Cravenroad7

per me un ottimo DYD ....Enna fa lo Sclavi...e in parte ci riesce!!!

... Enna è il più sclaviano dei reduci. Affidabile, lavoratore, amante dell'horror a 390°, intimo di DD, classicheggiante ma con ancora tante idee (di qualità) ad ispirarlo. Lo ripeto: vista l'esperienza di Saguaro, non vedo perché lui non potesse dirigere la testate nel dopo-RR, era il candidato perfetto.

Un'occasione perduta per noi... più che per lui...

Comunque volevo dire che

SPOILER

secondo me trae ispirazione anche da Resident alien, una serie recente approdata su Netflix.
Peraltro molto bizzarra e ironica.
L'alieno che, caso strano, si schianta con la sua navicella sui ghiacci, ha proprio la capacità di assumere le forme di qualsiasi essere umano (anche se non lo uccide).

Allora, senza tarantellarci tanto attorno: questa (finora) è la migliore storia dell'anno... e non è che ci volesse molto, visti i competitor di scarsa qualità. Ma nonostante il caldo infernale, non mi strapperei le vesti davanti a questo fresco lavoro di Enna che presenta diversi punti di forza ma anche alcuni limiti abbastanza evidenti, a mio vedere.

Comunque complimenti all'autore, benebravoBis... nel senso che speriamo si confermi con più storie possibili a breve, e che la Baraldi gli dia più spazio nel portare avanti il baraccone, non solo nelle fuoriserie rombanti e scintillanti .
Voto 7 ½



S ❉ P ❉ O ❉ I ❉ L ❉ E ❉ R ❉




Copertina: buona per Zagor, ma visto il setting à la Conrad... vabbeh.

Disegni : lavoro bellissimo della Califano in tutti i frangenti, dagli interni claustrofobici, al Polo desolato, passando per mostrazzi mutaforma e volti familiari. Un piccolo difetto? Personaggi tendenti al nanismo, poco slanciati. Un difetto maggiore? Purtroppo è una tendenza comune a molto disegnatori attuali quella di affastellare strati su strati di mezzetinte slavate in digitale che dopo un po' danno uno stucchevole effetto acquerello stampato male. Specialmente quando si potevano tranquillamente evitare, tipo p.65 dove non c'è foschia o flashback che ne giustifichi l'utilizzo .


[...]


La storia in pratica è per metà un mega-omaggio ai limiti del plagio spudorato a La Cosa di Carpenter (il regista, anche se ci sono alcuni elementi riconducibili al prequel sulla base norvegese del 2011) ...
... per l'altra metà l'ennesimo capitolo dell'alieno che si aliena da sé, diventando progressivamente un ibrido (troppo) umano... in questo caso un caso umanamente complicato come Dylan, che in ogni epoca fa storia a sé.

Pertanto non è di certo il soggetto il punto di forza ma tutto il resto, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi (essenziale o complessa quando serve), la dinamica della tensione e della "scoperta" (del sesso, del romanticismo, dello scetticismo, etc), gli scambi senza fronzoli, la desolazione glaciale, le scene di sventramento e mutazione, il senso di pessimismo cosmico alla base di tutto (v. finale distopico). Alla fine la scoperta dell'amore idealizzato placherà ogni istinto di sopravvivenza per farsi vana speranza melò?

Tutto sommato davvero un buon viaggio narrativo, profondo e irto di complicazioni bipolari, ma qualcosa non mi convince.
A parte la questione plagio smaccata in alcuni punti (v. doc Wright testa-di-ragno o la scena a pp.91-92 del calcione da boccaporto per espellere l'Alien(s) Bloch presa pari pari: ci mancava solo l'esoscheletro steampunk e che Grace di secondo nome facesse Ripley), non mi convince molto il modo in cui si può "uccidere" un alieno con una pallottola in testa... quando poi dal sangue contaminato schizzato ovunque può ripartire comunque di nuovo un'infezione di progenie mostruosa. In questo senso non ho capito che valenza abbia l'ipotesi di suicidio paventata da Dylan (p.59), ma tant'è

