Cravenroad7

Frankenstein Jr. e i fratelli Marx associati agli anni '40, che mi tocca sentire...

Nedellis caro, Dylan Dog è stato concepito così: trame horror stemperate da battute ed ironia + citazioni a gogò. Se questi elementi non ti convincono, forse dovresti provare a dedicarti a qualcos'altro.

ah come ti quoto, in modo anche impudico!
io non colgo un citazione nemmeno se riguardasse mia madre che me l'ha appena gridata dalla cucina, figurati se l'associo ai trentordicimila film che ho visto e gli altrettanti libri letti.
tuttto ciò cade nell'oblio e se anche non vi cadesse, non vedrei ragione, nè interesse nè stupore in una citazione.
forse nemmeno in un cameo.
a cosa serve una citazione (in questo caso) a farsi belli temo, una specie di onanismo letterario e cinematografico chefaffigo.

Ennò! Anche tu mi ricadi nel citazionismo allora... per quanto impudicamente interessante essendo da me ispirato
Visto che ci sono quoto pure qualcosa di semiosceno a tema:



E dovrei anche quotare il resto di quello che hai scritto, visto che riprende parte del mio discorso sull'autostrofinamento occhieggiante & trendy tra discepoli solipsistici di Onan .


ALOHA QUOTE ROSA (shocchin..i)

Io penso che la forza di Dylan Dog (per quanto riguarda il citazionismo) era nel come questo veniva proposto:
-Il primo caso era la citazione che faceva da base per una storia e poi questa prendeva una sua via discostandosi completamente dalla citazione iniziale e finendo, magari, in altre citazioni narrative. Ma di certo, per fare ciò, bisognava essere dei maestri della sceneggiatura (come lo è papa Sclavi).
-Il secondo caso erano le citazioni "contestualizzate". Cioè quelle battute e quelle immagini che concludevano una determinata scena e quindi erano da un lato funzionali alla storia al di fuori della loro conoscenza da parte del lettore, e dall'altro schiacciavano l'occhiolino al suddetto lettore sulla sua ulteriore cultura mettendolo alla prova. Qua non bisogna essere dei maestri della sceneggiatura, ma veri e propri artisti. Roba del tipo che mentre scrivi le battute della sceneggiatura e sai dove va a parare la scena, la concludi degnamente con la frase ad effetto "storica" tratta da libri, film o altro (a proposito: ma che fine hanno fatto le famose "frasi storiche" di Dylan?)
-Il terzo, e ultimo, caso riguarda la citazione lampo. Cioè quell'immagine visiva (spesso non utile alla storia) che fa da ornamento nella vignetta. Esempi ne potrei elencare a tempesta, ma uno su tutti è l'ormai famoso poster del Rocky Horror Picture Show.

Tutti gli altri tipi di citazioni che si sono fatte negli anni, invece, mi sembrano delle vanità inutili autoriali, goffi tentativi di "aggiornamento" e, soprattutto, vere e propre scopiazzature (fatte dallo stesso Sclavi in alcuni degli ultimi lavori creativi).
Quindi, ad esempio, battute messe lì dal nulla. Dilungamenti su determinati film, serie, libri che non c'entrano una mazza con la storia e con la scena in particolare. Richiamo troppo telefonato di determinate scene. E, come detto, vere e proprie scopiazzature dall'inizio alla fine.
Tutta roba inutile che, oltretutto, se un lettore non è ancora formato culturalmente (cultura horror, filmica e narrativa in senso lato, naturalmente) trova magari difficile capire determinate battute della trama.
Io cominciai a leggere Dylan Dog a 9 anni. Molte citazioni le ho colte nel tempo con le cicliche riletture che faccio, ma fin da subito le sceneggiature mi erano ben chiare ai fini delle storie. Non trovavo frasi o scene messe lì disconnesse dalla narrazione.

