Cravenroad7

la bonelli non usa carta riciclata.

Il mese scorso una storia slegata ma piena di scene Imo interessanti mi é piaciuta, questo mese una storia con intreccio più canonico (la classica indagine), inanella una scena priva di mordente dopo l'altra, ed è un 5 ad essere di manica larga.
Il soggetto sarebbe anche bello, ma per una storia di 32 pagine:
Fateci caso, se la storia cominciasse da pagina 7 (cioè due facciate dopo l'inizio) con la frase "Si mamma mi hanno assunto!", l'intera scena non perderebbe nulla, segno che quelle prime due pagine sono un riempitivo...e funziona così per praticamente tutte le scene; Tranne ovviamente quelle che avrebbero una giustificazione a dilungarsi, quelle degli omicidi, risolte come sempre negli ultimi tempi senza alcuna costruzione della suspense (quanto duravano queste scene in, per esempio, Ossessione?, i personaggi risultavano caratterizzati peggio per mancanza di spazio? direi proprio di no).
Bei disegni, ma Rinaldi meriterebbe di disegnare ben altri orrori su Dyd (vedere il numero 22 di Nathan Never "Demoni" per credere), altrimenti stornatelo su Julia e che non se ne parli più.

guarda che non è quel rinaldi....

BOOM! Figuraccia.

(Anche perchè sapevo che Bonelli e quel Rinaldi si erano lasciati in modo parecchio problematico....ma ovviamente non me ne sono ricordato minimamente)

Storia non malvagia. Scorre tranquilla e c'è qualche guizzo ormai insperato da parecchio tempo.
Pecca clamorosa secondo me

Ammetto che Marzano mi è simpatico: perché si vede che ci prova sempre, ci mette passione e mestiere, si dà da fare. Poi non sempre i risultati sono eclatanti, ma ribadisco che si tratta di un autore che ho sempre tollerato e che non mi ha mai fatto patire come i vari Di Gregorio e Gualdoni; un autore, quindi, che è quantomeno riuscito nell'impresa di essere al peggio mediocre e mai dannoso (il che non è molto, va da sé: ma in questi tempi magri è già qualcosa).

Questa è una storia "alla Marzano", di quelle cioè che costituiscono la maggior parte della sua produzione: da sufficienza abbondante, scritta con mestiere e abbastanza gradevole alla lettura ma non memorabile. C'è un passabile spunto iniziale, c'è uno sviluppo dignitoso e corretto della trama, c'è una discreta caratterizzazione dei personaggi (fermo restando che Groucho continua a essere sottoutilizzato) e c'è un minimo di brillantezza che rende complessivamente scorrevole la sceneggiatura. Siamo in piena medietà (che non è mediocrità, lo specifico) "marzaniana", quindi: il che vuol dire che la storia si lascia leggere, non fa danni e, se anche non si incide nella memoria, si ricorda con un minimo di piacere. Per dire che - nonostante i bauli delle meraviglie e le affezionate clientele - non è certo Marzano l'autore che ha affossato la testata, anzi, con le sue storie ha fatto quel che ha potuto per tenerla a galla: trovo ingiusto paragonarlo a D(G)&G, che invece di disastri ne han fatto più d'uno. Buoni i disegni: Rinaldi non mi piace molto, ma non ho grossi appunti da fare al suo lavoro. Giusto qualche postura un po' rigida, forse, ma niente di troppo rilevante.

Peraltro, che in Dylan Dog ci sia qualche problemino redazionale che non semplifica a vita agli autori è stato impietosamente confermato dalla storia di due mesi fa, L'impostore: lo stesso Bilotta che per Le storie ha realizzato - con Il lato oscuro della luna - un autentico capolavoro si è esibito per Dylan in una prova scialba e incolore, arrivando alla sufficienza di puro mestiere. Non voglio certo dare tutte le colpe al curatore di testata, ma a leggere - lo stesso mese, oltretutto! - due albi così diversi e a rendersi conto che sono opera dello stesso sceneggiatore qualche sospetto viene.

Oh che bello che è tornato Rimatt

Commento come sempre perfetto, nulla da dire. Disquisisco solo sulla considerazione finale:
certo, leggendo "Il Lato Oscuro della Luna" e "L'impostare" pare davvero di trovarsi di fronte a due autori diversi.
Ma credo che un poco questo sia anche "colpa" di Dylan Dog. Ormai ha una serie di paletti narrativi fissi, degli schemi che devi rispettare e che ti costringono ad impostare la storia in un certo modo. Penso che le cose più interessanti arriveranno dal prossimo Fest, tnt per dire, ove pare che tutti questi schemi salteranno definitivamente per dar sfogo ad una narrazione più libera.

Grazie (anche a Dogares, ovviamente!).

Se non sono tornate le tette su DD almeno in questo numero tornano i cooli... e che magnifico coolo è quello di April!
A parte gli scherzi, questa storia mi è proprio piaciuta, complici forse anche i disegni di un ottimo Rinaldi che tratteggia un Dylan old style, mi ha riportato alla mente le atmosfere dei vecchi Dylan. Marzano è stato bravo a dosare la giusta dose di ironia e a non far cadere la vicenda nel facile sentimentalismo che, visto l'argomento, era un rischio fattibilissimo. Sottolineo che l'epilogo l'ho trovato anche di una sottile perfidia: mi riferisco alla risposta del bambino a Dylan che in tempi di amicidimariadefilippi & c. trova un suo perché.
Bravi Marzano e Rinaldi che già mi erano piaciuti sul gigante.
Voto storia 8
Voto disegni 8
Voto culo di April 10!!!

votato buono


Peace & love

Quoto tutto, volendo fare un paragone azzardato con l'audiovisivo, Marzano purtroppo scrive più da fiction tv che da cinema, e non mi riferisco ai temi trattati ma alla tecnica, i dialoghi, la suddivisione delle scene...sembra che per illustrare un'azione, un dialogo o un pensiero gli occorrano ogni volta due pagine intere.

Peccato perchè la scena iniziale "surreale" mi aveva intrigato, poi dopo aver intuito tutto a pagina 35 e definitivamente capito a pagina 48, non c'è più stata storia ma solo spazio per i difetti.

Copertina truffaldina, da far causa, ma cmq bella.
Rinaldi sufficiente ma il suo Bloch è insopportabile e a volte cade nel ridicolo involontario volendo rappresentare espressioni estreme.

Votato mediocre.

io ho votato buono. la copertina mi piace un casino(specialmente i colori) e ci sta che sia fuorviante, meglio così che non spoilerosa.

POSSIBILI SPOILER!!!!!!!!

A quanto leggo mi sembra di capire che tutti avevamo compreso dove si volesse andar a parare fin dall'inizio quindi mi viene da pensare che fosse nelle intenzioni dell'autore e che le sorprese dovessero essere altre, come per esempio le scene nel cimitero. per me l'unico neo sta nelle ultime due pagine: di un melenso senza eguali.

disegni molto belli e "lati b" femminili di grande effetto .

compra l'almanacco.
stesso sceneggiatore, ma storia molto più bella.
questa, per me, è da 4: il soggetto poteva andare bene, ma per un racconto breve. così è tutto troppo allungato, inutilmente, anche considerando che già nelle prime 10 pagine viene spiegato tutto.

Credo che Stano abbia scelto di proposito una copertina ambigua.Per quanto riguarda l'ultima tavola,avrei apprezzato un dylan dog disteso nella bara del cimitero dei sogni in completo elegante e con l'anello di Phantom.