Cravenroad7

Bimbi belli,
Io sono vittima prediletta del merchandising, desiderante di qualsiasi cianfrusaglia inutile col nome di Dylan sopra. Questo per dire che nel mio vestiario non manca né l'outfit vero e proprio di Dylan, né magliette varie. Nonostante la serie sia in coma da trent'anni, c'è sempre almeno una singola persona che si accorge della mia maglietta super figa con la copertina dell'Alba dei Morti Viventi sopra. Di solito questa persona è un professore sulla quarantina che ha lasciato la serie nei primi anni '90 o un figlio del suddetto. La prima domanda che mi fanno è sempre:
"Ma sta ancora andando avanti?" spesso susseguito da "Sclavi ci sta ancora lavorando?" (quest'ultima non è un problema perché mi basta dire di no)
Non ho la più pallida idea di come rispondere, perché il DYD odierno è il risultato di tipo tre gestioni diverse e molteplici attacchi di isteria collettiva. Riguardo a possibili risposte stavo pensando:
1) Mentire spudoratamente - "uhm, no, hanno concluso la serie diversi anni fa. Mi diverto a leggere i numeri vecchi" Che potrebbe anche funzionare perché DYD nelle edicole lo nascondono nell'angolino quindi non se ne accorgeranno mai.
2) Tagliare corto - "Sì, sta continuando, ora come ora è molto medio" Forse è l'opzione migliore. Però c'è la possibilità che mi chiedano cosa sia successo nel frattempo e lì non so come sbrigarmela.
3) Riassuntone - "Sì, in pratica a Dylan è piombato un meteorite in testa e Xabaras bacia i maschi. Però hanno cestinato gli ultimi dieci anni circa di albi." Un riassuntino di tutti gli eventi principali ci sta anche, forse a qualcuno potrebbe far piacere sapere cosa sia successo negli ultimi anni. Però non sono minimamente qualificata per farlo anche perché tutta la parte prima della meteora mi manca e non so cosa diavolo sia successo per arrivare a questa decisione.
Voi come rispondereste?

Il bastardo aveva la maglietta di Canale 666 senza averlo letto, non ce la faccio a vivere in questo ambiente.

Probabilmente la migliore risposta resta sempre: "No ablo tu idioma"

Non hai tutti i torti.

Bel dilemma, mi ha ricordato la famosa questione sullevata da Umberto Eco circa l'aver letto tutto i libri che aveva in casa

Naturalmente il bibliofilo, anche chi colleziona libri contemporanei, è esposto all'insidia dell'imbecille che ti entra in casa, vede tutti quegli scaffali, e pronuncia: "Quanti libri! Li ha letti tutti?" L'esperienza quotidiana ci dice che questa domanda viene fatta anche da persone dal quoziente intellettivo più che soddisfacente. Di fronte a questo oltraggio esistono, a mia scienza, tre risposte standard.

La prima blocca il visitatore e interrompe ogni rapporto, ed è: "Non ne ho letto nessuno, altrimenti perché li terrei qui?" Essa però gratifica l'importuno solleticando il suo senso di superiorità e non vedo perché si debba rendergli questo favore.

La seconda risposta piomba l'importuno in uno stato d'inferiorità, e suona: "Di più, signore, molti di più!"

La terza è una variazione della seconda e la uso quando voglio che il visitatore cada in preda a doloroso stupore. "No," gli dico, "quelli che ho già letto li tengo all'università, questi sono quelli che debbo leggere entro la settimana prossima."
Visto che la mia biblioteca conta cinquantamila volumi, l'infelice cerca soltanto di anticipare il momento del commiato, adducendo improvvisi impegni. Quello che l'infelice non sa è che la biblioteca non è solo il luogo della tua memoria, dove conservi quel che hai letto, ma il luogo della memoria universale, dove un giorno, nel momento fatale, potrai trovare quelli altri hanno letto prima di te. E' un repositorio dove al limite tutto si confonde e genera una vertigine, un cocktail della memoria dotta.

Sto iniziando a capire.

Ho realizzato che basta dire "Purtroppo continua" e basta.
Che dio benedica il gelataio che ha visto me e Novemila andargli incontro vestiti entrambi con la magliettina con il logone di DYD.