Non proprio sensata la facilità con cui Dylan pensa di dar fuoco soltanto ad un singolo scomparto della nave, senza valutare quanto rischiassero il rogo generale se si fosse propagato l'incendio - cosa molto più probabile che di cavarsela con un mezzo alieno arrostito. Anche l'aplomb very british durante i test di Grace (pp.70-76) non c'azzecca molto, considerando quanto i 5 superstiti fossero di fatto assediati da uno stuolo di bestiacce assatanate.
La lunga sequenza iniziale, infine, mi dà parecchio di didascalico andante : l'alieno parla troppo di sé in modo coeso e cosciente, con una logica sin troppo umana ben prima di fondersi con l'ufficialegentiluomo Dylan, lasciando poco all'immaginazione o all'abominio del "diverso". Non a caso arriva sin da subito a capire gli stati d'animo umani con definizioni ben focalizzate ("sono un indagatore, un esploratore dell'anima, in inguaribile romantico") ... senza contare che a p.9, ben prima di ibridarsi con Dylan, già definisce i marinai come ubriachi: aveva già avuto esperienze per caso cosmico in questo bar?

D'accordissimo con Wolk sulla questione dell'uso del digitale. Non so quale sia l'effetto sul computer della disegnatrice, ma l'effetto che viene fuori sulla carta è davvero avvilente. Già dalla pagina di apertura si avverte il fastidio di questa patina grigiastra. Mi fa l'effetto di quegli albi a colori che vengono ristampati in formato economico in bianco e nero. Brutto davvero.

Di solito i what if non suscitano il mio interesse, ma questa storia di Enna è stata davvero una lettura avvincente, con personaggi ben caratterizzati, ben sceneggiata, a parte un citazionismo cinematografico molto presente. Bene anche i disegni. Ho votato buono.

Buongiorno,
ho letto l'albo 230, L'inquilino misterioso; non è perfetto ma ha il pregio di inserire Dylan Dog in un'ambientazione Vittoriana motivando ciò all'interno della trama, secondo me questa è la strada giusta per avere sia la continuità che l'ambientazione ottocentesca.
Baron Karza

Letto e apprezzato, non quanto gli altri commentatori (a differenza di chi interviene solo per spammare un link o dire la propria boutade, leggo sempre TUTTO!) ma è... ok. Mi piace l'idea del what if, dell'elseworld collocato in contesti astrusi. Disegni davvero convincenti, storytelling efficace senza troppi entusiasmi. Senza dubbio una valida storia; derivativa con gusto, sequenze non sempre centrate ma in linea generale assolutamente godibile.

Conta anche COME lo si legge. La quantità serve per i guinness.
Adesso spero di aver capito male, con 36° all'ombra senza condizionatore, ma se ti riferivi con qualche forma di biasimo non-velato al sottoscritto (non-visti link altrui qui) ... come in passato torni a svarionare pretestuosamente di brutto e strutto, scivolando sul grasso self-made.

Anche io leggo sempre tutti i commenti degli altri forumisti, mi sorbisco i redazionali che si auto-denunciano per plagio... e proprio per questo, per non entrare troppo nel didascalico, invece che spiegare descrivendo per filo e per segno che esiste un prequel (recente, e scadente) de La Cosa, che alcune scene lo ricordano anche qui etc, ci metto semplicemente un link per i più curiosi o meno edotti. Cosa simile se voglio alludere alla scena del boccaporto già vista in Aliens - Scontro finale.

Mi sembrano più SPAM certe sparate...