Piccola considerazione che faccio prima di esprimermi sull'albo:
Mi pare che Brindisi abbia creato il personaggio di Bleach con le sembianze dell'attore Karl Malden,il protagonista del telefilm anni 70 " Le strade di San Francisco " che faceva coppia con Michael Douglas!

decisamente Gandolfini nei Sopranos
c'ha pure la camicia con la fantasia brutta

Ma forse è un ibrido tra i due. Più Gandofini, ma nell'ultima vignetta a pag.20 ci vedo di più Malden.



Però nell'ultima vignetta in cui compare, a pag.114, fatico a riconoscere il tratto di Brindisi. Sembra quasi Ornigotti.

Si. La comicità di Groucho Marx è tipica degli anni 30/40. E difatti è una comicità che non esiste più da decenni nel cabaret moderno e contemporaneo, così come la comicità di Frankenstein Jr. , che magari è più recente di Groucho ma in sostanza l'umorismo è quello. Freddure e demenzialità d'altri tempi.

Smettiamola con sta leggenda che Dylan Dog è stato concepito così. La principale forza di questa testata è la sua poliedricità, non esiste un Dylan Dog, esistono tanti modi di raccontarlo e di utilizzare i suoi personaggi.
Usare l'umorismo di Groucho non è necessario, anzi ci sono un sacco di storie meravigliose con Groucho quasi o del tutto assente.
Poi attenzione, per me Groucho potrebbe anche sparire non me ne fregherebbe niente, anzi sarebbe una liberazione. Però non ho detto che proprio non lo sopporto. Quando lo si usa col contagiocce, quando non è invasivo e infastidisce Dylan, a me va bene. Quello che non sopporto è l'inserirlo e fargli dire le battute che rendono le storie appunto non più horror, ma parodie pseudodemenziali anni 40.

si sostituisca Groucho con i Fichi d'India...

L'umorismo di Frankenstein Jr credo che sia tipico post monty python, quindi non lo assocerei così facilmente agli anni 40.

Diciamo che Groucho, non è insopportabile come personaggio in se, quanto per l'uso che se ne fa da diversi anni a questa parte.
Se prima serviva come momento di "rottura" in un contesto valido e horror, oggi è un tappa buchi di maniera, buttato lì per fargli dire due battute in croce.
E' uno dei personaggi più difficili da gestire in assoluto, sebbene utilizzato molto poco. Il solo ruolo attivo che gli rammento è stato ne
" Il Giorno del Licantropo ", poi solo esercizi di maniera.

L'umorismo di FJ è stato senza tempo né datazione. Come le comiche di Laurel&Hardy o Charlie Chaplin, o Totò.
Sono attuali anche oggi, e lo saranno pure nel 3000 se ci sarà ancora cinema o tv.
L'umorismo anni 40 lo catalogherei più su Abbott&Costello, e del primo Jerry Lewis& Dean Martin, ma naturalmente mi sbaglio e quindi sorry.

In diversi albi Groucho è quello che risolve il caso, o che arriva alla soluzione ben prima di Dylan. A memoria cito Killer, Ossessione, Grand Guignol e La porta dell'inferno.

Direi molto più dei '30, la tua prima affermazione era bella che falsa. Frankenstein Jr. è giusto di una quarantina di anni dopo. E il tipo di comicità non è il medesimo.

Il tutto nell'ottica del "Se non si usa più ci sarà un motivo". Eccerto. Fa schifo. Sono d'accordo con te. Meglio Panariello.

Questo è il bestemmione definitivo. Vatti a rileggere una trentina di numeri di Sclavi e poi fammi sapere.

Si, proprio tipico degli anni 40, visto che lo presentava solo lui.

Non ne sarei così sicuro, così su due piedi mi vengono in mente Ale & Franz.
Comunque la mia era solo curiosità eh! Insomma, sei la prima persona che sento esordire con "Frankenstein Jr mi fa schifo" e volevo capire un pò i tuoi gusti e magari scoprire anche comici che non conosco