere", finisce qui per creare più goffaggine che altro.

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Però credo che in questo caso dare dei nomi che richiamassero le caratteristiche fisiche dei personaggi sia una scelta ben precisa voluta per rendere gli stessi più buffi.

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Ok Antico, ma è davvero sballato farlo subito dopo la sequenza iniziale ad effetto (colloquio minimal realistico+lunaresimo straniante), lasciando intuire la debosciaggine leggerotta/cartoonesca di fondo. Sfalla l'atmosfera con una mazzata niente male.
E quindi più che buffi...li rende ridicoli, se non patetici :cry:

ALOHA MACCHIETTE

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MessaggioInviato: lun apr 08, 2013 10:26 pm 
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Certo, sulla riuscita si può discutere (a me sinceramente sono rimasti simpatici :D ), ma allora dovremmo parlare di eventuale sbaglio nella scelta dei nomi e non di scarsa fantasia.
Comunque in generale sono d' accordo con Rimatt: spesso si leggono nomi troppo banali o ridicolmente didascalici (tipo il giornalista Mark Question in "Il delitto perfetto :roll: :D ).

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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
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wolkoff ha scritto:
Già segnalato...tre post fa :roll: :

Cita:
dell’uso dei nomi parlanti da retro-cabaret, che spezza subito qualsiasi richiamo al “realistico” col trio della tumulazione (Mr. Shortley il Tappetto, Mr. Chubb il Pacioccoso, e Mr. Taller lo Spilungo), sprofondando nel lasagne-horror che non gli compete. – S. Leone, perdonali, dall’aldilà dei tuoi sogni non realizzati :x:


Oops! :oops: Scusa ma non avevo ancora letto il tuo post, è che 'sta cosa ho in mente di scriverla da quando ho letto l'albo ma finora avevo sempre dimenticato di farlo... Quindi sono entrato nel topic appositamente per segnalarla. E puntualmente, quando finalmente mi decido a farlo vengo preceduto di poche ore. :cry:

Per replicare a Nya, anch'io penso che si tratti di una scelta volta a rimarcare l'assurdità dei personaggi, ma il fatto è che a parer mio non è stata una gran trovata.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: mar apr 09, 2013 11:30 am 
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Questione nomi dei "cimiteriali": è ovvio che sono voluti, bisognerebbe essere totalmente in malafede o totalmente cretini per supporre il contrario. La questione semmai è perché quei nomi? Semplice: il signor Taller, come qualcuno di voi ha giustamente rilevato, è una citazione (paracula come tutte le citazioni, per carità) di Tall Man del film Phantasm. Il mio giochino dunque è consistito nel continuare a giocare -appunto- con le caratteristiche fisiche dei personaggi. Mi spiego meglio: se nell'universo del film Phantasm il becchino è semplicemente Tall Man perché altissimo di statura, probabilmente, ho ipotizzato, anche i suoi fantomatici collaboratori dovrebbero avere nomi che richiamano le loro evidenti caratteristiche fisiche, qualcosa tipo Short Man o Chub Man. Ne "I ritornanti", storpiando Tall Man in Taller, ho quindi fatto la stessa cosa con i suoi "collaboratori". Che tra l'altro non sono personaggi "reali" ma, diciamo così, metafisici. In fondo, mica ho chiamato "April Dancer" la protagonista o "Jared Spaceboy" il ragazzo che si vede all'inizio, no?

Ah, tra l'altro, visto che Wolkoff nel suo papello (complimenti, come sempre, fa ridere quasi come una puntata di Colorado cafè) ha tirato fuori di nuovo la questione di Jared, chiarisco che
Spoiler!
all'inizio della storia è il suo sogno a morire bruciato nel cuore della stella e non lui (che di conseguenza è l'assassino del suo sogno, appunto). Per questo alla fine è sano e salvo e felicemente "normale". Difficile, neh?


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 Oggetto del messaggio: Re: # 319 - I ritornanti
MessaggioInviato: mar apr 09, 2013 11:44 am 
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wolkoff ha scritto:

Ci voleva soltanto che dopo il “Ballerino” di Kevin, in risposta Dylan esclamasse “Giuda”… tanto la spirito della testata è stato tradito in un avvitamento da casque’ (non dico cosa :x: )



:lol: :lol: :lol: Chapeu ....come ti vengono in mente?

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