Sufficiente, forse anche qualcosa di più. Disegni ottimi anche se le sfocature digitali sono inguardabili. (tavole a colori per una storia per il color fest dirottata sul bis?).
Sono favorevole a questi dylan alternativi per cambiare la routine ma questa pubblicazione è l'ennesima prova che il pianeta dei morti non è stato abortito per concentrarsi su quello classico ma perchè lo offuscava con il suo riscontro positivo unamime.
Si sono già visti dylan alternativi validi sul color fest (tranne quello di oni1 nerd) e allora perchè crearne uno nuovo e non continuare le gesta di quelli già visti?.

il PdM in quanto tale è stato interrotto, per non dire mollato, perché Bilotta aveva altre priorità di divagazione.
E Recchioni gli ha dato km di carta bianca libera in questo senso, fidandosi di lui.
Non c'entrano i concetti di "classico" o supposte invidie tra testate. Un universo alternativo ben fatto non lede la serie ammiraglia, se pubblicato una volta all'anno. Anzi, può stimolarne positivamente gli altri autori.

In varie interviste appena insediata della baraldi si diceva proprio che ci si voleva concentrare sul dylan classico c8me motivazione.

Solite dichiarazioni di circostanza... come la fabula che l'orcocattivopadrepadrone Sclavi (fino ad allora grande amicone e primo fan di RR) si fosse svegliato improvvisamente dal letargo per imporre che DD tornasse allo spirito originario.

Il PdM di Bilotta era molto sclaviano già fisiologicamente di suo dall'inizio, a dirla tutta, quindi non aveva alcun bisogno di subire una restaurazione verso il "classico":

Lascia perdere, Wolk ormai è fissato che il PdM sia stato sospeso per via delle divagazioni di Bilotta (che intanto continua a divagare sullo speciale, praticamente senza differenza rispetto a prima se non nell'ambientazione) nonostante tutto indichi il contrario...
è una battaglia persa.
...

Piuttosto io mi sto rendendo conto di quanto questi ultimi anni di SFREGIO totale nei confronti della testata, del personaggio e soprattutto dei lettori mi abbiano disinnamorato e disinteressato, al punto che non ho neanche più voglia di comprare un autore che mi piace molto come Enna.

L'ultima parte della gestione Recchioni è stata tremenda, al limite della presa in giro nei confronti di chi sostiene in piedi la baracca...
ma la scelta fatta per recuperare lettori è stata, se possibile, ancora peggiore.
Io non so davvero come ragionino in Bonelli. Qua si parla di migliaia e migliaia di lettori andati e che non torneranno mai. A fine anno sono soldi grossi!
Dilettantismo puro.

Quale sarebbe "il contrario" di grazia?
Se voi vi attenete alle beotate che spara la SBE nelle dichiarazioni ufficiali per coprire la propria disorganizzazione o per gli alibi artefatti last minute al sig. Bilotta (mentre Recchioni viene crocifisso), tenetevela cara la vostra trincea da immuni all'evidenza.

Bilotta ha in mente da tempo la chiusura in progressione del cerchio, ma prima dice arrancando che occorrono mediamente 5 volumi, e poi non ne scrive manco mezzo PERCHE' HA ALTRE PRIORITA' personali a livello creativo/artistico sullo Speciale, nel suo individualismo particolarmente smaccato.

La supercazzola che l'hanno costretto altri a divagare o riprendere il Dylan "più classico" tiene meno di uno yoghurt come collante per i piloni del Ponte di Messina. Quella per cui metteva in mala ombra l'inedito con la sua personale dimensione da PdM ancora più patetica come mozione di alibi fittizi.

A me sta bene qualsiasi cosa scriva sullo Speciale perché la qualità è molta alta, ma non venisse a fare la particella da vittima dei massimi sistemi bonelliani se non prosegue la saga del PdM in quanto tale (per come è nata) perché la responsabilità all'80% è soltanto sua... il resto dipende dalla caciara recchioniana ed il disorientamento generale della nuova direzione, che nel dubbio argina ogni binario divergente per semplificare cose che non saprebbero gestire.