Ed eccomi, con un mese di ritardo, a parlare del Maxi.
<u>Lo scavatombe</u>: mah, niente di entusiasmante. Mi pare di intuire che Marzano abbia qualche potenzialità, ma di sicuro per convincermi appieno deve fare meglio di così. La storia, in sé, non è neppure brutta... è solo insignificante, sia nel bene sia nel male. Voto: 5.
<u>Il passo del gambero</u>: la migliore delle tre. Fino a un certo punto, la sceneggiatura fila che è un piacere: Dylan è quello "giusto", la vicenda cattura e l'atmosfera è convincente. Poi, però, Di Gregorio si intestardisce a voler "razionalizzare" a tutti i costi la vicenda (e sì che il ricorso a Incubus poteva permettere di evitarlo, IMO), e il finale è davvero brutto (oltre che inverosimile). Peccato, perché una vicenda potenzialmente tanto interessante avrebbe meritato di meglio. Però nel complesso la storia si salva: voto, 6.
<u>Jenny Dentiverdi</u>: Enna è uno sceneggiatore di un certo mestiere, e la storia si lascia leggere senza intoppi. Peccato che non sia certo un granché, specie a livello di soggetto: nella vicenda non c'è un minimo di originalità, e di colpi di scena neanche l'ombra. Quindi, di nuovo, una lettura che non lascia traccia. Voto: 5.
Montanari & Grassani: a me non dispiacciono, ma bisogna ammettere che alcune tavole sono bruttarelle. Altre, però, sono molto gradevoli... mi chiedo il perché di questa discrepanza. Forse, il fatto che M&G siano "intercambiabili" può essere una spiegazione: mi viene il dubbio, infatti, che alcune tavole siano disegnate da Montanari e inchiostrate da Grassani, e altre, invece, siano disegnate da Grassani e inchiostrate da Montanari. Se le cose stanno così (e sinceramente credo di sì), l'altalenante livello della qualità grafica è presto spiegato: evidentemente, uno dei due è meno bravo dell'altro come matitista (gli inchiostri mi sembrano sempre convincenti, in complesso).
Tirando le somme, un Maxi leggero leggero, niente di più che una corposa lettura estiva. Sarebbe lecito aspettarsi di meglio.
Ciao
Teo
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